Si potrà visitare fino al 22 aprile 2016 in via Costanzo Cloro 58 “SÎNOR (CONFINE). Kurdistan, immagini negate”, mostra collettiva di fotografi curdi a cura del Centro Culturale Curdo Ararat, la Rete Kurdistan Italia, WSP Photography. Nella mostra sono esposte immagini delle città del Kurdistan Bakur (sud-est della Turchia) e del Rojava (nord della Siria). Sono i lavori di dodici giovani fotografi curdi, tra i tanti che in questi anni danno voce a ciò che sta succedendo nella loro terra in guerra.
Scatti che raccontano, da diverse angolazioni, una realtà da molti anni occultata dagli apparati di informazione internazionale, salvo rare e sporadiche occasioni. Un racconto esplicito, senza filtri, puntuale nella descrizione della realtà e mosso dall’urgenza di comunicarla ma che, allo stesso tempo, turba l’emotività attraverso sentimenti contrastanti. Da un lato la cupezza e la malinconia di macerie e città distrutte, dall’altro sorrisi, mani che si stringono, l’energia e la forza di chi mette in gioco il proprio corpo, fotografi compresi, per difendere la libertà di un popolo.
Obiettivi meccanici come parole assordanti di denuncia e dolore ma anche urla di determinazione e passione. Canti di lotta, di chi esiste e resiste.
Siria e Turchia sono oggi divise da un confine che ha permesso agli Stati di violare ripetutamente diritti e dignità, in nome di un’identità nazionale imposta, quasi fosse un vestito sotto cui nascondere tradizioni e costumi millenari. È un confine che tuttavia non ha impedito alle donne e agli uomini curdi di sentirsi un popolo unito nella lotta per democrazia, uguaglianza e giustizia.
La rielaborazione dei confini geopolitici imposta nell’area mediorientale dopo la prima Guerra Mondiale, ha innescato pericolose dinamiche conflittuali etniche, politiche e religiose. L’attuale guerra in Medio Oriente è frutto di questo processo: alcune delle città più antiche, patrimonio della cultura mesopotamica e dell’umanità, sono state distrutte; intere popolazioni massacrate e ridotte in povertà; la creazione di muri e fili spinati, prima inesistenti, hanno separato interi nuclei familiari.
Nonostante i tentativi di neutralizzazione fisica e culturale, i massacri e la divisione del territorio in quattro nazioni (Turchia, Siria, Iraq e Iran), le popolazioni curde propongono una soluzione del conflitto mediorientale con altre prospettive: convivenza pacifica nel rispetto delle diversità, parità di genere, ecologia e autodifesa delle identità basate sulla condivisione dello stesso progetto sociale.
Le foto hanno la forza di gridare senza voce mostrando ciò che agli occhi comuni è negato.
La natura non conosce confini.
Fotografi in mostra: Shevin Mehemd Ali, Tumen Anli, Ferhat Arslan (ANF), Murat Bay,Garip Siyabend Dunen, İsmail Eskin (DiHA), Abdurahman Gök (Azadiya Welat),Zülküf Kisanak, Rojda Korkmaz, Özkan Küçük, Kadri Özkan (DiHA).
L'articolo è tratto da www.retekurdistan.it/2016/03/sinor-confine-kurdistan-immagini-negate-roma/
Informazioni aggiuntive
Data inizio:02/05/2025
Data fine:02/05/2025
Indirizzo:via Costanzo Cloro, 58, Roma