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Oltre alla storia e alla lingua che accomunano questi cinque paesi, anche la danza gioca un ruolo unificante.
Nelle discoteche di Lisbona, Rotterdam, Madrid, Parigi, Roma, come in quelle di Capo Verde, Angola, Mozambico, Guinea Bissau, Sao Tomé e Principe, quando la melodia tocca il cuore e il ritmo spinge a muovere ogni muscolo del corpo, tutti ballano volentieri insieme le stesse danze, ovunque si trovino: sia la passada, la danza angolana, sia lo zuk, originario delle Antille, o anche il funanà, la più conosciuta danza tradizionale capoverdiana.
Se la danza tiene i ballerini stretti nelle braccia uno dell’altro, portandoli a sentire il ritmo solo con il movimento delle anche, destra, sinistra, destra sinistra, questo è il funanà in azione.
Se il ritmo incalzante sembra voler offrire a tutti la libertà di inventare ed esprimersi senza impedimenti, questo è lo zuk. Se invece prevalgono i passi eleganti e sensuali, sempre più complicati (da fare impazzire una dama poco abituata) allora siamo sicuri che è la passada.
È questa una danza che porta sia i cavalieri che le dame a selezionare con cura il proprio partner, qualcuno che dia garanzie di saper ballare bene, per evitare di fare brutta figura.