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Superate questa linea

Attraversare una frontiera, fare anche un solo passo oltre quella linea immaginaria che segna la fine di un mondo e l'inizio di un altro, significa venire trasformati nel profondo. La frontiera, il limite, il confine risvegliano le nostre coscienze. Sono il luogo in cui non possiamo sfuggire alla verità: ci spogliamo dei panni comodi della nostra esistenza quotidiana che nascondono gli aspetti più brutali della realtà, per osservare le cose come sono. In questa raccolta di saggi e articoli Salman Rushdie attraversa molte frontiere e invita a superare i confini di una ristretta visione del mondo sulla politica, la letteratura e la cultura, a cavallo tra XX e XXI secolo.

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Harun e il Mar delle storie

Nella più triste delle città, così triste da aver persino dimenticato il proprio nome, vivono il cantastorie Rashid Khalifa, lo Scià del Bla-bla, e suo figlio Harun. Rashid è dotato del magico dono di saper raccontare, incantando con la sua voce chi lo ascolta. Non appena schiude le labbra, ne sgorgano saghe piene d'amore e di magia, con eroi, battaglie, principesse. Finché un giorno dalla bocca dello Scià del Bla-bla non esce che un orribile verso. Cos'è successo? Da qualche parte, in qualche modo, la sorgente di tutte le storie è stata contaminata: il Principe del Silenzio è riuscito a inquinare il Mar delle Storie. Harun decide allora di salvare il padre facendogli ritrovare il suo potere; e per farlo parte con lui per un viaggio pieno di pericoli.

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Tutti i racconti

Hanif Kureishi ha continuato a scrivere racconti nel corso degli ultimi 12 anni. Sono storie provocatorie, erotiche, tenere, divertenti e accattivanti; ritraggono la complessità dei rapporti tra uomini e donne, tra padri e figli, sullo sfondo di una Londra che è un mondo brulicante di vita e di contraddizioni.Insieme al controverso Matrimoni e Decapitazioni, c’è il profetico Mio figlio il fanatico, che declina le tensioni religiose all’interno di una famiglia musulmana. Come pochi altri scrittori, Kureishi riesce a cogliere le diverse sfumature delle tensioni politiche e sessuali, e di come esse condizionano la società così come la vita di ciascun individuo.

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Otto braccia per abbracciarti

Sette riflessioni, vibranti e personali, in cui l'autore di Il Budda delle periferie e di Nell'intimità fa il punto su alcune delle questioni più scottanti e contraddittorie dei nostri anni. Dal fanatismo religioso al fenomeno razzista, dalla politica conservatrice all'attentato al World Trade Center. La visione lucida e ironica di uno scrittore che sa cogliere il mondo, e l'uomo, nei momenti cruciali in cui ingaggia un'accanita lotta con se stesso.

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Nell’intimità

E' una notte lunga per Jay: ha deciso di lasciare la compagna e i suoi due figli, dopo anni trascorsi tra litigi e riappacificazioni. Mentre si prepara ad abbandonare la sua casa, non può fare a meno di ripensare alla sua vita, di rivivere le trasgressioni dell'adolescenza, i sogni mai realizzati e la paura delle responsabilità. Gli amori passati, gli amici, scorrono davanti ai suoi occhi come in un film, mettendo a nudo tutte le sue debolezze. E' davvero deciso ad abbandonare la noiosa tranquillità quotidiana, rischiando l'affetto dei figli? Riuscirà a chiudersi dietro le spalle quella porta e diventare un altro uomo? L'alba è vicina, non c'è più tempo per continuare a guardare dentro se stesso e scegliere se non voltarsi più indietro.§

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La Parola e la bomba

In questo suo libro, Kureishi presenta il suo punto di vista sul tema dell'Islam estremista in contrapposizione al liberalismo occidentale. Innanzitutto, la sua esperienza di anglo-pakistano, vittima del razzismo a Londra negli anni Sessanta, affascinato dalle opere di Baldwin e di altri scrittori neri americani, ma sospettoso nei confronti dei movimenti più radicali come quelli di Malcolm X e Elijah Muhammad.

