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Voci dall’Hazaristan Storia del popolo Hazara fra discriminazione, marginalizzazione sociale e massacri etnici

Incastonato tra montagne altissime e impervie, nel cuore dell’Afghanistan, l’Hazaristan è una terra magica, crocevia millenario di invasioni, conquiste e migrazioni di popoli. È, però, una terra che sanguina per la sofferenza della propria gente, gli Hazara, costretti a vivere in un regime di marginalizzazione sociale e discriminazione fin dall’istituzione della monarchia afghana, nel 1747.

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Come alberi in cammino. Storie migranti

Antologia dei racconti finalisti del concorso DiMMi, Diari Multimediali Migranti 2021.

Mahamadou esplora il mondo, la dittatura costringe María all’esilio, il sogno di Hosny è diventare parrucchiere, Franck scappa dalla famiglia del suo ragazzo, Alba Marina cerca le sue radici. Sedici voci sorprendenti nel coro di migliaia di donne e uomini che inseguono la libertà dei diritti. Sedici vite che puntano tutto sulla speranza di una Terra senza confini.

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Le dannate del mare. Donne e frontiere nel Mediterraneo

Per molto tempo le donne sono state assenti dal grande racconto della migrazione. Eppure sono molte quelle che lasciano le loro case e i loro affetti per intraprendere il lungo viaggio attraverso il deserto e il Mediterraneo. Basato su ricerche sul campo condotte ai confini dell’Europa, in Italia e a Malta, questo libro è un’inchiesta sulle tracce delle sopravvissute: nel restituire le molteplici sfaccettature dei loro percorsi e destini, declina al femminile la storia recente delle migrazioni nel Mediterraneo, rifiutando la stereotipata dicotomia che oppone la migrante-vittima alla migrante-eroina, per adottare il punto di vista dell’esperienza diretta delle donne.

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Diritto d’esilio. Per una politicizzazione della questione migratoria

Il migrante non è semplicemente una vittima. È, per sua natura e per il suo numero, un soggetto politico, una figura al prisma della quale leggere l’insieme delle questioni sociali È un pamphlet sulla condizione umana che chiede il riconoscimento della figura del migrante come soggetto politico, ripensando il concetto di esilio. Non più un diritto d’asilo, per come era stato istituito in risposta all’emergenza che seguì la Seconda guerra mondiale e ormai inadatto a rispondere alle necessità della contemporaneità, ma il diritto di lasciare il proprio paese e muoversi nello spazio oltre i confini.

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Un giorno senza fine. Storie dall’Ucraina in guerra

Il 24 febbraio 2022, la Federazione Russa invade l'Ucraina. All'improvviso l'Europa si risveglia in guerra. Si scontrano due Stati già in conflitto da otto anni, anche se tutti sembravano averlo dimenticato. Torna il fantasma della guerra fredda e il timore di un'escalation nucleare globale. La guerra viene subito raccontata in diretta da migliaia di giornalisti di tutto il mondo, ma l'opinione pubblica è travolta da analisi geopolitiche, violenti scontri di opinione e contrapposizioni ideologiche, che si concentrano più sull'opportunità dell'invio di armi e del sostegno a Kiev che sulla situazione sul campo e le sue conseguenze.

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Interno Pankisi

Mosso dal desiderio di appartenere a un luogo di cui ormai è straniero, un uomo torna nella valle in cui è cresciuto, incastonata tra le montagne del Caucaso; lì ritrova il suo popolo, una minoranza musulmana di origine cecena scossa da tensioni religiose e sociali, e inevitabilmente la sua mente va al passato di quando era ragazzo, un passato in cui la storia personale e quella collettiva si incrociano: le guerre cecene, la diffusione del salafismo, la lenta scomparsa di una comunità e di una cultura. Senza destino sono sia lui che la sua comunità di provenienza, tenacemente rinchiusa in quella valle straziata dalla Storia.

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Kabul, crocevia del mondo

I talebani sono tornati al potere dopo vent'anni di conflitto che gli Stati Uniti e gli occidentali non sono riusciti a vincere nonostante aver investito miliardi e perso migliaia di uomini. Com'è stato possibile? Che cosa è successo nei mesi precedenti alla caduta di Kabul? Che ruolo hanno avuto l'accordo di Doha e la trattativa di Trump?

