Una raccolta di racconti con cui l'autore offre cinque vividissimi scorci del suo paese. L'Angola si mostra attraverso la vita ostinata di un popolo che sfida quarant'anni di guerre e di devastazione, in una società in cui l'avanzare imperterrito della modernità contrasta con l'arretratezza delle campagne e delle periferie urbane. Manuel Rui ricuce le trame sfilacciate dei destini della sua gente proponendo una carrellata di personaggi straordinariamente umani, tragici, comici, magici, sprovveduti e lestofanti. I protagonisti dei suoi racconti s'incontrano in storie sul limite della Storia, all'interno di una lingua prodigiosa che porta in sé le tracce e le voci di una realtà sorprendente.
Manuel Rui
E’nato nel 1941 in Angola, nella città di Huambo, all’epoca ancora chiamata Nova-Lisboa. Romanziere, poeta, critico letterario, saggista e cantautore, oltre ad aver scritto l’inno nazionale del suo Paese è stato anche il primo angolano a pubblicare un romanzo dopo la fine del regime coloniale (Sim Camarada, 1977). Ha collaborato a numerosi programmi radiofonici e televisivi e, oggi, è certamente uno dei narratori in lingua portoghese più letti e apprezzati al mondo. Le sue opere sono state, infatti, tradotte in diverse lingue tra le quali l’inglese, il francese, lo spagnolo, il russo, il tedesco, lo svedese, l’arabo e l’ebraico.
Magari fossi un’onda
Nell'Angola comunista degli anni immediatamente successivi all'indipendenza, Diogo - stufo di mangiare solo pesce fritto e riso, decide di allevare clandestinamente un maiale nel suo appartamento al settimo piano di un edificio alla periferia di Luanda. I figli di Diogo, Zeca e Ruca, si affezionano subito all'animale e aiutano il padre a difendere il loro nuovo amico dai ripetuti tentativi di sequestro da parte del compagno amministratore di condominio e di tutti i vicini di casa. Quello che i bambini ignorano, però, è che anche il padre non vede l'ora di godersi una contro-rivoluzionaria grigliata.