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Il silenzio del coro

Settantadue uomini arrivano in un paese della campagna siciliana. L’epoca li chiama “immigrati”, “rifugiati” o “migranti”. Ad Altino, quelli che l’associazione Santa Marta prende in carico si chiamano ragazzi. La loro presenza però sconvolge la quotidianità della cittadina. In attesa che venga deciso il loro destino i ragazzi si imbattono in ogni sorta di personaggi: un parroco atipico che riscrive le loro storie, una donna impegnata a offrire loro accoglienza, un uomo determinato a rifiutargliela, un poeta scorbutico che non scrive più.

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Sotto gli alberi di Udala

«Con questo romanzo, Chinelo Okparanta ha posto saldamente il proprio nome tra le fila di alcuni dei nostri scrittori più talentuosi e imprescindibili. Usando le parole con precisione e sensibilità, Okparanta racconta una storia di conflitti e compromessi, di amore e potere, e di famiglia – quella in cui nasciamo e quella che creiamo per noi stessi. Un libro straordinario. Indimenticabile».

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Queste terre selvagge oltre lo steccato

Questo libro non si limita a una sintesi del già pensato, esplora invece nuove tracce. Bayo associa la passione per l’ecologia politica di Latour, Haraway e altri con il trans-femminismo di Karen Barad e intreccia il neomaterialismo con il pensiero decoloniale di Mbembe e Glissant e con le intuizioni di quella tradizione yoruba che è sopravvissuta alla schiavitù da tratta ibridandosi nelle Americhe e generando mille istanze di ethos resistente.

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Kibogo è salito in cielo

Quando gli abitanti del Ruanda entrano in contatto con i padri missionari cattolici, un nuovo culto si affianca alle antiche credenze locali. Il re accetta il battesimo e il cattolicesimo irrompe nella vita dei suoi sudditi. I missionari, infatti, condannano ogni rito indigeno, consacrando il Ruanda a Gesù.

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L’ultima nomade

Nel suo romanzo d’esordio, Shugri Said Salh narra della propria esperienza di vita in un racconto che copre la distanza tra due continenti e un arco temporale di circa quarant’anni: dall’infanzia e l’adolescenza in Somalia, la sua terra natia, alla travagliata fuga dal paese in seguito allo scoppio della guerra civile sul finire degli anni Ottanta, fino all’arrivo in Nord America con un visto da rifugiata.

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La lotta è la mia vita

A distanza di un decennio dalla morte di Nelson Mandela, l’immagine del primo Presidente del Sudafrica multirazziale e Premio Nobel per la Pace rimane quella, spesso idealizzata, di un energico e pacato padre della Patria. Sulla lunga lotta per far uscire il paese dalle strettoie dello sviluppo separato, o apartheid, imposto dalla minoranza bianca tra il 1948 e il 1991, molto è stato scritto, e non sono mancate le critiche per l’azione di Mandela a favore di una crescente borghesia nera e di un sistema di potere più sostitutivo che trasformativo.

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Due vite, due donne

Nella città di Enugu negli anni '70, la giovane Nwabulu sogna di diventare una dattilografa, mentre sopporta le infinite faccende che le sono affidate dai suoi datori di lavoro. Fa la domestica dall'età di dieci anni, anche se alta, bella e innamorata del figlio di un uomo ricco. Istruita e privilegiata, Julie è invece una donna moderna. Vive da sola ed è felice di collezionare i gioielli d'oro che Eugene, innamorato, le porta, ma non ha intenzione di diventare la sua seconda moglie.

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I tuoi figli ovunque dispersi

Blanche è figlia di un uomo francese e di una donna ruandese tutsi. Miracolosamente scampata al genocidio dei tutsi nel 1994, vive in Francia. Il padre è scomparso. Nel 1997, quando torna in Ruanda per la prima volta dopo i massacri, Blanche si trova davanti uno spettacolo desolante, un paese devastato, ferite ancora aperte che stentano a rimarginarsi. La casa è stata saccheggiata. La madre è sopravvissuta in modo rocambolesco, ma è sconvolta, quasi non parla.

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Trasparenti

In un condominio fatiscente nella città angolana di Luanda le famiglie lavorano, ridono, fanno progetti e se la cavano. Al centro di tutto c’è il malinconico Odonato, nostalgico della terra della sua giovinezza e alla ricerca del figlio perduto. Mentre la sua speranza svanisce e la città cambia diventando irriconoscibile, la carne di Odonato diventa trasparente e il suo corpo sempre più senza peso. Accanto alla sua, diverse altre storie si intrecciano nella narrazione, andando dal tragico al comico, dal surreale al quotidiano, culminando in una rappresentazione della Luanda del prossimo futuro.

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Il buon dottore

Frank Eloff è medico, forse solo perché lo era anche suo padre. È sposato, ma solo perché sua moglie non ha ancora ottenuto il divorzio. Lavora presso un ospedale in rovina, privo di mezzi e persino di pazienti. Ma solo perché rimanda all’infinito la decisione di andarsene. Eppure in questa medioctità, tra compromessi e illusioni, rassegnazione e cinismo, Frank ha trovato un equilibrio.

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Lo sguardo di uno sconosciuto

In un tempo sospeso tra sogno e ricordo, partiamo per un viaggio nel cuore dell’Africa e ci abbandoniamo al piacere di vagabondare. Da Dakar a Douala, da Bamako a Benin, da Khartum a Casablanca, in ogni nuova città Emmanuel Iduma raccoglie reliquie, souvenir, immagini per colmare le distanze e conservare i ricordi. Spille, portachiavi, cartoline. Ma soprattutto raccoglie incontri. Artisti, scultori, facchini, poliziotti, mendicanti, migranti, tassisti, su ognuno di loro lo sguardo del viaggiatore si posa per scattare una foto. Gli occhi mettono a fuoco, il dito preme, e nella memoria si imprimono gioia e sofferenza, speranza e nostalgia, i volti di un’umanità che trabocca di vita.