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Afghanistan. Storia, geopolitica, patrimonio

L'Afghanistan, orgogliosamente indipendente, non piegato dagli appetiti coloniali del Grande Gioco, è stato duramente provato dalla storia più recente intessuta di colpi di Stato, guerra tra fazioni, interventi stranieri e terrorismo. Questo libro ci conduce attraverso etnie, tradizioni tribali, pratiche dell'Islam, interessi dell'oppio, stragi, ricatti e mutazioni dell'integralismo, per arrivare ai recenti accordi che dovrebbero concludere la "guerra umanitaria" Usa. Nella seconda parte, dedicata alla memoria di Giorgio Stacul docente di Protostoria eurasiatica, viene offerto un panorama del Patrimonio dell'Afghanistan, erede di civiltà persiana, indo-ellenismo, buddhismo e Islam.

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Il Paese che uccide le donne

È un romanzo storico, Il Paese che uccide le donne, un libro che, attraverso personaggi di fantasia, racconta col piglio del reportage il Messico contemporaneo. Un Paese in cui per quasi tutti è difficile vivere, ma per una donna ancora di più. Paul e Dana sono, così, i protagonisti di una storia corale che ha per sfondo l’intero Paese, il cui cancro storico si chiama droga e la cui realtà, nell’ultimo decennio – il più violento in assoluto – è ben spiegata dal numero di omicidi: oltre 215mila, pari a uno ogni 23 minuti. Un Paese “fantoccio” in mano ai narcotrafficanti, che vanno a braccetto con pezzi delle istituzioni.

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Rifugiati. Verità e falsi miti. Dati, analisi e storie vere per demolire pregiudizi e luoghi comuni

«Non possiamo aiutarli a casa loro?», «Se sono così poveri, dove li prendono i soldi per il viaggio?», «Ci rubano il lavoro», «Alla fine tutti o quasi commettono dei crimini». Sono tutte frasi che abbiamo sentito pronunciare o abbiamo pronunciato noi stessi parlando di uno dei problemi più grandi del mondo contemporaneo: i rifugiati, il flusso umano che arriva da paesi in cui la situazione politica e sociale è stata dichiarata invivibile. Spesso ci si scorda che il loro muoversi è assolutamente legale, regolato da leggi del diritto internazionale (come la "Convenzione del 1951 sui Rifugiati" di cui proprio quest'anno ricorre il 70 esimo anniversario), che non si sta parlando solo di un generico, per quanto meritevole, appello al buon cuore, ma che si parla di diritti, da parte dei rifugiati, e doveri, da parte di chi deve accoglierli e dar loro protezione.

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Le strade per Roma. Rapporto 2021 sulle migrazioni interne in Italia

Nella crescita della Roma contemporanea le migrazioni interne hanno avuto un ruolo fondamentale. Trascurati a lungo e quindi scarsamente approfonditi, i flussi migratori che hanno popolato Roma partendo dal resto d'Italia meritano una rinnovata attenzione. Già da fine Ottocento la composizione della popolazione romana è stata notevolmente modificata dagli apporti esterni. L'eccezionale espansione della città per tutto il corso del Novecento si è nutrita di una molteplice spinta proveniente dagli arrivi da fuori città: dalla provincia alle altre aree del Lazio fino alle regioni dell'Italia centrale, per non dimenticare il Piemonte e il Veneto, insieme all'afflusso di massa dalle regioni meridionali, divenuto sempre più significativo. Utilizzando la chiave di lettura delle migrazioni interne,

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Al cuore della migrazione

Un’opera collettiva, costruita grazie ai contributi di più di sessanta scrittori, poeti e artisti provenienti da tutto il mondo, che hanno prestato le loro voci per raccontare la drammaticità della situazione migratoria e per portare attenzione su un tema così delicato e urgente. L’opera, pubblicata per la prima volta in Francia nel 2018, contiene testi di prosa, poesia e immagini per la maggior parte inediti. L’edizione italiana è curata da Barbara Sommovigo, Marta Ingrosso e Carolina Paolicchi.

