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Il mantello dell’invisibilità

Il signor Cui vive nella Pechino contemporanea, città governata da forze più potenti e terribili della malavita, dove imperano l’egoismo, il brutale senso della competizione e la disperata corsa all’arrampicata sociale del capitalismo più sfrenato. Qui tutti fanno del loro meglio per salire la scala del successo; Cui, al contrario, è un perdente. Alle soglie della mezza età, senza figli e con poca iniziativa, divorziato ma ancora innamorato dell’ex moglie che lo ha lasciato per un uomo in carriera, vive in periferia a casa della sorella – ma il marito di lei lo vuole fuori dai piedi –, in un appartamento segnato da una crepa nel muro dalla quale entra il vento del Nord.

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Il labirinto degli smarriti. L’Occidente e i suoi avversari

Una guerra devastante colpisce il cuore dell’Europa, il Medio Oriente è infiammato da tensioni mai sopite, avvertiamo quasi quotidianamente minacce di attacchi nucleari che pensavamo appartenessero al passato. I conflitti si moltiplicano e intensificano, il braccio di ferro tra Occidente, Russia e Cina condiziona lo scacchiere mondiale e influenza il nostro modo di vivere, fino a mettere in discussione le basi stesse della nostra civiltà.

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Il palazzo delle lacrime

Primavera 1876: sull’Isola di Büyükada, al largo di Istanbul, approda una diciassettenne, Vuslat Emine, per dare alla luce un figlio illegittimo. Ripudiata dalla famiglia e dalla società, è accompagnata da una dispotica serva che ha il compito di sorvegliarla. È infatti incinta di un vecchio pascià, promesso sposo di una delle sorelle, ed è stata allontanata prima che la gravidanza venga scoperta dal padre e dal fratello. Sull’isola incontra l’intellettuale dissidente Mehmet, che si innamora della ragazza, desiderando salvare lei e il bambino.

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I drusi di Belgrado. La storia di Hanna Ya’qub

Beirut, una mattina presto nella primavera del 1860. Impossibile assaporare la bellezza della luce dell’alba. O il profumo dei giardini portato dalla brezza. La città portuale è irriconoscibile, invasa dai profughi del Monte Libano e della Siria, cristiani maroniti sopravvissuti al massacro perpetrato dai drusi durante diverse settimane di un’ondata omicida che si è estesa fino alla città di Damasco.

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Il cielo cent’anni fa

Siamo in un villaggio russo attorno al 1918. La Rivoluzione è già avvenuta, la guerra civile è in pieno svolgimento, ma qui le notizie arrivano lentamente perché l'Impero dello zar è molto grande... Tuttavia anche in un luogo come questo il tempo non si ferma e le cose mutano e scorrono, un po' come il fiume che lambisce il grande salice e le case. L'anziano del villaggio, Ilja, ad esempio, ha recentemente iniziato a fare le sue previsioni su piogge, temporali ed esondazioni con l'aiuto di un fragile tubicino dì vetro a cui tiene come alla sua stessa vita.

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La ribelle di Gaza

Cosa ne sarà di una ragazza di Gaza che cresce all’ombra di uno zio, importante dirigente dei servizi di sicurezza di Hamas, al quale si oppone con determinazione e coraggio? Cosa ne sarà di lei con i soldati israeliani che fanno regolarmente irruzione in casa sua nel cuore della notte e costringono il nonno e altri vecchi a uscire in pigiama per cancellare i graffiti che alcuni giovani hanno disegnato sui muri? Cosa ne sarà di lei con un padre musulmano liberale amante della letteratura e un nonno benevolo che la nasconde sotto le coperte in una società dominata dalla chiusura, dalla corruzione e dal maschilismo, ma anche da un’incredibile umanità?

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Sdraiati in affari

Liwa Ekimakingaï ha trascorso l’infanzia e vive tuttora con la nonna, Mâ Lembé. Una sera di agosto si veste di tutto punto e si dirige in discoteca. Ai margini della pista da ballo, la bella Adeline gli appare irraggiungibile, eppure accetta le sue avances. La ragazza segnerà la sua fine. Il romanzo ripercorre la vita e le ultime ore del giovane, che partecipa alla propria veglia funebre per quattro lunghissimi giorni. Appena sepolto, riemerge dalla tomba. Vorrà forse vendicarsi?

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Ti ho amata per la tua voce

Una storia d’amore lunga cinquant’anni ambientata al Cairo, un romanzo esotico e appassionante che racconta il Medio Oriente e la posizione della donna nelle società islamiche. È la storia di Umm Kalthum, la più grande cantante araba di tutti i tempi, prima amica di re Faruk e poi di Nasser, amata da molti uomini mentre lei preferiva le donne, personaggio carismatico, capriccioso e geniale.

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Io, Blu e Rosso

Simona è una donna che ha un desiderio comune a molti di noi: stare meglio. Non genericamente bene, o addirittura alla grande, semplicemente meglio di prima. Per far ciò ha deciso di farsi carico della salvezza di due adolescenti, simili e al contempo assai diversi. Li chiameremo per rispetto della privacy, o per mere esigenze narrative, rispettivamente Blu e Rosso.

