Era il 2015 quando l’autore cominciò a documentare i sistemi di gestione dei corpi dei migranti deceduti nel tentativo di raggiungere l’Italia. Partendo dai cimiteri siciliani, per capire dove e come questi corpi sono sepolti, a quanti è stato dato un nome o cosa c’è in mancanza, il lungo percorso di indagine sarebbe terminato, alcuni anni dopo, in un villaggio del Saloum, in Senegal. I frammenti di cui si compone ci mettono di fronte, senza scampo, alla morte di giovani migranti, alla gestione dei loro corpi e a un lutto spesso impossibile.
Max Hirzel
Nasce a Milano nel 1968. Studia allo I.E.D. e inizia subito a lavorare come fotografo pubblicitario ma presto litiga con questo ruolo. Torna alla fotografia professionale solo parecchi anni dopo, questa volta come fotogiornalista. Membro del collettivo francese Haytham Pictures dal 2012, si ritaglia spazi e pubblicazioni in riviste come 6Moix, Der Spiegel, Polka, The Guardian e altre. La riflessione sul “senso” del ruolo di fotografo nell’attuale contesto giornalistico lo porta a spostarsi sempre più verso storie di lungo corso.
La migrazione è tema che lo appassiona più di altri, non solo fotograficamente.