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Migranti e rifugiate. Antropologia, genere, politica

Questo libro interseca prospettive di genere e di antropologia femminista con indagini sulle donne rifugiate e migranti a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Il testo esplora alcuni studi etnografici sulle migrazioni delle donne alla luce dei passaggi storici delle teorie di genere e femministe, proponendo un’angolatura teorica innovativa per lo studio della mobilità umana. In contrasto con l’immagine persistente che ritrae immigrate e rifugiate come soggetti sospesi dalla storia, queste pagine mostrano come siano proprio coloro che infrangono sicurezze, presentandosi sulla scena politica come profughe e migranti, superando le linee del colore, del genere, della classe, a proporre prospettive radicali per l’analisi dei poteri dello Stato, delle gerarchie sociali e anche dell’ineguale distribuzione politica del dolore.

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Corpi migranti

Era il 2015 quando l’autore cominciò a documentare i sistemi di gestione dei corpi dei migranti deceduti nel tentativo di raggiungere l’Italia. Partendo dai cimiteri siciliani, per capire dove e come questi corpi sono sepolti, a quanti è stato dato un nome o cosa c’è in mancanza, il lungo percorso di indagine sarebbe terminato, alcuni anni dopo, in un villaggio del Saloum, in Senegal. I frammenti di cui si compone ci mettono di fronte, senza scampo, alla morte di giovani migranti, alla gestione dei loro corpi e a un lutto spesso impossibile.

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Cosa c’è dopo il mare

Nilufar, studentessa iraniana impegnata nelle proteste contro il regime degli ayatollah. Leila, attivista, ex combattente di una formazione laica contro Assad. Ada, operatrice sociale di Roma nel campo delle migrazioni e volontaria nella cooperazione internazionale, da poco disoccupata. Tre destini, tre donne separate dai confini e dalla geopolitica internazionale, di età e culture diverse, ma accomunate da un sentire profondo che le porta a non voltarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, anche se il prezzo da pagare è alto in termini personali, a volte altissimo.

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Le guerre delle donne

L’abito bianco di Hope che cancella la sua schiavitù. Gli occhi allungati di Agnèse che fendono le tenebre di un conflitto cruento. Il grido di Lucy che abbatte l’omertà su un crimine di Stato. Trenta donne. Trenta voci dall’Africa al Brasile fino all’Europa, unite nel dire no alle ingiustizie e alla violenza. In un intreccio di reportage giornalistico e colloquio intimo, le loro storie toccano i nodi più cruciali dei diritti femminili violati, regalandoci ritratti profondamente rivoluzionari e indimenticabili.

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Mediterraneo e donna. Il femminile nelle tradizioni e nelle realtà musicali mediterranee

Un’immersione nell’universo femminile attraverso le tradizioni e le realtà musicali mediterranee. Conversazioni con artisti e non solo, persone portatrici di memorie, di vissuti, di sapienza che ci aprono finestre su ciò che le donne, nei secoli, hanno affidato ai canti, alle danze. Persino laddove le parole non potevano esprimere ed esternare, con la musica si aggiravano le censure e e si affidavano ai canti e ai gesti danzanti tutte le emozioni e i sentimenti taciuti, repressi.
Proprio grazie alla musica le donne hanno tramandato, di generazione in generazione, l’identità del proprio popolo e ancora grazie alla musica è possibile mantenere il senso delle radici e costruire un ponte tra passato e futuro.

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Tu

Tu, primo romanzo di Uzun del 1984 è un libro a due voci in cui risuona l’appello diretto al lettore e alle coscienze. In prima persona si legge il dialogo tra il prigioniero, d’ispirazione autobiografica, e un insetto che condivide la sua cella, metafora ricca di riferimenti letterari e del “grado zero” della comunicazione, come si legge nell’introduzione del libro, in seconda persona sono raccontati invece gli eventi che precedono la notte in cui il personaggio è arrestato, e digressioni nel passato in una Diyarbakır millenaria e attuale, politica, sanguinosa e oppressa, ma al tempo stesso protagonista, ambita e viva.

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Oggetti contesi. Le cose nella migrazione

Per diventare cose, ha scritto una volta Remo Bodei, gli oggetti devono assumere una valenza soggettiva, emergendo dal campo di forze che se ne contendono il significato. Il caso più emblematico di questa emersione rimane probabilmente quello dello smartphone, il cui avvistamento tra le mani di un migrante prelude spesso allo sfogo di retoriche xenofobe e razziste. Al lato opposto della contesa, internet risulta invece il medium diasporico per eccellenza, perché solo nel cyberspazio è possibile accorciare le distanze che separano chi parte da chi rimane e coloro che partono tra di loro, trasformando dispositivi come la parabola satellitare o il telefono in un "frammento di casa".

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