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Il mio orecchio sul suo cuore

Undici anni dopo la scomparsa del padre, Hanif Kureishi ritrova per caso un dattiloscritto.E' un romanzo autobiografico intitolato Un'adolescenza indiana, al quale il padre, impiegato all'ambasciata e determinato a diventare scrittore, aveva continuato a lavorare poco prima della sua morte.La lettura del romanzo è l'occasione per lo scrittore di intraprendere un viaggio nella storia della sua famiglia, l'opportunità unica di scoprire chi fosse veramente suo padre.

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Il corpo

Adam, scrittore ricco e affermato ma non più giovane, si sottopone a un innovativo esperimento chirurgico che gli permette di trapiantare il suo cervello nel corpo di un ragazzo. Ritrovate avvenenza e grazia, Adam si dedica con entusiasmo alla sua nuova vita e parte per un lungo viaggio. Ma una serie di avventure picaresche, deliranti, comiche e fortemente erotiche lo convincono dello sbaglio che, novello Dorian Gray, ha commesso. Adam cercherà di ritornare sulla sua vita precedente e, non riuscendovi, sarà costretto per il resto della sua esistenza a vivere nell'ombra.

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Ho qualcosa da dirti

Jamal è uno psicoanalista che vive nella Londra di oggi. Ha una moglie da cui è separato, un figlio che adora, una sorella difficile e un caro amico che in età avanzata scopre le gioie del sesso non convenzionale. Ha molti ricordi, diverse avventure da raccontare, e la storia vivace e piena di chi ha sperimentato sulla sua pelle i cambiamenti e le rivoluzioni che hanno ridisegnato il mondo negli ultimi trent’anni. Ma soprattutto, Jamal ha un segreto che lo tormenta da decenni: il peso di un omicidio, tragicamente legato alla scomparsa del suo primo amore, Ajita.

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Da dove vengono le storie?

Il libro è diviso in tre parti. Nella prima lo scrittore racconta del padre, di tutti i romanzi da lui scritti senza mai trovare pubblicazione. Nella seconda si dedica all'esposizione della pratica della scrittura e del rapporto tra vita vissuta e vita scritta. Nella terza, infine, illustra i motivi intimi che lo hanno spinto a scrivere, la sua concezione della scrittura come di un compito nella vita.

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I cieli di Kabul. Interviste

La vita e l'opera letteraria di uno dei più nuovi e famosi scrittori dei nostri tempi. Il ricordo della sua infanzia è tutto concentrato su Kabul, la sua città natale che ricorre con le sue voci, la sua gente, i suoi cieli in tutta la sua opera. Non è solo nostalgia ma ricordo profondo, memoria di un paese martoriato dalla guerra e dalla violenza. Nelle sue parole ritorna la storia antica e civile di un Afghanistan che non c'è più. Un libro di straordinario impatto per conoscere i lati nascosti e i sentimenti di un grande scrittore.

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E l’eco rispose

Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c'è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all'isola greca di Tinos, Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l'una per l'altra.

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Schiava di mio marito

Potrebbe essere l'eroina di un romanzo d'avventura e di passione. Invece Tehmina Durrani è la vera protagonista dei fatti che racconta. Sposata con Mustafa Khar, eminente uomo politico pakistano, Tehmina è costretta dal marito ad accettare violenze e angherie, a subire umiliazioni e tradimenti. Tuttavia, durante gli anni più burrascosi della recente storia del Pakistan, Tehmina condivide con Mustafa Khar una lunga battaglia politica tanto in patria quanto in esilio. Per accorgersi, alla fine, di essersi battuta al fianco di un uomo assetato solo di potere. è l'ultima delusione quella che le dà la forza di lasciarlo e di smascherarlo scrivendo un libro. Questo libro. Che in Pakistan ha suscitato scandalo, ma ha anche aiutato tante donne a ritrovare la propria dignità.

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La sposa pakistana

In seguito a uno dei massacri interetnici che hanno accompagnato la 'spartizione' tra India e Pakistan, una ragazzina del Punjab si ritrova adottata da un uomo delle montagne del Kohistan. Dopo la morte della moglie e dei figli, l'uomo ha lasciato il suo villaggio e si è trasferito, in compagnia della piccola Zaitoon, a Lahore. Preso, però, dalla nostalgia delle sue montagne, l'uomo decide di dare in sposa Zaitoon a un giovane della sua tribù. Tutto separa i due sposi e, dopo un'ardente prima notte, il giovane marito comincia a imporre la sua autorità alla piccola sposa, con una violenza direttamente proporzionale alla passione e alla gelosia che lo ispira.

