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Il pericolo di un’unica storia

"Quando rifiutiamo l’unica storia, quando ci rendiamo conto che non c’è mai un’unica storia per nessun luogo, riconquistiamo una sorta di paradiso". Cosí si esprime Chimamanda Ngozi Adichie in questo mirabile testo, che riprende la sua prima celebre conferenza TED del 2009. È un libro di estrema universalità e attualità. Riguarda il rischio che corriamo ogni volta che semplifichiamo, vedendo la realtà attraverso un unico punto di vista. Adichie racconta cosí come ha trovato la sua autentica voce culturale.

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La comparsa

La Comparsa è un racconto dolce amaro, che indaga nelle piaghe dell’interiorità della protagonista. Elisa, mamma e moglie che si trova a fare i conti con un presente fatto di cambiamenti del corpo e della mente, di responsabilità e di pesi da portare. La narrazione conduce il lettore nella quotidianità della donna, spiazzata dall’indifferenza e dalla distanza del marito, e allo stesso tempo della superficialità e dall’abuso dei social con cui le nuove generazioni si affacciano alla vita e al confronto con gli altri.

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Le nozze di al-Zain

Le nozze di al-Zain (pubblicato nel 1969) racconta le stravaganti imprese sentimentali di un personaggio unico nella letteratura di ogni paese. Alto e sgraziato, due soli denti in bocca, al-Zain si è conquistato sul campo una fama sfortunata, quella di un uomo che si invaghisce perdutamente di ragazze che finiscono sempre per sposare qualcun altro. Non gli manca il buon gusto, visto che «si innamorava solo delle ragazze più belle e attraenti del paese, quelle più educate, e quelle con la parlata più dolce», ma tanto efficace è questa sua paradossale qualità, questo suo disperato talento, che le madri affrante di figlie zitelle lo cercano e lo inseguono, confidando nel suo amore senza speranze per cambiare il destino nuziale di quelle giovani donne dall’incerto futuro.

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Un oceano, due mari, tre continenti

Il viaggio di Nsaku Ne Vunda ha inizio nel 1583 in una notte di tempesta, nel piccolo villaggio di Boko, «una contrada di misteri e magia, dove i morti a volte si aggiravano tra i vivi in una promiscuità mistica che sfidava le leggi della ragione». Cresciuto nel rispetto degli antenati e delle tradizioni del suo popolo, studia alla scuola dei missionari nella capitale del regno del Congo, dove viene ordinato prete con il nome di don Antonio Manuel. Tornato nel villaggio natale, si dedica alla costruzione di una cappella e percorre la provincia allo scopo di convincere donne e uomini a unirsi alla comunità dei cristiani. Un destino inaspettato però lo attende. Convocato da re Alvaro II, viene nominato ambasciatore presso la Santa Sede con una missione segreta: informare il papa della tratta degli schiavi che riduce i suoi connazionali in catene.

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Titanic africani

Titanic africani è la storia non raccontata della gente di barca africana e del loro esodo disperato verso le spietate sponde del Mediterraneo. Il romanzo è un’amicizia fugace ma profonda, la perseveranza nata dalla disperazione e il potere delle storie di superare le difficoltà del presente. Alternando azione frenetica e riflessione meditativa, il romanzo segue le avventure del migrante eritreo Abdar. Mentre viaggia verso nord, la narrazione rispecchia il ritmo dei suoi viaggi e la tensione tra vita e morte, speranza e disperazione.

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Il signore gentile

L’Africa non è un continente facile. Tra dittatori, politiche opache, credenze e pratiche che lasciano esterrefatti, Lino Bordin – membro dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – vive il suo lavoro con assoluta dedizione lasciando che i suoi meriti siano attribuiti ad altri e instaurando con colleghi e popolazione locale una vicinanza che gli varrà riconoscimenti molto più grandi. Oggi che il fenomeno dell’immigrazione è così attuale, poco conosciamo di come si vive in quelle terre e poco sappiamo di chi è impegnato ad arginare almeno fame, sete e malattie.

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Acquadolce

«Ho vissuto molte vite dentro questo corpo. Ho vissuto molte vite prima che mi mettessero in questo corpo. Vivrò molte vite quando me ne tireranno fuori.»
Ada è nata in Nigeria, in un villaggio di terra rossa, ma a diciotto anni si è trasferita negli Stati Uniti per studiare. È un’adolescente come tante: frequenta le lezioni, esce a ballare, si ubriaca, si innamora. Ma Ada è un’adolescente come nessun’altra. La sua mente è abitata da presenze oscure: non sono le paure che assediano ogni coscienza umana, ma spiriti ancestrali della sua terra, reali quanto i compagni di college con cui passa le serate. Questi spiriti l’hanno seguita nel mondo quando è nata e sono rimasti intrappolati dentro di lei. Qui dimorano e combattono e offrono sacrifici di carne alla dea serpente che li ha partoriti, ma quando un evento traumatico minaccia di distruggere questo fragile equilibrio, gli spiriti prenderanno il sopravvento e non si fermeranno davanti a niente pur di difendere la loro Ada.

