Roma, agosto 2010. In un vecchio palazzo senza ascensore, Ilaria sale con fatica i sei piani che la separano dal suo appartamento. Vorrebbe solo chiudersi in casa, dimenticare il traffico e l’afa, ma ad attenderla in cima trova una sorpresa: un ragazzo con la pelle nera e le gambe lunghe, che le mostra un passaporto. «Mi chiamo Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti» le dice, «e tu sei mia zia.»
Sangue giusto
![](http://www.romamultietnica.it/wp-content/uploads/2018/11/20656e4f88d8c0f185494e1ec52754ba.jpg)
![](http://www.romamultietnica.it/wp-content/uploads/2018/11/20656e4f88d8c0f185494e1ec52754ba.jpg)