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Prove di autonomia

di Catalina Alexandra Tirnaru

L’aereo atterrava e io mi sentivo lo stomaco che saliva su per la gola…Non pensavo di avere così tanta paura… Fuggivo dal dolore verso una terra familiare, tuttavia sconosciuta. Forse il peggior male è stato lasciare mamma a una distanza così lontana, perché sono dovuta partire senza di lei, ma volevo fare io qualcosa per lei, da sola, in autonomia, volevo renderla felice. I miei nonni mi sono venuti a prendere in aeroporto, dato che era la prima
volta che li vedevo, per farsi riconoscere avevano scritto sopra una targhetta il mio nome ben in vista.

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La storia della mia famiglia

di Marzia Popoli

Mi chiamo Marzia, mio padre è italiano mentre, mia madre è africana e viene dalla Nigeria, questo vuol dire che sono mulatta o, come dico io, “una color latte macchiato”. Per mia fortuna mia madre parla l'inglese e così lo conosco molto bene anche io infatti, quando ero piccola non parlavo italiano, ma inglese e solo a cinque anni ho imparato l'italiano tra casa e scuola.


I miei genitori si sono conosciuti nel 1994 in Nigeria esattamente a Kano (nel nord) che è anche la città della moda. Lì mio padre era andato per motivi di lavoro insieme ad altri suoi carissimi colleghi di GBR radio Roma
che poi è diventata GBR tv. Il loro incontro è avvenuto per la prima volta al supermercato e si
sono piaciuti all'istante: mio padre mi ha sempre detto che una donna così bella non l’aveva mai vista.

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Prima lo studio e poi il piacere

di Claudia Okwara

Ciao a tutti! Sono Claudia e, come potete vedere, sono qui a presentarvi la mia famiglia. Già! La mia famiglia… che dire? Ma certo! Potrei partire col dire le solite cose, del tipo che per me è speciale, che non la cambierei con nessun’altra al mondo… Beh! Come farebbero tutti del resto, ma se lo dicessi, mi sentirei alquanto superficiale, perciò preferisco fare diversamente.

Prima di iniziare la storia bisogna in qualche modo presentare i personaggi che ne fanno parte. Innanzitutto voglio dire che siamo una famiglia di origine africana. Sicuramente penserete già che siamo una famiglia ben allargata, ebbene sì! E sarete anche curiosi di sapere il resto della storia, ma non vi preoccupate, facciamo un passo alla volta.

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Imprevisti

di Cristina Glodan

Un saluto a tutti voi, scusatemi ma vorrei saltare le presentazioni e iniziare a raccontarvi la storia dei miei due eroi, quelli che mi hanno fatto diventare la persona forte e determinata che sono oggi.

I miei genitori si sono conosciuti in un paesino di campagna chiamato “Tarna Mare” in Romania. Un anno dopo si sono sposati. Dal loro grande amore è nato Cristian, mio fratello, e, dopo 5 anni, sorellina molto desiderata, sono nata io.

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L’unione fa la forza

di Jennifer Duro

La mia famiglia è molto numerosa così come succede in Albania, il mio paese di origine, dove le famiglie con tanti figli sono molto comuni.

I miei genitori sono arrivati in Italia circa 20 anni fa e ancora oggi, dopo tanto tempo, devono affrontare i disagi derivanti dalla loro condizione di emigrati, infatti, nonostante abbiano richiesto la cittadinanza italiana 6 anni fa, ancora oggi non ce n’è alcun segno. Non avendo il passaporto italiano, per poter viaggiare siamo dovuti andare in Albania e compilare tutte le pratiche per il rinnovo del passaporto albanese. Inoltre per vivere in Italia senza problemi, ogni anno dobbiamo andare in questura, seguire tutte le procedure e fare lunghe code per poter ottenere i permessi di soggiorno.

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La nostra storia e il nostro presente

di George Ciolan

Mi chiamo George Ciolan, ho 17 anni e sono di origine rumena. Quando avevo quattro anni i miei genitori sono partiti alla volta dell’Italia in cerca di un lavoro e di una sistemazione migliore di quanto non avessero in Romania. Così sono rimasto a vivere con i nonni per due anni durante i quali non ho più visto i miei genitori.
Loro mi chiamavano una volta al mese e al telefono mi raccontavano che l’Italia era un Paese fantastico pieno di opportunità e che le persone erano molto accoglienti.

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Chi sono io?

di Cristina Anisoara Bud
1° classificato sezione ragazzi

Avevo poco più di due anni quando mia madre ha raggiunto mio padre in Italia, alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore, lasciando me e mio fratello, Vasile, alle cure dei nonni. Circa tre mesi più tardi, una domenica mattina, mia nonna, andando in chiesa, è stata travolta e uccisa da un pirata della strada che ancora oggi non ha pagato la sua colpa!

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Meg, yergù, yerèk

di Veronica Orfalian

“Anci?”
“Presente!”
“Benni?”
“Presente!”
“Piarulli?”
“Presente!”
“Orf... Orfaliani? No... Orfaaaliano?”
“Orfaliàn, maestra... presente!”

Questa era la scena che si ripeteva identica ad ogni nuovo ciclo scolastico. La voce del professore proseguiva a ritmo regolare nel corso dell’appello per poi subire un’imbarazzante battuta d’arresto al momento di pronunciare il mio cognome.

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Senza radici

di Ashai Lombardo Arop

Sono alla mia quarta rinascita, e non è male in una stessa vita.

Qualche tempo fa, dopo un'audizione andata a buon fine, mi sono sentita dire che ero grandiosa, decisamente quello che cercavano, tranne che per un dettaglio: il mio italiano era troppo perfetto.

Ecco un altro punto di svolta.
Quindici anni fa arrancavo a fatica contro il vento di una società, che mi accettava con un ghigno maldestro, solo dopo aver sentito il mio italiano perfetto. “Come sei brava”, mi dicevano “e come hai fatto ad imparare così bene la nostra lingua?” All'epoca ero adolescente, con la schiettezza cruda e nuda tipica di un'adolescente, dunque, non mi veniva da rispondere: “La vostra lingua è anche la mia signora... signore”, no, io semplicemente gli davo fuoco con lo sguardo e per me, rimanevano cenere appiccicata come colla ai miei vestiti.

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Si chiamarono con gli unici nomi che conoscevano

di Sara Robabeh Djelveh
1° classificato

Sayyid è nato a Rasht negli anni ‘50, poco dopo il colpo di stato che avrebbe dovuto mantenere ogni cosa al suo posto, ma abbastanza prima del sequestro che cambiava tutto. Primogenito in un sistema di privilegi, è cresciuto protetto da un cognome antico e ha dovuto poi con gli anni trascinare il fardello del proprio nome. Nato capotribù, signore, discendente del Profeta. E ritrovatosi immigrato, extracomunitario, poveraccio.

Sara è nata a Roma negli anni ‘80, poco dopo il crollo che avrebbe dovuto sgretolare ogni muro, ma abbastanza prima di altri crolli che svelavano nuove barricate ed inspessivano quelle già esistenti. Primogenita in un Mondo di privilegiati, è cresciuta dominando il regno immaginario del cortile di casa e si è trovata poi a combattere per ritagliarsi una piccola porzione di realtà.

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