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La felicita è come l’acqua

L'acqua non disseta e non bagna, piuttosto si disperde in rivoli fra le mani; è la felicità, passeggera e per questo preziosa, raccontata nelle moderne fiabe africane di Chinelo Okparanta. Leggendo le sue storie cí immergiamo, accompagnati da una lingua lirica e una cadenza folclorica, in un nuovo mondo sorretto da parole antiche, ascoltate di sottecchi mentre si cucina un riso jollof, tuonate da pulpiti, o peggio ancora mai pronunciate e sepolte in un quotidiano limaccioso e misterico, riaffiorando in superficie, annaspando per trovare l'aria.

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Le cicogne sono immortali

Continuazione ideale di Domani avrò vent’anni, questo romanzo ci riporta nella Pointe-Noire di fine anni Settanta, in tre giorni cruciali nella storia del Congo-Brazzaville. Ritroviamo Michel, il piccolo sognatore, oggi un ragazzino con la testa sempre tra le nuvole; Papà Roger, attaccato ventiquattro ore su ventiquattro alla radio per ascoltare le ultime notizie dal mondo; Mamma Pauline, la venditrice di caschi di banane, forte, impavida; insieme a una spassosa carrellata di personaggi. Non mancano i cinema Rex e Duo, che trasmettono sempre i soliti fi lm, il quartiere Trois-Cents, quello delle prostitute, e tutti i luoghi cari alla memoria di Mabanckou e dei suoi lettori.

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La pelle in cui abito

Un ragazzo di quindici anni si mette in viaggio dalla Costa d’Avorio per raggiungere l’Europa. Il suo nome è Kader Diabate. In questo libro racconta la fuga da casa e l’attraversamento del deserto, l’incarcerazione in Libia e il viaggio nel Mediterraneo, fino all’arrivo in Italia. Ma soprattutto racconta la sua voglia di libertà e la sua ribellione contro l’arroganza e l’ingiustizia degli uomini. Perché la sofferenza vissuta è diventata il carburante per alimentare la sua lotta pacifica, nutrita dalla passione per i libri e la cultura. Oggi Kader ha poco più di vent’anni.

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Il Mago dei corvi

Il Presidente dell’Aburiria – poverissimo paese africano vessato dalla dittatura – soffre di una strana malattia: l’uomo vorace e senza scrupoli che ha instaurato un governo repressivo fondato sulla paura, ora fluttua nella stanza del trono, gonfio a dismisura e incapace di parlare. Nessuno può curarlo, tranne il famigerato Mago dei corvi: un giovane stregone di nome Kam ̃ıt ̃ı, noto tra la gente per le sue straordinarie facoltà magiche.
Nel paese intanto, mentre il governo avvia la costruzione di un’opera faraonica – la Marcia verso il Paradiso, una sorta di moderna Torre di Babele – esplode la protesta guidata dal Movimento per la Voce del Popolo, di cui fa parte la bella Nyaw ̃ıra, che lotta clandestinamente per i diritti delle donne, per i poveri e la libertà.

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Kintu

All’alba del 2004, tra le baracche e gli acquitrini di Kampala, capitale ugandese, Kamu Kintu è prelevato da due funzionari pubblici per un interrogatorio. Ma una volta in strada, ammanettato come un ladro, verrà linciato dalla folla, pronta a trattarlo come «una cosa» priva di ogni umanità. Forse è solo un tragico scherzo del destino, oppure l’esito inevitabile presagito dal nome della vittima: in luganda Kintu significa cosa, ma designa anche il primo uomo della mitologia Ganda. All’origine di quel destino c’è un episodio accaduto nel regno del Buganda nel lontano 1750, quando il governatore della provincia di Buddu, Kintu Kidda, intraprese una pericolosa traversata per rendere omaggio al nuovo sovrano, l’usurpatore Kyabaggu.

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La stagione dell’ombra

Siamo nel cuore dell’Africa sub-sahariana, nel villaggio del clan dei mulongo. Una notte, un incendio lo devasta e dodici giovani uomini scompaiono. Dove sono finiti? Chi è il responsabile? Una delle loro madri, Eyabe, continua a sognare il paese dell’acqua e lascia il villaggio alla ricerca del figlio. Il capo Mukano si mette in viaggio con la sua scorta per chiedere notizie alla regina dei bwele, il clan vicino con cui i mulongo intrattengono pacifici scambi commerciali. Anche suo fratello Mutango si allontana ma perché vuole approfittare della situazione e prendere il comando del clan grazie all’aiuto dei bwele. Lungo il tragitto, i tre personaggi iniziano a intuire una terribile verità.

