Il lungo percorso tra le valli e le alture del Kurdistan ricostruisce il mosaico di una terra piena di contraddizioni. Questo diario di viaggio, attraverso luoghi di guerre e controsensi, di confini labili e vite incerte, diventa testimonianza diretta di un popolo che lotta per il riconoscimento della sua stessa esistenza e che ha dovuto difendersi nei secoli per custodire la propria lingua e cultura.
Paesaggi urbani pervasi dall'odore di petrolio e anonimato; piazze e mercati dove lampeggiano fuochi e aleggia profumo di chai; miscugli di lingue e bandiere che disegnano la storia controversa di chi rivendica allo stesso tempo autonomia e desiderio di protezione.
Lorenzo Giroffi
Lorenzo Giroffi vince il premio Repoter contro l’usura ed il Premio di Giornalismo Internazionale Maria Grazia Cutuli, gira documentari sulla rivoluzione tunisina, sulla cementificazione in Lombardia, sul complicato trapasso istituzionale e rappresentativo in Kosovo, sulla gestione dei rifiuti e della risorsa acqua in Italia, fino all’analisi della situazione egiziana. Viaggia lungo i confini di Siria, Iraq e Turchia, nel Kurdistan dimenticato, da cui nasce il documentario My name is Kurdistan. Di recente è stato in trincea a fianco dei soldati durante il conflitto nel Donbass. Nella narrativa esordisce con Il Pianto di una matita (2008), nel 2011 Con-fine edizione pubblica il suo secondo romanzo Visioni Meccaniche. First Line Press nel 2013 pubblica i suoi racconti dal Kosovo Vene Kosovare.