Breyten Breytenbach racconta la storia del proprio arresto in Sudafrica, nel novembre del 1975. Arrivato a Johannesburg per battersi contro il regime dell'apartheid, Breytenbach viene accusato di essere un agente del KGB e sbattuto in prigione, dove resterà per 7 lunghi anni. Lo scrittore rievoca le angherie subite, la vita dei detenuti, ma anche l'importanza della scrittura, come strumento di evasione e di libertà. Una denuncia atemporale di ogni forma di razzismo, schiavitù, odio, apartheid.
Breyten Breytenbach
Scrittore e pittore sudafricano, militante antiapartheid.
Memoria di neve e di polvere
Meheret, giornalista etiope che vive a Parigi, narra alla figlia che sta per nascerle la sua saga familiare, per conservare il senso delle origini e della memoria.
Il suo uomo, Mano, un attore sudafricano impegnato politicamente, rientrato in Sudafrica per una missione clandestina, è arrestato e condannato a morte.
L’amore che lega i due protagonisti diventa una rappresentazione della coscienza dei diversi popoli africani.
Ritorno in paradiso
L'autore ritorna per tre mesi insieme alla moglie in Sudafrica nel 1991, dopo il lungo esilio in Europa seguito agli anni della carcerazione.
Con la sua sensibilità di pittore e il suo talento di scrittore conduce il lettore in un viaggio sospeso tra cronaca e memoria, attraverso la maestosa natura dell’Africa, i suoi riti, i suoi contrasti.
Con la sua sensibilità di pittore e il suo talento di scrittore conduce il lettore in un viaggio sospeso tra cronaca e memoria, attraverso la maestosa natura dell’Africa, i suoi riti, i suoi contrasti.