Sudan
Ebola ’76
Un ritratto cupo e satirico dell’epidemia da virus Ebola negli anni ‘70 in Congo e Sudan. Louis è un semplice operaio che trasporta inconsapevolmente una malattia mortale nel suo paese d’origine, con conseguenze disastrose per la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi. In una serie di incontri bizzarri e comici, la malattia si diffonde nella città di Nzara. Chitarristi ciechi, simpatici barbieri, tirannici proprietari di fabbriche e sprezzanti mogli si ritrovano presto a lottare disperatamente per la propria vita nel “Tempio dell’Ebola”.
Le nozze di al-Zain
Le nozze di al-Zain (pubblicato nel 1969) racconta le stravaganti imprese sentimentali di un personaggio unico nella letteratura di ogni paese. Alto e sgraziato, due soli denti in bocca, al-Zain si è conquistato sul campo una fama sfortunata, quella di un uomo che si invaghisce perdutamente di ragazze che finiscono sempre per sposare qualcun altro. Non gli manca il buon gusto, visto che «si innamorava solo delle ragazze più belle e attraenti del paese, quelle più educate, e quelle con la parlata più dolce», ma tanto efficace è questa sua paradossale qualità, questo suo disperato talento, che le madri affrante di figlie zitelle lo cercano e lo inseguono, confidando nel suo amore senza speranze per cambiare il destino nuziale di quelle giovani donne dall’incerto futuro.
Maledetta
«Dicono di essere vestite, ma non lo sono. Sono delle depravate, destinate all’inferno. Prendetele, condannatele, frustatele!» Il giovane predicatore tuona dal microfono contro Lubna e le altre donne che, in seguito a una retata, sono state condotte al suo cospetto. La loro colpa: indossare pantaloni. Che, secondo la sharia in vigore in Sudan dal 1989, sono vietati alle donne. La pena per chi infrange la legge sono quaranta frustate. Molte delle “depravate” arrestate quella sera subiscono quell’umiliazione, che brucia più delle ferite, e se ne vanno a testa bassa. A volte, ed è cronaca recente, qualcuna muore.
Quaranta frustate
È un giorno di luglio quando Lubna, una giovane giornalista di Khartoum, viene arrestata dalla polizia in un ristorante. Il suo crimine è aver osato portare i pantaloni, un atto che in Sudan, terra della sharia, è considerato oltraggio alla “moralità pubblica” e come tale va punito con quaranta frustate. Lubna e altre quindici donne, colpevoli dello stesso reato, vengono caricate su una camionetta, picchiate, portate in prigione.
Il cacciatore di larve
Il romanzo si apre con la decisione del protagonista, l'agente segreto 'Abdallah Harfash, di scrivere un romanzo. 'Abdallah, costretto all'inattività da un brutto incidente durante una missione, si rivolge allo scrittore di successo A.T. perché lo aiuti a mettere in atto il suo progetto. Durante il divertente percorso che dovrebbe portarlo a trasformare le larve di racconti a sua disposizioni in insetti compiuti, però, succede qualcosa di inaspettato: il maestro A.T. scompare. Proprio quando 'Abdallah, deluso e frustrato dall'abbandono di A.T., sta per rinunciare al suo progetto, il maestro ricompare e gli rivela una verità che cambia completamente il rapporto dell'ex-agente segreto con il grande scrittore e con la grande letteratura.
La ragazza del villaggio Dinka
Alek Wek ha conosciuto la guerra all'età di otto anni, quando il Sudan meridionale ha vissuto una delle tante ricadute di un'eterna guerra civile. Costretta ad abbandonare la sua terra e a rifugiarsi con la famiglia in un villaggio lontano, arriva in maniera rocambolesca a Khartoum, la capitale, dove vive fino alla morte del padre. La madre allora la manda a studiare a Londra, dalla sorella maggiore.