Questo libro interseca prospettive di genere e di antropologia femminista con indagini sulle donne rifugiate e migranti a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Il testo esplora alcuni studi etnografici sulle migrazioni delle donne alla luce dei passaggi storici delle teorie di genere e femministe, proponendo un’angolatura teorica innovativa per lo studio della mobilità umana. In contrasto con l’immagine persistente che ritrae immigrate e rifugiate come soggetti sospesi dalla storia, queste pagine mostrano come siano proprio coloro che infrangono sicurezze, presentandosi sulla scena politica come profughe e migranti, superando le linee del colore, del genere, della classe, a proporre prospettive radicali per l’analisi dei poteri dello Stato, delle gerarchie sociali e anche dell’ineguale distribuzione politica del dolore.
Barbara Pinelli
Barbara Pinelli insegna Antropologia dei processi migratori presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Si occupa di migrazioni forzate e di rifugiati coniugando prospettive di antropologia politica, studi sul potere e sul soggetto con riflessioni femministe e di genere. Le sue ricerche sono in particolare rivolte alla violenza di genere nelle migrazioni delle donne richiedenti asilo.