Consigli di lettura
di Vincenzo Barca
, professore di Lingua e traduzione portoghese e brasiliana, curatore con Roberto Francavilla di Africana. Racconti dall’Africa che scrive in portoghese, Feltrinelli, 1999.
Angola
José Eduardo Agualusa, Quando Zumbi prese Rio (a cura di G. de Marchis), La Nuova Frontiera, Roma, 2002.
Diversi personaggi provenienti dall’Africa lusofona si ritrovano a Rio. La rivolta nelle favelas, capeggiata da un narcotrafficante, fa rivivere il mito di Zumbi, eroe della prima rivolta degli schiavi neri in Brasile. Sullo sfondo, ancora l’ombra del Portogallo. Un incontro tra le diverse anime del “continente lusofono”.
José Luandino Vieira, La vita vera di Domingos Xavier (trad. di V. Barca), Pironti, Napoli, 2004.
La cattura e la prigionia di un uomo, l’attesa di una donna, l’agonia di un popolo. Siamo a Luanda negli anni ’60, i focolai di rivolta contro la colonizzazione portoghese cominciano a farsi sempre più difficili da domare e preannunciano la guerra di liberazione imminente.
Ondjaki, Il fischiatore (a cura di V. Barca), Edizioni Lavoro, Roma, 2005.
Un villaggio senza tempo e senza precisa collocazione, popolato di asini a cui si vota un bizzarro culto. Personaggi stralunati, vecchi che beffano la morte. Il misterioso fischiatore, arrivato non si sa da dove, scatena col suo concerto una festosa sarabanda sessuale che coinvolge persone, alberi e uccelli. L’allucinazione serena di un giovane scrittore angolano.
Ondjaki, Le aurore della notte (a cura di V.Barca), Edizioni Lavoro, Roma, 2006.
In un bar di Luanda, aspettando l’aurora, un uomo racconta la complicata e grottesca vicenda della sua morte. Se è in Angola è difficile vivere, è persino difficile morirvi. Un romanzo urbano pieno di invenzioni linguistiche, un omaggio a una città percorsa da un’ondata di vitalità, malgrado tutto, inarrestabile.
Manuel Rui, Magari fossi un’onda (a cura di L. Grandi), La Nuova Frontiera, Roma, 2006.
“La rivoluzione comincia dalla pancia”. Un maiale viene clandestinamente allevato nella Luanda marxista-leninista del post-indipendenza, difeso da un’intera famiglia dai ripetuti tentativi di esproprio. Con una lingua che rifà il verso agli slogan del burocratese, Manuel Rui ci consegna un’esilarante riflessione sui problemi dell’Africa e sull’ottusità del potere.
Pepetela, Jaime Bunda, agente segreto (trad. D. Petruccioli), e/o, Roma, 2006.
Al giovane agente Jaime (“bunda” è il suo soprannome, dovuto a un imbarazzante didietro) viene affidata la soluzione di un caso importante, che vede implicati trafficanti libanesi e pezzi da novanta del gotha politico locale. Tra complotti contro lo Stato e rocamboleschi inseguimenti la vicenda si dipana fino a un finale a sorpresa amaro, perché sembra precludere ogni possibile cambiamento.
Ruy Duarte de Carvalho, Le carte dell’Inglese (trad. L. Apa), La Nuova Frontiera, Roma, 2007.
Un’ indagine riguardante un antico tesoro che un sovrano zulu avrebbe lasciato da qualche parte nel sud dell’Angola. Perché il giovane antropologo Archibald Perkings ha commesso una strage su cui nessuno ha mai voluto indagare? E dove sono finiti il suo diario e gli appunti che potrebbero spiegare le ragioni del suo gesto?
Capo Verde
Eugénio Tavares, Cantigas crioulas (Canzoni creole), (a cura di M. Gomes de Pina), Guida, Napoli, 2005.
