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La mappa del mio ritorno

In questa autobiografia, La mappa del mio ritorno, Salman Abu Sitta racconta in dimensione personale i drammatici avvenimenti che precedono, attraversano e seguono la nakba del 1948. Racconta dell’infanzia felice trascorsa nella terra di famiglia, l’espulsione, gli anni di studio passati al Cairo durante la caduta della monarchia e l’avvento del nasserismo, la guerra di Suez del 1956 e l’occupazione israeliana di Gaza, gli studi di dottorato e ricerca scientifica nell’Inghilterra dei primi anni ’60 , il lavoro di professore universitario in Canada, la sconfitta degli eserciti arabi nella guerra dei Sei giorni del 1967, l’occupazione di Gerusalemme e di vasti territori arabi, l’impegno politico e l’invasione israeliana del Libano nel 1982, il lavoro da ingegnere in Kuwait e la fuga durante la prima guerra del Golfo nel 1990.

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Buon compleanno Mahmoud Darwish, poeta del mondo

Il 13 marzo 2021 ore 18, il 18 ore 21 e il 21 marzo 2021 ore 18 Buon compleanno Mahmoud Darwish, poeta del mondo, tre appuntamenti in diretta facebook per ricordare Mahmoud Darwish a ottant'anni dalla nascita e tredici dalla morte, a cura di AssoPacePalestina con la collaborazione di Wasim Dahmash, Nabil Salameh e Simone Sibilio.

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So di una donna

Domenica 27 settembre 2020, ore 18, a Trevignano Romano, viene presentata l'antologia di poesie palestinesi e persiane So di una donna e altre poesie, Edizioni Q, 2019, presso In itinere, via Umberto I, 6. Con Leila Karami (curatrice), Melissa Fedi (traduttrice), Wasim Dahmash (editore).

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Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea

Palestina, 1947. Giaffa è una città viva di mercati, caffè, strade affollate, aperta sul mare pescoso e chiusa da distese immense di aranceti profumati. Subhi è un ragazzo che sogna di diventare il Miglior Meccanico della città. È in effetti un talento e quando riesce a riparare una pompa d'irrigazione, il ricco uomo d'affari che lo ha messo alla prova gli fa confezionare, in segno di riconoscenza, un abito inglese in lana di Manchester. Subhi è al settimo cielo e con quell'abito acquista una nuova consapevolezza di sé e della città in cui si muove, ma soprattutto immagina di indossarlo, malgrado il caldo, per fare colpo sulla ragazza dei suoi sogni, la giovanissima e bellissima Shams.

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Pallidi segni di quiete

Pallidi segni di quiete raccoglie i più bei racconti di Adania Shibli, la giovane scrittrice palestinese. La narratrice conferma nei racconti il suo grande talento, aggredendo la pagina con una secchezza descrittiva che turba e affascina. Calando l’asciutta enunciazione di minuti fatti quotidiani in un’atmosfera oscillante tra stupore e sgomento, Adania Shibli consegna al lettore un mondo drammaticamente incomprensibile. Da Senza rami a Necrologio di un bravo professore del quartiere armeno a Pallidi segni di quiete, che dà il titolo alla raccolta, è un incessante succedersi di finestre che si spalancano su un universo bello e terribile, fissato da occhi inermi e spietati.

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Damasco

Damasco suona magica e favolosa, e continua a suonare così mentre si riempie di violenza e di fantasmi. Nessuno meglio di Suad Amiry poteva raccontare il fulgore del passato per aprire una porta sul presente. Il racconto comincia nel 1926, nel palazzo di Jiddo e Teta - marmi colorati, soffitti a cassettoni, fontane che bisbigliano nell'ombra -, comincia quando, dopo trent'anni di matrimonio, Teta torna per la prima volta ad 'Arrabeh, il villaggio da cui era partita poco più che bambina per andare in sposa al ricco e nobile mercante damasceno Jiddo.

