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Babak Karimi

Figlio del regista e attore iraniano Nosrat Karimi, ha esordito come attore all’età di dieci anni, nel primo film neorealista del cinema iraniano, Doroshkechi (Il cocchiere) e in seguito in vari spot pubblicitari.
Trasferitosi in Italia nel 1971, Babak Karimi studia cinema specializzandosi nel montaggio. Attualmente, la sua attività si divide fra montaggio e recitazione. Come montatore ha collaborato con vari registi quali, Abbas Kiarostami (Tickets), Babak Payami (Il voto è segreto, Silenzio tra due pensieri), Pasquale Scimeca (Placido Rizzotto, Gli indesiderabili, La Passione di Giosuè l’ebreo, Rosso Malpelo) Costanza Quatriglio (L’isola) Vera Belmònt (Marquise), Gianfranco Pannone (America a Roma) Mehrdad Oskouei (Nose, iranian style),Maurizio Zaccaro (Il bimbo della domenica) e altri.
Come attore ha partecipato a vari film, tra cui: Caos calmo di Antonello Grimaldi, Last minute Marocco di Francesco Falaschi, Gli indesiderabili di Pasquale Scimeca, e Tickets di Abbas Kiarostami.
Nel 1991 in collaborazione con la pittrice Mahshid Mussavi porta in Italia il primo film iraniano distribuito ufficialmente nelle sale commerciali Bashu il piccolo straniero di Bahram Beyzai. Negli anni a seguire svolge un lavoro di interconnessione e promozione tra Italia e il cinema iraniano, scrivendo i dialoghi italiani dei film di Kiarostami, Makhmalbaf, Panahi, Jalili e collaborando con vari festival e rassegne. Dal 2004 è consulente della biennale cinema di Venezia.
www.karimibabak.com

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Maghed el Mahedy

Sceneggiatore e regista, Maghed si è laureato in filosofia presso l’Università di Alessandria e si è trasferito in Italia intorno agli anni ’90, dove ha continuato a studiare presso l’Istituto Professionale Nazionale di Arte Cinematografica di Roma.
Sensibile ai temi dell’immigrazione e dei diritti umani, è autore di vari documentari e cortometraggi. Ricordiamo Ritratto di un giovane immigrato, trasmesso da Rai3 (FuoriOrario), cruda storia che racconta lo stato di spaesamento di uno straniero in Italia, senza però cadere nella retorica del “povero extracomunitario” e Salam Viterbo, docu-fiction incentrata sul tema dell’integrazione.
I suoi lavori sono stati presentati in vari festival internazionali, come il Locarno International Film Festival.
Negli ultimi tempi si è dedicato anche alla scrittura con Diario di un regista extra-comunitario, in lingua araba, pubblicato in Egitto. Nel 2012 realizza il documentario I Don't Speak Very Good, I Dance Better, miglior documentario italiano al Torino Film Festival.

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Rachid Benhadj

Cineasta e pittore, Rachid Mohamed Benhadj, laureato in architettura, costruisce la sua passione per il cinema già in Algeria, seguendo una concezione estrosa e audace, ma sempre su solide basi, in grado di suscitare la riflessione sui mali della nostra epoca e stimolare il nostro gusto per il bello e il poetico, come gli è stato riconosciuto con il Premio Ludovico Alessandrini.
Benhadj ha cominciato la sua carriera realizzando ad Algeri dei documentari sulla vita disagiata dei giovani, degli immigrati e delle donne, a confronto con una società fatta di restrizioni e divieti.
Questi stessi temi li ritroviamo nei suoi due lungometraggi Touchia e Louss (Rosa di sabbia), storie di due donne ribelli dalla vita tormentata.
“Fella, giovane donna nel film Touchia, cerca di reagire contro le forze integraliste che vogliono opprimerla. Louss, protagonista de La rosa di sabbia, si occupa del fratello handicappato vivendo l’isolamento e il peso di una società indifferente ai suoi problemi”, ci spiega Rachid.
Sottolineando la vicinanza culturale dell'Italia ai paesi arabi, Rachid si augura una sempre maggiore accoglienza e apertura verso il cinema che da questi paesi proviene.
Così nel film L’albero dei destini sospesi, il giovane immigrato è come una pagina bianca: si innamora di una italiana senza alcuna riserva, essendo del tutto privo di pregiudizi.

Mirka, uscito nel 1999 è stato premiato dall’Unesco in occasione dell’Anno internazionale della mobilitazione contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza.

Nel 2005 esce Pane nudo, film che ha ricevuto diversi riconoscimenti, tratto dal romanzo autobiografico dello scrittore marocchino Mohamed Choukri: la storia è quella del riscatto del piccolo Mohamed che, dopo un’ infanzia vissuta nella miseria e prostituzione, scopre a vent’anni che la più grande povertà è essere analfabeta.

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