Lingua e storia ucraina
La lingua ucraina
L’ucraino, come il russo e il bielorusso, è una lingua slava orientale. Molto probabilmente è la più vicina delle tre allo slavo originale del IX secolo parlato a Kiyiv, prima dell’introduzione nel X secolo, del più formale slavo ecclesiastico originario della Bulgaria diffusosi insieme al cristianesimo. Il nazionalismo ucraino che fiorì intorno al 1840 spinse i russi a vietare l’uso della lingua ucraina nelle scuole, sui giornali e sui libri.
Nonostante sia stato messo in secondo piano dal russo e dal polacco e addirittura vietato dallo zar Alessandro II nel 1876, l’ucraino ha resistito e attualmente si sta diffondendo sempre di più.
L’ucraino, nel 1990 fu adottato come lingua ufficiale del paese, anche se il russo è compreso praticamente da tutti ed è molto diffuso nelle regioni orientali e nella repubblica autonoma della Crimea della quale è anche la lingua ufficiale.
Gli ucraini occidentali si considerano ucraini al 100% e difendono la loro cultura parlando la loro lingua e sbandierando il loro nazionalismo. A est, dove vivono più di 10 milioni di russi, il nazionalismo è meno sentito e la maggior parte della popolazione parla russo.
La storia dell’Ucraina
Nel 3800 a.C. già ebbe inizio la cultura neolitica e del rame detta Tripol’e (dal nome di un villaggio presso la città di Kiyiv, in Ucraina). La cultura di Tripol’e diffusasi fra i Carpazi e il fiume Dnepr, si suddivise in varie fasi e si prolungò fin oltre il 2000 a.C. In epoca preistorica l’Ucraina apparve già abitata da popolazioni di agricoltori che, grazie all’abbondanza d’acqua e al fertile terreno della regione, trovarono condizioni favorevoli all’insediamento.
La storia dell’Ucraina iniziò, quando gli Sciti che dominavano le steppe a nord del Mar Nero, dal VII al IV secolo a.C. diedero vita a secoli di dominazione politica e culturale straniera. Nel Monastero delle Grotte di Kiyiv è possibile trovare alcune testimonianze della cultura scita: qui, infatti, ci sono tombe che contengono bellissimi oggetti in oro che raffigurano animali e uomini.
Dopo gli Sciti, altre ondate d’invasori (tra cui Ostrogoti, Unni e i kazari turco-iraniani) occuparono le terre che costituiscono l’attuale Ucraina.
Tutta la storia della nazione ucraina è stata caratterizzata da una serie continua di guerre, rivoluzioni e ribellioni. Data la sua posizione geografica vantaggiosa e la ricchezza delle sue risorse è stata spesso sottomessa e spartita tra i paesi vicini più potenti.
I primi che riuscirono a unificare e a controllare la zona per un lungo periodo furono gli Scandinavi noti con il nome di Rus i quali conquistarono Kiyiv nell’882 d.C. e, alla fine del X secolo, la città divenne il centro di uno stato unitario chiamato Rus di Kiyiv, che si estendeva dal Volga a ovest del Danubio e verso sud in direzione del Baltico. Nel 988 il reggente della Rus di Kiyiv, Volodymyr, accolse il cristianesimo da Costantinopoli dando così inizio a un lungo periodo d’influenza bizantina sulla politica e sulla cultura dell’Ucraina.
Nel 1520 l’impero ottomano controllava ancora tutta la zona costiera dell’Ucraina.
Intorno alla fine del XV secolo vi fu un’imponente ondata immigratoria da parte di esuli e rifugiati ortodossi, genericamente definiti kazaki, cosacchi (parola che in turco significava fuorilegge) che diedero vita ad una nazione relativamente autonoma pur essendo prima sotto la dominazione polacca e in seguito sotto quella russa.
La nazione fu poi frazionata e distribuita fra questi due paesi. Da questa divisione nacque, intorno al 1840, un forte movimento nazionalista ucraino che spinse i russi a proibire l’uso della lingua ucraina nelle scuole, sui giornali e sui libri.
Per secoli l’unità e la sovranità sono stati il sogno e l’ideale dei patrioti ucraini. Dopo la prima guerra mondiale e la caduta dello zar, l’Ucraina ebbe la possibilità di guadagnarsi l’indipendenza, ma nessuna delle diverse fazioni del paese riuscì a ottenere il sostegno decisivo.
Ebbe così inizio una guerra civile e il paese si ritrovò ben presto in una situazione di anarchia con sei eserciti che combatterono per il potere e lottarono tra loro per contendersi e per impossessarsi del governo precedentemente imposto da uno di loro.
A causa di ciò, Kiyiv, vide cambiare il suo governo cinque volte durante l’anno. Dopo una lunga serie di scontri che implicarono anche la Russia, diverse fazioni etniche e politiche dell’Ucraina e la Polonia, quest’ultima si appropriò di alcune zone dell’Ucraina occidentale e i sovietici ottennero il resto del paese. Nel 1922 l’Ucraina entrò a far parte ufficialmente dell’URSS.
Nel corso degli anni ’20, mentre la leadership di Mosca diventava sempre più concreta, si ebbe una ripresa del nazionalismo ucraino. Tuttavia, quando salì al potere nel 1927, Stalin utilizzò l’Ucraina come prova per le sue idee sul nazionalismo ‘pericoloso’.
Nel 1932-33 ci fu una carestia che uccise almeno sette milioni di ucraini. Il paese fu ulteriormente decimato a causa di deportazioni ed esecuzioni d’intellettuali. Stalin combatté anche i principali simboli religiosi del paese distruggendo più di 250 chiese e cattedrali.
Durante l’epurazione del 1937-39, milioni di ucraini furono assassinati o deportati nei campi di concentramento sovietici. La seconda guerra mondiale portò ulteriori devastazioni e morte: sei milioni di persone persero la vita nelle battaglie tra l’Armata Rossa e l’esercito tedesco.
È stato calcolato che, nella prima metà del XX secolo, la guerra, la carestia e le epurazioni hanno causato la morte colpendo notevolmente metà della popolazione maschile e circa un quarto di quella femminile dell’Ucraina.
Il disastro di Chernobyl avvenuto in Ucraina nel 1986 e l’angosciosa lentezza della risposta ufficiale sovietica hanno provocato malcontento in tutto il paese.
Due anni dopo, la chiesa uniate emerse dall’isolamento. A partire dal 1990 si diffuse nel paese un movimento nazionalista, il “Movimento del Popolo Ucraino per la Ricostruzione” e nel luglio dello stesso anno, il parlamento proclamò la Repubblica.
Nel 1991 il partito comunista ucraino fu dichiarato fuorilegge e la popolazione votò all’unanimità per l’indipendenza. Nel 2000 è stato formato un governo riformista con a capo Viktor Yushchenko.
Nell’aprile 2001 la maggioranza parlamentare si discioglie e il primo ministro Viktor Yushchenko è stato destituito. Inizia così un periodo di instabilità. Dal 23 gennaio 2005 Viktor Yushchenko è diventato il nuovo presidente.
L’Ucraina come più o meno la maggior parte delle Repubbliche dell’ex Unione Sovietica, adesso attraversa una situazione di sensibile difficoltà soprattutto per ciò che concerne la crisi economica e la precarietà sociale. Per il futuro però si prevede un forte miglioramento ed una grande possibilità di ripresa. La Repubblica Ucraina è nuova, dinamica, aperta nell’evoluzione e nel rispetto della natura e dei popoli.