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Diritto e rovescio. Incontro con Suad Amiry alla Biblioteca Ennio Flaiano

Nell'ambito di LETTERATURE Festival Internazionale di Roma, Edizione 2018 Diritto e rovescio sabato 26 maggio 2018 ore 19 la Biblioteca Ennio Flaiano, via Monte Ruggero 39, ospita l'incontro Nessuno può darmi più sicurezza, ma anche più insicurezza della mia famiglia. Suad Amiry, architetta palestinese e scrittrice dialoga con Chiara Comito,  blogger esperta di letteratura e cultura araba contemporanea.

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Undici pianeti

Undici pianeti, scritto nel 1992, è forse uno dei lavori più completi del poeta palestinese, ed è legato a un data chiave per la storia araba e mondiale, il 1492, anno della scoperta dell’America e della definitiva espulsione di musulmani ed ebrei dall’Andalusia. Questi due eventi sono i temi su cui ruotano le prime due sezioni dell’opera: Undici pianeti sull’ultima scena andalusa e Penultimo discorso del pellerossa all’uomo bianco.

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Letteratura israeliana e palestinese al Circolo dei Lettori di Villa Leopardi

Alla Biblioteca Villa Leopardi, via Makallè, si riunisce periodicamente il Circolo dei Lettori della Biblioteca Villa Leopardi. Quest'anno il circolo ha un progetto di lettura di testi delle letterature israeliana e palestinese. Gli incontri si terranno con cadenza mensile. Tutti coloro che sono interessati sono invitati a partecipare. Prossimo incontro lunedì 26 marzo 2018 ore 17-19.

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In piazza in piazza.Tutti in piazza

Romanzo illustrato delle primavere arabe. I pochi anni che ci separano dalle ‘Primavere arabe’ sono stati riempiti dalla perdita delle illusioni: forse perciò sono divenute oggetto di sintesi letterarie di cui questo libro è un esempio. L'opera della palestinese Samia Atout è costituita soprattutto da racconti che si distinguono per il loro carattere sperimentale. Una sperimentalità riscontrabile anche in questo romanzo.

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Fuori da Gaza

Lunedì 27 novembre 2017 alle 18.30 presso la Libreria Mondadori, via Appia Nuova 51,  ci sarà la presentazione del romanzo Fuori da Gaza di Selma Dabbagh. Coordina l'incontro Anna Maria Giordano (Radio 3 mondo). Interprete: Fouad Roueiha. Letture a cura dell’attore Filippo Carrozzo.

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Fuori da Gaza

Sabato 25 novembre 2017 alle 19 GRIOT, via di santa Cecilia 1A,  ospita la presentazione del romanzo Fuori da Gaza di Selma Dabbagh. A dialogare con la scrittrice anglo-palestinese ci sarà Chiara Comito (Editoriaraba).
Reading a cura di Chiarastella Campanelli (Editrice il Sirente). Traduzione a cura di Fouad Roueiha.

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Fuori da Gaza

Gaza è sotto bombardamento israeliano, sono le 8:00 di sera e Rashid sta fumando uno spinello sul tetto della casa di famiglia, ha appena ricevuto una notizia importante: ha vinto una borsa di studio per Londra, la via di fuga che stava aspettando. Iman, la sua sorella gemella, un’attivista molto rispettata per l’impegno sul campo, viene contattata dall’ala islamica del centro culturale che frequenta: le propongono di farsi esplodere in un attentato suicida…

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Una trilogia palestinese

La prima raccolta dei tre testi in prosa più significativi di uno dei più grandi poeti del Novecento. E senz’altro del più grande poeta e scrittore arabo del secolo scorso. Dice Elias Sanbar: Darwish non era ambasciatore del suo paese ma un poeta slegato dalla nazionalità e dal passaporto. Certamente la Palestina era il suo humus, la terra dove affondava le radici: la sua flora e la sua fauna, la sua musica e le sue nuvole, ma tutto questo non doveva essere il suo limite. Se parla di terra, quella terra è proprio la sua terra. Non si è mai impantanato nelle chiavi di lettura che davano della sua opera.

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Ogni mattina a Jenin

Un romanzo che tocca il cuore, di vibrante realismo e inesorabilmente diretto alla verità. Racconta con pacatezza e sensibilità la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di “senza patria”. È la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abuleja, a raccontarci l’abbandono della casa ancestrale di Ein Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin, e la tragedia dei suoi fratelli che si ritrovano a combattere su fronti opposti.

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