Ondjaki
Ondjaki (pseudonimo di Ndalu de Almeida) è nato a Luanda nel 1977. Comincia a scrivere molto presto, si laurea in sociologia a Lisbona, studia cinema a New York. Ha al suo attivo più di trenta titoli, tra libri di racconti, romanzi, poesia, teatro e libri per l’infanzia e i ragazzi.
È uno dei registi del documentario Oxalá cresçam pitangas – histórias de Luanda, una coproduzione tra Angola e Portogallo, e membro del sindacato degli scrittori dell’Angola.
Tradotto in molte lingue, tra cui inglese, francese, spagnolo, italiano, tedesco, serbo, svedese e polacco, quattro suoi precedenti libri sono già comparsi in italiano.
Ha vinto, fra gli altri, il Prémio Sagrada Esperança (Angola, 2004) per E se amanhã o medo, il Grande Prémio APE (Portogallo, 2007) per Os da minha rua, il Grinzane for Africa Prize nella categoria Best Young Writer (Etiopia/Italia, 2008), il Prémio FNLIJ e in Brasile il Prémio Jabuti, nella categoria “letteratura per ragazzi”, per AvóDezanove e o segredo do soviético (Seguinte 2010). Con Trasparenti ha vinto nel 2013 il premio Saramago e nel 2016 il premio Littérature-Monde in Francia, nella categoria letteratura non francese. Nel 2012 il Guardian lo ha indicato tra i suoi “Top Five African Writers”. Attualmente vive in Angola dove gestisce la libreria Kiela e la casa editrice Kacimbo.
NonnaDiciannove e il segreto del sovietico
Con questo romanzo l'autore riesce a raccontare le crepe e le contraddizioni dell’Angola postcoloniale senza appesantire la narrazione di retorica politica. Le surreali vicende che ruotano attorno a un improbabile mausoleo a lode e gloria del Compagno Presidente Agostinho Neto e al piano per farlo saltare in aria sono osservate attraverso gli occhi di un bambino che parla una lingua inedita, infantile e coltissima, che cerca di adattarsi alla realtà, senza rinunciare a interpretarla.
Il fischiatore
Un borgo sperduto popolato di asini a cui si vota un bizzarro culto. Abitanti stralunati: una giovane donna che accumula sale, in omaggio nostalgico all'oceano al quale tornerà; un Commesso Viaggiatore che sa di alchimia; un Becchino che sta di guardia a un cimitero dove da anni non si scavano tombe; un Matto che raccoglie le voci del villaggio; una vecchia che a ogni estrema unzione raddoppia in vitalità; e un Parroco, amante del buon vino, che veglia su questa comunità con affettuosa partecipazione.
Le aurore della notte
Un uomo racconta, l’altro ascolta continuando a comperare birre che permettono di mantenere la gola umida e alle parole di uscire fluidamente; e intanto la pioggia continua a scorrere, pagina dopo pagina, bagnando strani personaggi.
Il tutto è ambientato a Luanda, la città passata negli anni della guerra civile da uno a quattro milioni di abitanti, su un centro in continua sregolata espansione e una crescita esponenziale di favelas suburbane di desolante povertà, la capitale angolana è sopravvissuta a guerre dilanianti, è sopravvissuta a una corruzione imperante e a un sistema sconsiderato di aiuti internazionali, mettendo a punto un’economia parallela che chiama in gioco, oltre che un’immensa capacità inventiva nell’eterna arte di arrangiarsi, anche un’importante rete di solidarietà e di auto e mutuo aiuto.