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Acqua

È il 1938 in India, un tempo di aspri conflitti e mutamenti. Le moderne idee del Mahatma Gandhi cominciano a diffondersi e a scuotere le fondamenta dell'antica società tradizionale. Chuya ha ora 8 anni, ne aveva 6 quando è stata fidanzata a un uomo anziano legato alla sua famiglia, 7 quando si è sposata. Ora, però, il marito è morto e lei, secondo l'antica consuetudine hindu, è stata condotta nell'ashram delle vedove dove dovrebbe vivere in penitenza sino al giorno della sua morte. Nella mente della dolce e piccola Chuya, però, fioriscono già le moderne idee di ribellione. Quando perciò la sua amica Kalyani, una bellissima vedova-prostituta, stringe una relazione clandestina e proibita con un giovane idealista gandhiano appartenente alla buona società indiana, è Chuya a guidare la rivolta nell'ashram delle vedove.

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Un altro albero di Gulmohar

Aamer Hussein ci racconta una delicata storia d’amore accompagnandoci in un viaggio dalla grigia Londra del dopoguerra al Pakistan, lo stesso compiuto da Lydia per raggiungere l’amato Usman. In queste pagine percorriamo anche un cammino ideale alla scoperta del mondo interiore dei protagonisti, mentre la dimensione narrativa si intreccia alla magica rievocazione di atmosfere fiabesche.Sullo sfondo il Gulmohar, l’albero di fuoco, trapiantato dal Madagascar nel subcontinente indiano, simbolo del fecondo abbraccio tra due culture e destinato a generare splendidi frutti, proprio come questo piccolo ma intenso capolavoro.

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I giorni dell’ibisco

Questi nove racconti, per la prima volta tradotti in italiano, sono stati scritti in un arco di tempo che va dagli anni Ottanta a oggi. Si tratta di composizioni sofisticate nel loro rigore, ricercate nella loro semplicità apparente, che rivelano a ogni passo l’influenza della tradizione letteraria urdu e persiana, delle quali Aamer Hussein è profondo conoscitore, oltre a quella della cultura indo-musulmana, dalla quale lo scrittore proviene e verso la quale conserva l’atteggiamento di identificazione tormentata che forma il tessuto, l’umore, il mondo di riferimenti dai quali nascono le sue storie.ricalamitati nella terra d’origine, per scoprire che patria non è più.

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L’incantatrice di Firenze

Un misterioso viaggiatore dai capelli biondi arriva a Sikri, sede della corte Mogol, e chiede udienza al sovrano Jalalluddin Muhammed Akbar, detto Akbar il Grande. Lo straniero afferma di venire da una sconosciuta, remotissima città di nome Firenze e di avere una storia tanto meravigliosa quanto veritiera da raccontare: una storia che lega i destini della misteriosa capitale d'Occidente da cui proviene a quelli della discendenza del monarca indiano.

 

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I mimi

Singh, giovane coloniale di origine indiana, lascia alla fine della seconda guerra mondiale la nativa Isabella, isola incastonata nello smalto turchese dei Caraibi, per andare a studiare a Londra, da cui, al termine dei corsi universitari, ripartirà con una moglie bianca e una valigia piena delle schegge dei suoi sogni. Tornato a casa, e diventato un imprenditore di successo, Singh decide di entrare in politica in un momento cruciale per la sua piccola patria, da poco avviata lungo il cammino del l’indipendenza. Ma durante un secondo viaggio a Londra, intrapreso allo scopo di chiedere sussidi finanziari e aiuto politico alla ex potenza coloniale, i compagni di partito approfitteranno della sua assenza per escluderlo dal potere.

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Semi magici

E' una tarda estate berlinese, verso la metà degli anni Settanta. Approdato a un'inerte maturità, Willie Chandran viene scosso da proclami idealistici della sorella e, gettandosi alle spalle un'educazione londinese e un ventennale, indolente soggiorno in Africa, decide di tornare nell'India nativa  per abbracciare la causa di un gruppo di guerriglieri separatisti.

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