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Eritrea e Somalia: le voci dei protagonisti

Prosegue l’impegno deIle Biblioteche di Roma verso i Rifugiati e Richiedenti asilo, dando voce ai protagonisti delle rotte migratorie e approfondendo le cause degli esodi di massa della nostra epoca. 
Martedì 28 novembre 2017 alle ore 18 alla Biblioteca Guglielmo Marconi, via G. Cardano 135, si terrà un incontro su due paesi centrali nella geopolitica delle migrazioni: l’Eritrea e la Somalia.
Interverranno tre testimoni di eccezione, Padre Mussie Zerai, prete e attivista eritreo, Igiaba Scego, scrittrice italosomala, Ribka Sibhatu, scrittrice e mediatrice culturale eritrea. Saranno presenti anche alcuni migranti ospiti dell’associazione Baobab Experience, che condivideranno con il pubblico la loro esperienza. Modera Gabriella Sanna, Servizio Intercultura Biblioteche di Roma.

“Un avviso di garanzia è stato notificato al sacerdote eritreo Mosè Zerai, candidato al Nobel per la pace nel 2015 e impegnato da anni negli aiuti umanitari ai profughi. Con l'iscrizione nel registro degli indagati, la Procura di Trapani, lo accusa di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". Le indagini che hanno portato al provvedimento, eseguite dalla Squadra mobile della città siciliana sorebbero cominciate, però, nel novembre scorso. Don Zerai, fondatore e presidente dell'agenzia di informazione Habeshia, "il salvagente dei migranti", offre assistenza telefonica a chi si accinge a partire, avvertendo le autorità quando imbarcazioni che attraversano il Mediterraneo si trovano in difficoltà e hanno bisogno di un intervento di salvataggio. "Ho saputo solo lunedì dell'indagine - commenta il sacerdote - e voglio andare fino in fondo alla vicenda” (Avvenire, 9 ago 2017)

“Quando è scoppiata la guerra civile in Somalia avevo 16 anni e non lo capii subito. Oggi mi rendo conto che l’attacco a Mogadiscio del 14 ottobre è solo l’ultimo episodio di un processo cominciato allora.” (Igiaba Scego, Internazionale, 6 nov 2017).
“Negli anni settanta del secolo scorso il Corno d’Africa era in fiamme. Si scappava dalle dittature. I somali scappavano da Siad Barre, gli etiopici-eritrei dal sanguinario Menghistu Hailè Mariàm. Le terre del corno si tingevano di sangue e l’Italia, di cui molti conoscevano già la cultura, fu considerata naturale terra d’approdo. (Igiaba Scego, Internazionale, 31 ago 2017).

“Italiani brava gente è un’espressione che non usano solo gli italiani. Anche mia nonna la usava, per dire che si trattava di gente sapiente, dalla lunga civiltà. Intorno ai dieci anni, però, ho scoperto che gli italiani, appena arrivati in Eritrea, avevano espropriato i nostri terreni e che la mia famiglia era stata ridotta alla povertà…», racconta la scrittrice Ribka Sibhatu.“Forse non tutti sanno che in Eritrea vige una schiavitù mascherata sotto forma di servizio militare. Un anno prima di finire le scuole superiori i giovani vengono portati nei campi militari, dove vivono con una paga di 10 euro al mese che non basta neanche alla loro sussistenza... Affamati e schiavi, privati del diritto di parlare. È per evitare la leva obbligatoria che molti ragazzini stanno arrivando in Europa” (Left, 25 ago 2017).


Per informazioni:
Servizio Intercultura 06 45460313-4
info@romamultietnica.it

In allegato la locandina stampabile

Biblioteca G. Marconi
Via G. Cardano 135


locandinaZcornoZdafrica.pdf

Informazioni aggiuntive

Data inizio:28/11/2017

Data fine:28/11/2017

Indirizzo:Via G. Cardano 135, roma

Pubblicato il