Anilda Ibrahimi


Albania: la sezione in albanese
Sezione a cura di Katerina Cepiku, sociologa e mediatrice culturale.
L’Albania è un Paese vicino, piccolo per dimensioni, per un totale di 28.748 km² ma è certamente grande per potenzialità culturali ed economiche. Tanto vicina all’Italia che si scorge a occhio nudo dalla costa pugliese, l’Albania restava sconosciuta per tanti anni, per non dire misconosciuta alla maggioranza degli italiani.
L’Albania, ufficialmente Republica di Albania ossia letteralmente Paese delle Aquile è uno stato della penisola balcanica situato nel sud-est dell’Europa. Confina a nord-ovest con il Montenegro, a nord-est con il Kosovo, e a est con la Macedonia, a sud con la Grecia. Le sue coste si affacciano sul Mar Adriatico (canale d’Otranto) e sullo Jonio. L’Albania è una Republica Parlamentare.
Anche se gli albanesi in Italia costituiscono un’immigrazione recente, rapresentano il secondo gruppo delle comunità straniere a livello nazionale in ordine di presenze di 482627 mila(10.6).(Fonte Dossier Statistico 2011).
Albanesi in Lazio sono la quarta comunità con 23.337 persone (4.3%)-secondo i dati del Dossier Statistico 2011. Invece nella area romana, la comunità albanese è costituita da 13.585 persone uguale a 3.3%. Gli studenti albanesi delle scuole romane sono 5.9% della prezenza totale straniera. Secondo i dati dell’Ufficio Statistiche del Comune di Roma (01.01.2010) gli albanesi raggiungono la cifra di 6068 persone.
Gli albanesi originari comunque appartengono alla storia più antica della penisola balcanica e discendono dagli Iliri. Un popolo contemporaneo ai Greci e ai Romani caratterizzato da una forte e profonda cultura. Gli albanesi chiamano loro paese Shqiperia, la loro lingua è classificata nella famiglia delle lingue indo-europee.
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Secondo gli studi storici, sono otto le ondate migratorie degli albanesi in Italia, a cui vanno aggiunti gli spostamenti all’interno del territorio dell’Italia meridionale e le ultime migrazioni (la nona) degli ultimi anni.
Migrazioni di albanesi in Italia negli anni:
Prima: 1399-1409
Seconda: 1416-1442
Terza: 1461-1470
Quarta: 1470-1478
Quinta: 1533-1534
Sesta: 1646 …
Settima: 1744 …
Ottava: 1774 …
Nona: 1990 ……
Le cause che hanno spinto la popolazione della terra delle aquile a migrare nel tempo sono tra loro fondamentalmente connesse e sono sia di natura economica (con tutte le sue sfumature) sia politica. Risulta complesso o addirittura improponibile praticare una scissione fra le due in quanto non si riuscirebbe facilmente a comprendere dove finisca l’una e cominci l’altra.
La scelta dell’Italia quale principale destinatario d’oltre mare relativamente all’area occidentale non è semplicemente giustificata dalla facile raggiungibilità di questa terra, ma dal facile processo di ambientamento grazie a: a) la conoscenza della lingua del paese vicino che in molti hanno acquisito grazie alla fruibilità dei mass-media; b) la conoscenza della cultura e l’arte italiana; c) la presenza di minoranze etnico – culturali di estrazione arberesh.
Gli albanesi, chiamati arbëresh, sono presenti in Italia già dal 1416 all’epoca dell’eroe nazionale albanese Scanderbeg. Questa parte della diaspora albanese, costituisce tutt’oggi una comunità importante nel sud d’Italia, esattamente in Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata, Campania, Molise e Abruzzo.
Ben 25 imperatori romani ebbero origini albanesi, così come di ascendenze italo-albanesi, o arberesh, come sarebbe corretto dire, furono papa Clemente XI, Francesco Crispi e Antonio Gramsci, per non parlare di alcuni garibaldini e combattenti nelle lotte risorgimentali del Italia.
Arbëria è la presenza albanese in Italia, non solo nei suoi aspetti fisici ma anche nel grande senso di ospitalità dei suoi abitanti. Secondo il diritto consuetudinario delle montagne dell’Albania, raccolto nel Kanun di Lek Dukagjini, la casa dell’Albanese è di Dio e dell’ospite, al quale si fa onore offrendogli pane, sale e cuore. La cultura Arbëreshë, al contrario delle altre legate ai luoghi e alle comunità che già esistono in Italia da secoli, è un’ elemento di ricchezza in più, proprio perché questa etnia porta con se una storia diversa ed originale da confrontare. Quindi nuove tradizioni, usi, costumi, gastronomia, arte, folclore e altro.
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