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Tutte le nostre maledizioni

In Tutte le nostre maledizioni, Tamara Tenenbaum, scrittrice e filosofa femminista argentina, racconta la vita di una ragazza nata e cresciuta nella comunità ebreo-ortodossa a Buenos Aires e da essa più o meno fuoriuscita. Dipinge piccole storie, vite riassunte in tre, quattro righe, mentre va avanti o ristagna quella della protagonista: una bambina, poi ragazza, poi adulta, che prova a pensare da sé.

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Il professore e la ballerina del carillon

In una città fittizia chiamata Never vive un professore di letteratura, il professor Q, che ha una vita ordinaria, un matrimonio noioso e una carriera poco brillante. La sua unica passione sono le sue preziose bambole, che custodisce in gran segreto in un armadio del suo studio privato. Un giorno l’uomo scova il pezzo perfetto per la sua singolare collezione: una ballerina di carillon, Eilis, che si anima e prende magicamente vita. Guidato dal suo misterioso amico Fugo, Q inizierà una storia d’amore divorante e passionale con Eilis, rimanendo completamente cieco alle proteste che intanto dilagano nell’università e che hanno svuotato le sue classi.

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L’insolente

Quando Pinar Selek incontrò il famoso giornalista armeno Hrant Dink, assassinato nel 2007, lui la soprannominò affettuosamente "l'insolente". Aveva ragione: è insolente ovunque, in Turchia e in Francia. Sociologa, scrittrice, militante antimilitarista, femminista e attivista libertaria, Pinar Selek è nota soprattutto per la repressione che subisce per mano del sistema giudiziario turco da oltre vent'anni. In questo libro ripercorre la sua vita, la sua infanzia, le sue lotte con gli oppressi: i bambini di strada di Istanbul, le prostitute, i curdi, le donne armene.

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La guerra di Safiyyah

Safiyyah è una ragazzina curiosa e coraggiosa che sogna di viaggiare ed esplorare il mondo, ma quando Parigi è invasa dai nazisti la sua vita cambia per sempre. Persino uscire dalla moschea, dove vive con la sua famiglia, è pericoloso. Quando suo padre viene arrestato perché fa parte della Resistenza e lavora segretamente per salvare la vita agli ebrei perseguitati, Safiyyah si offre di sostituirlo nella sua missione. I suoi non le hanno sempre insegnato che salvare anche una sola vita equivale a salvare l’umanità intera?

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Queste terre selvagge oltre lo steccato

Questo libro non si limita a una sintesi del già pensato, esplora invece nuove tracce. Bayo associa la passione per l’ecologia politica di Latour, Haraway e altri con il trans-femminismo di Karen Barad e intreccia il neomaterialismo con il pensiero decoloniale di Mbembe e Glissant e con le intuizioni di quella tradizione yoruba che è sopravvissuta alla schiavitù da tratta ibridandosi nelle Americhe e generando mille istanze di ethos resistente.

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Le sette lune di Maali Almeida

L’incredibile storia di Maali Almeida si apre in circostanze a dir poco inconsuete: il giovane Maali, fotografo di guerra, giocatore d’azzardo e gay clandestino, si è appena svegliato in quello che sembra un ufficio visti celestiale. È morto, il suo corpo sta affondando nelle acque quiete del lago Beira e lui non ha idea di come ci sia finito. Siamo nel 1990, Colombo è «una città puzzolente dove le azioni rimangono impunite e i fantasmi camminano non visti» e lo Sri Lanka un paese in cui l’elenco dei sospetti è tristemente lungo e a regolare i conti sono squadroni della morte, attentatori suicidi e sicari.

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L’invincibile estate di Liliana

Il 16 luglio del 1990, a Città del Messico, Liliana Rivera Garza fu vittima di un femminicidio. Aveva vent’anni, studiava architettura. Da tempo cercava di porre fine a una relazione con un ragazzo che non le dava tregua. Qualche settimana prima della tragedia, prese una decisione definitiva: nel cuore dell’inverno aveva imparato che in lei c’era, come diceva Albert Camus, un’invincibile estate. L’avrebbe lasciato per sempre. Avrebbe cominciato una nuova vita. Avrebbe fatto un master, si sarebbe trasferita a Londra. La decisione del ragazzo fu che lei non avesse una vita senza di lui.

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Il silenzio del coro

Settantadue uomini arrivano in un paese della campagna siciliana. L’epoca li chiama “immigrati”, “rifugiati” o “migranti”. Ad Altino, quelli che l’associazione Santa Marta prende in carico si chiamano ragazzi. La loro presenza però sconvolge la quotidianità della cittadina. In attesa che venga deciso il loro destino i ragazzi si imbattono in ogni sorta di personaggi: un parroco atipico che riscrive le loro storie, una donna impegnata a offrire loro accoglienza, un uomo determinato a rifiutargliela, un poeta scorbutico che non scrive più.

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