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Stupore indigeno

Un diario di viaggio nelle viscere del Brasile: Stupore indigeno si articola intorno ai margini smarginati e a un intermezzo che affronta le difficoltà del viaggiare tra localismi rivendicati o subiti e cosmopolitismi vissuti o desiderati. Massimo Canevacci presenta le culture xavante, bororo e krahô attraverso una narrazione che spazia dal vissuto personale al racconto di usi e rituali che ha avuto il privilegio di conoscere da dentro. Una costellazione concettuale ed emozionale fondata sullo stupore che dilata e attraversa il corpo poroso in una mescolanza resa possibile dalla profondità dell’amicizia.

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Il viaggio e le sorprese della natura. Tra Malinowski e Maupassant

Martedì 18 aprile 2023 alle ore 17.30 presso la Biblioteca Enzo Tortora in via Nicola Zabaglia, 27/b si tiene la presentazione del libro Il viaggio e le sorprese della natura. Tra Malinowski e Maupassant (Orme editore, 2021) di Roberto Mamone. Oltre all'autore, intervengono Paolo Crocchiolo, biologo evoluzionista e Silvio Marconi, antropologo.

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Migranti e rifugiate. Antropologia, genere, politica

Questo libro interseca prospettive di genere e di antropologia femminista con indagini sulle donne rifugiate e migranti a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Il testo esplora alcuni studi etnografici sulle migrazioni delle donne alla luce dei passaggi storici delle teorie di genere e femministe, proponendo un’angolatura teorica innovativa per lo studio della mobilità umana. In contrasto con l’immagine persistente che ritrae immigrate e rifugiate come soggetti sospesi dalla storia, queste pagine mostrano come siano proprio coloro che infrangono sicurezze, presentandosi sulla scena politica come profughe e migranti, superando le linee del colore, del genere, della classe, a proporre prospettive radicali per l’analisi dei poteri dello Stato, delle gerarchie sociali e anche dell’ineguale distribuzione politica del dolore.

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Oggetti contesi. Le cose nella migrazione

Per diventare cose, ha scritto una volta Remo Bodei, gli oggetti devono assumere una valenza soggettiva, emergendo dal campo di forze che se ne contendono il significato. Il caso più emblematico di questa emersione rimane probabilmente quello dello smartphone, il cui avvistamento tra le mani di un migrante prelude spesso allo sfogo di retoriche xenofobe e razziste. Al lato opposto della contesa, internet risulta invece il medium diasporico per eccellenza, perché solo nel cyberspazio è possibile accorciare le distanze che separano chi parte da chi rimane e coloro che partono tra di loro, trasformando dispositivi come la parabola satellitare o il telefono in un "frammento di casa".

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