Religioni del subcontinente
La storia dei popoli del subcontinente indiano si scrive lungo un percorso cinquemillenario, tanto profondamente affondano le radici della spiritualità.
Induismo, jainismo e buddhismo nascono uno dall’altro e si diffondono anche oltre i confini geografici della penisola avendo anzi, come succede per il buddhismo, una diffusione addirittura maggiore in territori esterni come la Cina e, oggi, l’Occidente.
A queste tre religioni, che si potrebbero definire “autoctone”, attraverso le immigrazioni e le dominazioni esterne se ne sono sovrapposte altre, prime fra tutte le tre religioni monoteiste: il giudaismo, il cristianesimo e soprattutto l’islamismo che è diventata la seconda, per numero di adepti, del subcontinente, e fede praticamente unica dell’Afghanistan, del Pakistan e, con una leggera flessione, del Bangladesh.
Ma è necessario aggiungere che le tre religioni nate in Medio Oriente, a contatto con le fedi autoctone, hanno subito trasformazioni adattandosi in più di un aspetto ai culti locali, plasmandosi su quelle tradizioni e su quegli usi antichissimi, così come l’induismo, il jainismo e il buddhismo hanno colto il fascino di tanti aspetti di culti importati.
Si sono mischiati nel subcontinente anche i santi, e può capitare che quelli ai quali chiedono grazia i musulmani siano rispettati e pregati anche dai fedeli indù.
Oppure in un viaggio nel subcontinente non ci si deve stupire che donne non induiste portino sulla fronte il “bindi”, il “terzo occhio” caro alla religione di Shiva.
Dell’induismo, del jainismo e del buddhismo si parla molto in Occidente.
Soprattutto il buddhismo esercita una grande forza di attrazione, e anche a Roma, come nel resto d’Italia, assistiamo al diffondersi di centri dove italiani e stranieri possono praticare questa religione secondo le sue diverse tradizioni.
L’induismo è una delle religioni più antiche del mondo, con un ampio e ricco patrimonio religioso che data dalla metà del secondo millennio a.C. È al tempo stesso un modo di vita e un sistema sociale. Privo di affermazioni dogmatiche su Dio e sull’uomo, l’induismo ha il suo centro in una profonda indagine ed esperienza del divino e nell’aspirazione a sfuggire al ciclo della rinascita.
Pur derivando dall’induismo, il jainismo, fondato da Mahavira, è basato tutto sulla meditazione e sulla contemplazione (oltre a un rigoroso vegetarismo alimentare) e ruota su alcuni princìpi fondamentali: dire sempre e ad ogni costo la verità, Satya, non appropriarsi mai di ciò che non ci appartiene, Asteya, non indulgere sul piacere dei sensi, Brahmacharya, osservare distacco dal mondo materiale, Aparigraha.
Il cristianesimo entra in India attraverso i missionari che arrivarono con l’apostolo San Tommaso della cui presenza esistono chiare testimonianze che segnano il cristianesimo indiano come precedente persino alla sua affermazione a Roma.
Oggi, nel subcontinente, il Kerala è lo stato con più adepti, ma numerosi sono i cristiani anche nello Sri Lanka.
Uno sguardo particolare è da rivolgere agli abitanti del subcontinente di credo musulmano che copre l’11% della popolazione. I fedeli di Allah arrivarono in India nel primo secolo della nascita dell’Islam.
Ma bisogna sottolineare che l’Islam indiano è quello arrivato non
dall’Arabia Saudita ma dalla Persia e dall’Asia centrale e soprattutto che si è affermato in India con la predicazione sufica, un’espressione mistica e filosofica dell’Islam.
In India il sufismo è stato portato dal monaco persiano Jami (XIV secolo) il quale risentiva dell’influenza del pensiero di Ibn al Arabi, un sufi arabo-ispano del XII secolo, contemporaneo di Averroè.
Il Pakistan e il Bangladesh sono a maggioranza musulmana con alcune minoranze di induisti, buddhisti e cristiani.
Nello Sri Lanka invece la maggior parte della popolazione è buddhista, seguita da una minoranza tamil di religione indù e musulmana.
La presenza di immigrati a Roma appartenenti alle diverse religioni rispecchia, secondo la Caritas, che elabora ogni anno i dati statistici (Dossier immigrazione) riguardanti l’immigrazione in Italia, la configurazione subcontinentale con l’80% di indù, l’11% di musulmani e il 2% di cattolici oltre a una minoranza (circa 1%) di buddhisti.
Al Aksa Jame Masjid
Questa Moschea è gestita da cittadini bengalesi.
via dei Durantini, 98
Cellulare: 327 9885215
Associazione culturale “Al Madina”
Basilica SS. Apostoli
Culto: la Messa viene celebrata ogni domenica alle ore 17.
Centro culturale islamico
Centro Culturale Islamico Bangladesh-Italia
Questa Moschea è gestita da cittadini bengalesi.
via dei Gladioli, 14
Cellulare: 324 5560231
Centro Culturale Islamico – Piazza Vittorio
Moschea gestita da cittadini bengalesi
Centro Culturale Islamico – Torpignattara
Moschea gestita da cittadini bengalesi.
Centro Hare Krishna – Iskcon Roma
In questa “casa spirituale” degli Hare Krishna il martedì e il giovedì dalle 18 vengono organizzati incontri sulla Bhagavad-Gita e il mercoledì di Mantra Yoga dalle 18.
Il venerdì e il sabato è possibile anche mangiare con i devoti di Krishna dalle 20.30 su prenotazione, mentre la domenica dalle 17.30 in poi.
Centro Sati
Chiesa S. Caterina dei Funari
Culto: ogni domenica alle ore 10.30 si celebra il Rito Siro-Malaberese.
Chiesa S. Maria dei Pellegrini
Culto: la Messa si celebra il sabato alle ore 20 e la domenica alle ore 8.30.
Dharma
Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore
Culto: la Messa si celebra ogni prima domenica del mese alle ore 11.
Fondazione Maitreya
La Fondazione Maitreya, riconosciuta come ente culturale nel 1991, è stata creata dai coniugi Vincenzo Piga e Giuseppina Petti per promuovere la conoscenza e la pratica del buddhismo. Ha curato per oltre dieci anni la rivista Paramita, e oggi pubblica Dharma, trimestrale di buddhismo per la pratica e il dialogo, che rappresenta il punto di incontro di diverse esperienze e di riflessioni sulla presenza e il radicamento dell’insegnamento buddhista in Italia.
Il Monastero Buddhista di Roma
Comunità Buddhista Theravada in Italia. Da alcuni anni il Monastero Buddhista di Roma rappresenta il punto di incontro della comunità buddhista singalese di Roma. Diretto dal monaco Venerabile Dheerananda Mahathero è stato costituito su iniziativa dei praticanti asiatici e delle rispettive ambasciate ed è frequentato anche da occidentali.
Il Monastero Buddhista di Via Ferruccio (Budhdhista Mahayana)
via Ferruccio, 8 (Zona Esquilino)
Fermata Vittorio Emanuele (Metro A)
Il Monastero Hua Yi Si (Buddhismo Chan)
via dell'Omo, 142 (zona Prenestino)
Dalla stazione metro Ponte Mammolo (metro B), prendere bus n. 508 (per 16 fermate) e scendere alla fermata Prenestina/Maggiolino
Orari dalle 10.00-12.30/15.30-16.30
Masjid Bayt ul Mukarram
Questa Moschea è gestita da cittadini bengalesi e apre solo nell'orario di preghiera.
via Aristide Leonori, 94