Prima traduzione italiana completa (con testo a fronte) delle canzoni di Eugénio Tavares (1867-1930), poeta, scrittore e compositore, in portoghese, ma soprattutto nel creolo dell’arcipelago capoverdiano. In questa lingua del popolo Tavares ha composto gran parte delle sue mornas, uno dei ritmi più caratteristici della tradizione musicale capoverdiana.
Germano Almeida, I due fratelli (trad. L. Grandi), La Nuova Frontiera, Roma, 2005.
André è un giovane emigrante di Capo Verde, che dal Portogallo torna in patria per uccidere il fratello. Il motivo: la difesa dell’onore, suo e della sua famiglia. Germano Almeida dipinge un paese sospeso tra arcaismo e modernità, situazione lacerante per il protagonista che, dopo gli anni vissuti in Europa, non sente più sue certe regole di comportamento alle quali, però è sottomesso.
Germano Almeida, L’isola fantastica (a cura di M.Russo), Cavallo di Ferro, Roma, 2006.
Una ricreazione fantastica dell’infanzia vissuta dall’Autore nell’isola di Boavista. Il lettore è, così, immerso nel mosaico della realtà capoverdiana: dei suoi riti, delle sue credenze, delle sue magie, ma soprattutto del suo profondo rapporto tra i vivi e i morti.
Mozambico
Mia Couto, Terra sonnambula (trad. M.e F. Angius), Guanda, Parma, 1999.
Nel Mozambico attraversato dalla guerra civile, un vecchio e un bambino vagano senza meta cercando di sfuggire alla violenza dei banditi armati e dei guerriglieri. Un mondo in rovina, riscattato in extremis dagli occhi fiabeschi e innocenti di un ragazzino che si ostina, malgrado tutto, a voler sognare.
Paulina Chiziane, Il settimo giuramento (trad.G. de Marchis e S. Cavalieri), La Nuova Frontiera, Roma, 2003.
Tradizione e modernità, maschile e femminile nello scenario del Mozambico contemporaneo. Vera, la protagonista, per difendere se stessa e i figli, non esita a sfidare il marito David, posseduto da un’ambizione smisurata e schiavo dei poteri della magia nera.
Ungulani Ba Ka Khosa, Ualalapi (a cura di V. Barca), AIEP, S. Marino, 2004.
Nella saga di Ngungunhane, figura di grande oppositore alla colonizzazione portoghese di fine ‘800, l’autore fa rivivere un ampio frammento della storia mozambicana. Le fonti scritte portoghesi si intrecciano con le fonti orali africane per disegnare un personaggio controverso. La Storia come «narrazione controllata».
Suleiman Cassamo, Nigeria campione del mondo (trad. G. Brunello), Spartaco, S. Maria Capua Vetere, 2006.
Le tradizioni, il ruolo della natura e della tecnologia nella società africana, la passione sfrenata per il calcio, l’importanza delle proprie origini. Questi racconti offrono un ritratto realistico e ai tempo stesso fantastico della gente comune in Mozambico.
Paulina Chiziane, Niketche. Una storia di poligamia (a cura di G. de Marchis), La Nuova Frontiera, Roma, 2006.
L’Africa vista dalle sue donne. Se l’uomo poligamo tende ad attuare il divide et impera, è meglio unire le forze contro di lui. Le donne si incontrano, parlano e si confrontano, e questa è una splendida opportunità per la Chiziane di raccontarci del Mozambico, di tradizioni popolari, di folklore, di usanze sociali e di costumi, delle divisioni profonde tra Nord e Sud del paese.
Ungulani Ba Ka Khosa, La gabbia vuota (a cura di V. Barca), Edizioni Lavoro, Roma, 2007.
La vita di quattro bambini-soldato nel Mozambico della guerra civile (1975-1990), uno scontro fratricida il cui senso sfugge agli stessi protagonisti. In questo “Impero del Caos”, l’unico ricordo di un’infanzia mutilata è una gabbia di fil di ferro, inseparabile compagna di uno dei ragazzi.