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Mio caro Kawabata

"Sono qui per prenderti per mano e mostrarti la mia patria": con questo intento Daif decide di raccontare la quotidianità libanese anni cinquanta e sessanta e per farlo sceglie di indirizzare una lunga lettera a Kawabata Yasunari, premio Nobel 1968 per la letteratura.
Sulla scia di Kawabata, l’autore, partendo da eventi normali, si sofferma sull’incontro- scontro tra modernità e tradizione.

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Un taxi per Beirut

Un taxi collettivo si lascia alle spalle Damasco.
Dentro i due giovani protagonisti sognano Beirut.
Yasmina vuole diventare ricca e famosa e Farah un uomo di successo. Ma la città dei sogni, già segnata dalla guerra civile, si trasformerà in un incubo crudele e assurdo per i giovani protagonisti.

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Il signor Presidente

Opera unica per stile e contenuti, un modello insuperato nella tradizione latinoamericana dei romanzi incentrati sulla figura del dittatore.
Quando nel 1946 fu pubblicato "Il Signor Presidente", Miguel Ángel Asturias era già uno scrittore e un poeta ampiamente apprezzato, non solo nel suo paese ma anche in Europa.
Il romanzo, che descrive le corruzioni, gli intrighi del potere e la miseria in cui un dittatore senza scrupoli costringeva a vivere il suo popolo, è stato scritto durante il soggiorno dello scrittore a Parigi.
A causa delle implicazioni politiche, Asturias non poté portare il libro con sé, quando ritornò nel 1933 in Guatemala, dove c'era al potere il dittatore Jorge Ubico.
La versione originale fu quindi pubblicata solo dopo tredici anni.

Le Edizioni Fahrenheit 451 pubblicano oggi in veste integrale questo capolavoro letterario, per restituire ai lettori un’opera unica per stile e contenuti, che a tanti anni di distanza si conferma un modello insuperato nella tradizione latinoamericana dei romanzi incentrati sulla figura del dittatore.

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Racconti d’amore di follia e di morte

Stabilitosi a vivere in una zona di frontiera, lontana dalla civiltà, l’autore situa le sue narrazioni in questo scenario di animali e selve, di amore e morte con la “doppia vista” dell’uomo civile e della belva, delle mutevoli passioni e dell’impertubabilità della natura.

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Pietra di sangue

Un pastore solitario diventa in vecchiaia il guardiano delle pitture rupestri del deserto libico.
La visita di un feroce “mangiatore di carne” sconvolge la sua vita e il suo ambiente.
Apologo sulle conseguenze della distruzione dell’equilibrio di forze tra l’uomo e la natura narrato con la freschezza e il rigore magico di una fiaba.

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Vedova d’allegria

Raccolta di racconti in cui gli elementi della tradizione si fondono con le nuove esigenze della società araba.
L’autrice ironizza, con imprevedibile fantasia, sulle regole ferree imposte dalla sua cultura.

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Strappami la vita

Nel Messico post-rivoluzionario scorre la vita di Catalina, sposata giovanissima con un generale più anziano e relegata nel ruolo di moglie, madre e perfetta padrona di casa.
Finché sulle note di un tango famoso, "Strappami la vita", irrompe nella sua vita la passione fatale.
Romanzo d’amore e politico, trascinante come la musica da cui prende il titolo.

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Lasciamo che parli il vento

Onetti inventa la città immaginaria di Santa Maria, situata in un luogo tra l'Argentina e l'Uruguay. In essa si muovono i personaggi, perdenti in partenza, ma che fingono di non rendersene conto. Una saga di frustrazioni, di ricerca di senso, in un mondo che è sordo a ogni richiamo di valori.

Attualmente il libro non è in commercio.

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Il pessottimista. Un arabo d’Israele

'Senza fantasia orientale gli arabi avrebbero potuto vivere in questo paese per un giorno solo'.
Parla Felice Sventura il Pessottimista, protagonista di questo singolare romanzo, raro modello di satira politica.
La comicità di questo romanzo è un atto liberatorio, anche dalla prigionia delle propagande e degli schieramenti che impediscono di vedere e costringono a sognare.

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La vela e la tempesta

Latakia, patria di marinai e pescatori, è teatro di battaglie politiche e sociali che si intrecciano con il destino del protagonista Turusi.
La seconda guerra mondiale, l’occupazione straniera, la nascita del nazionalismo fanno da sfondo alla dura vita del porto.
Ma il vero protagonista è il mare, leggendario e tormentato, che nel racconto diventa metafora della vita.

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