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Un lutto insolito

Yinka non c’è più. Quella sua figlia di una magrezza feroce, alta, bella, la stessa che da piccola passava ore a disegnare, concentrata in modo quasi innaturale sul foglio, è morta. Eppure Mojisola cosa sa davvero di lei, della donna che era diventata? Dopo che era andata via da Città del Capo, mesi prima, si erano sentite a malapena, telefonate brevi, le solite domande, le medesime risposte: «Sì, ho mangiato. Sì, ho fatto la spesa. Sì, mi copro bene. Il lavoro va bene. Io sto bene». Troppo poco per una madre.

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Tram 83

Il Tram 83 è il giardino delle delizie e l’allucinato epicentro della“Città-Paese”, capitale di un imprecisato ma riconoscibile stato africano: prostitute di ogni età, musicisti scalcagnati, turisti a scopo di lucro, minatori alcolizzati e faccendieri carichi di soldi sporchi, stranieri in cerca di fortuna e locali in cerca di un diversivo alla miseria si incrociano e rimescolano nel bar a luci rosse piú fornito – di bevande, divertimento e carne di cane – della città. È la frontiera africana, niente regole e l’imperativo categorico della sopravvivenza per tutti.

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Il cercatore di tenebre

Lo psicologo forense Philip Taiwo è considerato in Nigeria uno dei più autorevoli esperti del comportamento e della violenza delle folle. È per questo che a lui si rivolge un importante manager nigeriano per indagare su un atroce fatto di cronaca che ha visto fra le vittime suo figlio: la tortura pubblica e l’omicidio di tre studenti universitari di Okriki da parte della folla.

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In-Verse. Poesia femminile dal Sudafrica

Terra, casa e madrepatria; lingua, espressione e corpo; genealogie, antropologie e archeologie poetiche; traduzioni, letture e performance: come si intrecciano, si sciolgono, si complicano questi nessi nel panorama della poesia femminile sudafricana in inglese e afrikaans? Quali racconti e quali suoni ricompongono la memoria lacerata delle donne, riscrivono la Storia/ le storie da nuovi punti di vista, riconciliano passato, presente e prospettive future?

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Zainab conquista New York

Zainab si prepara a cominciare il suo stage a New York. Sogna di diventare un’illustratrice professionista e, tra vita notturna, archivi di fumetti storici e street art, gli stimoli non le mancano. Peccato che le donne della sua famiglia si intromettano a più non posso dal Ghana – e non solo la mamma, che viene a trovarla in carne e ossa nella sua stanzetta in affitto a Brooklyn, ma anche le antenate dall’oltretomba. Voci che criticano, commentano ogni suo passo, spesso irritanti, ma anche capaci di risvegliare una forza ancestrale preziosissima.

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Dimora di Ruggine

Come guida potrà contare solo su Hamza, un gatto erudito venuto dalla Dimora di Ruggine, un luogo fiabesco e irraggiungibile, mai avvistato dai naviganti. Durante il viaggio la ragazza dovrà superare tre spaventosi mostri marini, e sopravvivere all’incontro con Baba wa Papa, il sovrano di tutti gli squali, prima di riuscire a trarre in salvo il padre e riprendere la sua vita da dove l’aveva lasciata. Invece, una volta tornata a casa, tutto sembrerà solo più bizzarro di prima, tra corvi parlanti, caproni e altri animali ficcanaso.Per sottrarsi alle pressioni della nonna, che vorrebbe vederla sposata, come si addice a una giovane della sua età, Aisha comincia a pensare che l’unica salvezza sia ripartire per mare in cerca della mitica Dimora di Ruggine.

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La promessa

Una saga familiare moderna che poteva arrivare solo dal Sudafrica, scritta in splendida prosa dall’autore due volte finalista al Booker Prize, Damon Galgut. Perseguitati da una promessa non mantenuta, dopo la morte della madre i membri della famiglia Swart si perdono di vista. Alla deriva, le vite dei tre figli della donna procedono separatamente lungo le acque inesplorate del Sudafrica: Anton, il ragazzo d’oro amareggiato dal potenziale inespresso che è la sua vita; Astrid, il cui potere sta nella bellezza; e la più giovane, Amor, la cui vita è plasmata da un nebuloso senso di colpa. Ritrovandosi per quattro funerali nel corso di tre decenni, la famiglia in declino rispecchia l’atmosfera del paese: un’atmosfera di risentimento, rinnovamento e infine di speranza.

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Le cicatrici del porto sicuro

Le cause ed i processi che provocano la fuga di milioni di persone. Le guerre per procura, dittature ed ingerenze. È il primo libro che ho cominciato a scrivere ben 5 anni fa, ma che arriva come terzo delle mie opere. Il viaggio dal Mali in Burkina Faso, Algeria, Libia, la detenzione, il lager, il mar mediterraneo ed il naufragio prima di attraversare. Foto e interviste raccolte di nascosto nel carcere e nel lager rischiando la propria vita.

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Ebola ’76

Un ritratto cupo e satirico dell’epidemia da virus Ebola negli anni ‘70 in Congo e Sudan. Louis è un semplice operaio che trasporta inconsapevolmente una malattia mortale nel suo paese d’origine, con conseguenze disastrose per la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi. In una serie di incontri bizzarri e comici, la malattia si diffonde nella città di Nzara. Chitarristi ciechi, simpatici barbieri, tirannici proprietari di fabbriche e sprezzanti mogli si ritrovano presto a lottare disperatamente per la propria vita nel “Tempio dell’Ebola”.

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