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La libertà

In un mondo di fantasia molto simile al nostro, una giovane donna di nome Amalantis viene arrestata per aver posto una semplice domanda: "Chi è il prigioniero?". Quando Amalantis scompare all'improvviso, Karnak, il suo fidanzato, comincia a cercarla ovunque. È un tentativo disperato e affannato, che sfocia in una consapevolezza crescente: per ritrovarla, deve prima comprendere il senso della sua domanda. La ricerca lo conduce così nei meandri di un mondo spaventoso, dove regnano menzogne, soprusi e paura, e al cui centro si staglia la Prigione.

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Rue de Berne, numero 39

Dipita è cresciuto in Rue de Berne, nel cuore del quartiere a luci rosse di Ginevra, accudito da una combriccola wolowoss, lucciole affettuose e pettegole che gli insegnano come stare al mondo e difendersi da spacciatori, «mariti di professione» e venditori di kebab. Ora che è rinchiuso nel carcere di Champ-Dollon, e ha tempo per riflettere sulla propria vita, il ragazzo decide di ricostruire le tappe del viaggio che ha condotto la sua famiglia da un piccolo villaggio del Camerun alla ricca metropoli elvetica: a partire dalle disavventure di sua madre Mbila, introdotta a sedici anni nel giro della prostituzione dopo essere sbarcata in Europa in compagnia di trafficanti e ballerine di bikutsi.

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Coconut. Nera fuori bianca dentro

Ofilwe e Fikile, ragazze nere di una Johannesburg post apartheid, sono molto diverse. La prima ha avuto tutto dalla vita, ma è ancora troppo immatura per affrontare il rapporto con le tradizioni degli antenati, l'atteggiamento ribelle del fratello Tshepo, il rifiuto da parte dei compagni bianchi. La seconda, dopo il suicidio della madre, vive in totale povertà con lo zio inetto e molesto; è disposta a qualsiasi sacrificio pur di lasciarsi alle spalle il passato, verso un futuro che la riscatti dalle umiliazioni subite.

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Primula della sera

Masechaba è cresciuta nel Sudafrica delle possibilità, il Sudafrica di Mandela presidente. Durate l'adolescenza ha sofferto di dolori cronici dovuti all'endometriosi: il sangue ha forgiato il suo carattere, l'ha resa una persona solitaria, ma l'ha anche condotta alla medicina. Diventata internista, inizia a mettere in discussione le sue capacità di affrontare la malattia e soprattutto il dolore degli altri, si chiede quando riesca a darsi davvero ai suoi pazienti, a prendersi cura di loro.

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La nostra civiltà

Il cammino di un uomo africano attraverso "la nostra civiltà", tra i ricordi della terra natia, troppo presto abbandonata, e i segni devastanti del capitalismo e dell'imperialismo. Una civiltà sfruttata, la sua, che si contrappone a una civiltà del potere. L'autore, nella sua riflessione, non lascia scampo e ci pone davanti a un bivio; o l'uomo, o il denaro. Il tutto condito da una forma poetica semplice, spontanea ma decisa.

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Terra violata

Il Sumal è un paese felice, almeno fino a quando gli uomini della Fratellanza, feroci integralisti islamici, non occupano il nord dello stato. Per la maggior parte della popolazione, non integralista, comincia un incubo fatto di violenza, barbarie, giustizia sommaria e rigido moralismo in osservanza alle norme della sharia. In queste difficili condizioni un ristretto gruppo di intellettuali decide di fare opera di resistenza attraverso un giornale di opposizione che scatena il furore di Abdel Karim, crudele capo della polizia islamica. Ne consegue un’immediata e spietata repressione che fa sorgere dubbi morali al dottor Malamine, al professor Déthié, alla bella informatica Madjigueen Ngoné e agli altri autori del giornale clandestino: qual è l’effettiva utilità della loro azione, se deve portare all’arresto e alla tortura di chiunque legga o detenga una copia del foglio ribelle? Nel frattempo si scatena la caccia ai misteriosi giornalisti condotta da Abdel Karim con una micidiale alternanza di brutalità spiccia e astuzie psicologiche.

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L’amore è potere, o almeno gli somiglia molto

E' sempre l’amore al centro di questi racconti ambientati tra la vivace umanità di Poteko, una comunità immaginaria dove si mescolano il fascino e le contraddizioni di Lagos, Port Harcourt, Ibadan, luoghi di cui Barrett è il cantore come Joyce lo è stato di Dublino e Čechov di San Pietroburgo. Nove racconti abitati da ladruncoli di strada, pirati informatici, studentesse ninfomani, ragazzine pazze per Shakira, adulteri impuniti, esorcisti ciarlatani.

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