La lingua e la storia
La storia romena
Le prime tracce materiali che attestano l’esistenza dell’uomo sul territorio odierno della Romania risalgono a 2.000.000 di anni fa. L’originalità delle aree culturali, apparentate alle altre culture preistoriche europee, si ritrova nell’arte del modellamento dell’argilla. I continuatori di quest’antichissima civiltà sono stati i geto-daci.
Nel I° secolo a.C., il re daco Burebista (82-44 a.C.) unifica tutte le tribù geto-daciche sotto il suo scettro, fondando il Regno della Dacia, un regno potente, con il centro politico e religioso in Transilvania a Sarmisegetusa. All’inizio del II° secolo d.C., quando lo stato dacico si trovava al suo apice sotto l’amministrazione di re Decebalo (87-106), gli eserciti imperiali romani, sotto il comando dell’imperatore Traiano (98-117) conquistano la Dacia (106 d.C.), la trasformano in provincia romana e la colonizzano con elementi romani e romanizzati. I geto-daci vengono, così, romanizzati.
Dopo il ritiro dell’esercito e dell’amministrazione romana a sud del Danubio, negli anni 271-275, ritiro determinato dagli attacchi delle popolazioni barbariche, la popolazione daco-romana ha continuato a vivere ininterrottamente sulle stesse terre dove era nata. Essa ha goduto, per un millennio, della vicinanza dell’Impero Romano e, poi, dell’Impero Romano Orientale (diventato ulteriormente Impero Bizantino).
Nel VII° secolo si conclude il processo di etnogenesi del popolo romeno. I romeni sono nati cristiani; insieme al processo di romanizzazione si è realizzato, poco a poco, anche quello di cristianizzazione, tanto tramite l’apostolato di Sant’Andrea, quanto tramite l’opera di alcuni santi padri che si sono rifugiati o si sono trovati di passaggio su queste terre. In seguito al grande scisma della Chiesa Cristiana, del 1054, i romeni hanno conservato il rito ortodosso.
La lingua romena
La lingua romena è una lingua romanza o neo-latina appartenente al gruppo indoeuropeo, continuatrice fedele, nelle sue forme più originali, del latino. Secondo una statistica, il romeno possiede il 75% di elementi latini, adoperati nella lingua comunemente parlata e scritta. L’evoluzione del latino portato in Dacia e nelle province danubiane dell’Impero Romano si deve a una serie di fattori linguistici (sostrato, superstrato, adstrato) ed extralinguistici (condizioni geografiche, storiche, sociali, economiche, livello di civiltà e di cultura).
Isolato dal resto della romanità dall’insediamento degli slavi meridionali (bulgari e serbi) nella penisola balcanica e degli ungheresi in Pannonia, rimasto fuori dal raggio di influenza della lingua latina come lingua di cultura, il romeno ha avuto un’evoluzione diversa rispetto a tutte le altre lingue romanze occidentali. Nella percentuale degli elementi non latini entrano le parole d’origine slava, turca, bizantina e neo-ellenica, ungherese e albanese, apparse lungo i secoli, e soprattutto dopo il settimo, quando il latino era ancora lingua ufficiale dell’antica Dacia, colonizzata dai romani nel primo secolo.
Fra tutte le lingue romanze, il romeno presenta un’evoluzione maggiormente naturale; ha infatti un carattere piuttosto popolare poiché non è stata interrotta nel suo sviluppo da una letteratura classica in senso stretto; questo spiega, fra l’altro, il fatto che questa lingua possieda una quantità importante di vocaboli e forme latine che nelle altre lingue romanze non esistono più.
Il romeno, che conserva fra i tratti latini la particolare flessione dei nomi ha inoltre la particolarità di prevedere, come in altre lingue d’origine balcanica, in questo caso non romanze, l’uso dell’articolo determinativo dopo il nome. La struttura etimologica della lingua romena si spiega attraverso le condizioni storiche, geografiche e culturali in cui si è sviluppato il popolo romeno. Il territorio abitato dai romeni si trova da sempre ad un punto di incontro tra occidente e oriente, tra la regione baltica e quella mediterranea.
Da qui sono passati o si sono stabiliti diversi popoli durante le loro migrazioni da est a ovest o da nord a sud. Il romeno ha preso una serie di elementi lessicali dai popoli vicini, come pure dalle popolazioni che si sono stabilite sul suo territorio, popolazioni che, a volte, si sono romenizzate, o che continuano ancor oggi a conservare la propria lingua. In ogni caso, gli influssi stranieri, anche se numerosi, non hanno cambiato l’essenza romanza della lingua romena.