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Le cose nella migrazione. Conversazione con le autrici del saggio antropologico Oggetti contesi

Domenica 29 novembre 2020 dalle ore 21 alle 22:30 sarà online con Facebook Live l'evento organizzato da CambiaMenti, Le cose nella migrazione. Conversazione con le autrici del saggio antropologico Oggetti contesi.
Ogni autrice ci parlerà di un oggetto o luogo particolare, utilizzato dalle persone che migrano, presente nella loro vita quotidiana come nella nostra, ma in modo molto diverso. Attraverso questi oggetti, sarà facile accorgersi di come la materialità delle cose che ci circondano radichi le nostre esistenze in un terreno comune. Su di esso, tutti siamo presenti insieme, seppur quasi sempre celati gli uni agli altri da differenze, tanto culturali quanto giuridiche.

Partecipano:
➖Valeria Piro: LA QUALITA'. Ricerca sui migranti che lavorano nella macellazione della carne
➖Giuliana Sanò: IL DIVANO. Ricerca sull'accoglienza dei migranti nel sud d'Italia
➖Valeria Tonioli: LO SMARTPHONE. Ricerca con le famiglie bengalesi a Venezia
➖Rosalba Nodari: IL TEMA SCOLASTICO. Ricostruisce una ricerca di analisi di temi scolastici aventi come argomento la diversità etnica
➖Ilaria Fiorentini: IL BIGLIETTINO. Approfondisce il ruolo del paesaggio linguistico urbano
➖Carolina Vesce: IL SEPARE'. Ricerca sui migranti transessuali
➖Gaia Cottino: LA PATATA. Ricerca sui migranti che vivono nelle valli alpine occidentali
➖Lidia Manzo: L'ALBUM DI FAMIGLIA. Approfondisce il ruolo dell'album di famiglia per le coppie multiculturali.
➖Modera Silvia Luraschi, a sua volta coautrice del saggio con una ricerca sulle passeggiate sensobiografiche di giovani rifugiati nel Lecchese ("Il gelsomino e la mora selvatica")

Oggetti contesi, Mimesis 2020
http://mimesisedizioni.it/oggetti-contesi.html
Per diventare cose, ha scritto una volta Remo Bodei, gli oggetti devono assumere una valenza soggettiva, emergendo dal campo di forze che se ne contendono il significato.
Il caso più emblematico di questa emersione rimane probabilmente quello dello smartphone, il cui avvistamento tra le mani di un migrante prelude spesso allo sfogo di retoriche xenofobe e razziste. Ma è anche il caso di quegli anziani che tengono a portata di mano cellulari, telecomandi, orologi, libri e interruttori riconoscono a tali dispositivi la medesima funzione, attribuendo a determinati oggetti la capacità di preservare un regime di “sicurezza ontologica”.
Il presente volume, allora, si potrebbe anche intendere come un tentativo di preservare la traccia delle cose occultate dalle gerarchie di classe, di razza e di genere che ne forzano l’oggettivazione.

Informazioni aggiuntive

Data inizio:29/11/2020

Data fine:29/11/2020

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