ITCCA – International Tai Chi Chuan Association


Sezione a cura di Alice Dente
La Cina è destinata ad essere, nei decenni a venire, il paese con il maggior numero di emigrati al mondo. Attraverso varie fasi, a cui sono corrisposti altrettanti flussi di migranti di diversa consistenza, a partire dagli inizi del Ventesimo secolo fino ai nostri giorni, milioni di cinesi in cerca di fortuna si sono riversati in Occidente, creando, all’interno delle singole nazioni, nella quasi totale invisibilità, delle grosse e stabili comunità.
La prima grande emigrazione cinese che interessò l’Europa e l’Italia ebbe luogo solamente dopo la Prima Guerra Mondiale, quando alcune migliaia di cinesi, che facevano parte dei 150 mila operai reclutati nel 1916 dagli alleati (Francia e Gran Bretagna) come forza lavoro durante il conflitto, si rifiutarono di tornare in Cina una volta terminato il loro compito. La maggior parte di coloro che decise di restare in Europa proveniva da Wenzhou e Qingtian, due città situate nella parte meridionale del Zhejiang.
Milano fu la prima città italiana ad essere toccata dall’immigrazione cinese. Durante gli anni Venti e Trenta i cinesi furono costretti a lavorare come venditori ambulanti di cravatte di seta e borsellini, finché alcuni di loro non vennero assunti dai laboratori tessili e di pellame italiani all’interno dei quali poterono imparare il mestiere e permettersi di aprire un’attività in proprio.
L’immigrazione cinese in Italia rimase comunque a lungo un fenomeno sporadico, di bassa rilevanza numerica e concentrato solo in poche città, quali ad esempio Torino, Bologna, Firenze e Roma. Fu solamente a partire dagli anni Ottanta che la comunità cinese iniziò a crescere e ad acquisire una certa visibilità in tutta la penisola.
Uno dei fattori che all’epoca contribuì a creare questa forte spinta migratoria verso l’Europa e l’Italia in particolare, fu la politica di apertura verso l’esterno intrapresa dal nuovo capo della Repubblica Popolare Cinese Deng Xiaoping, che rese possibile una rapida riattivazione dei flussi migratori dalla Cina: nel 1979 vennero create delle zone economiche “speciali” nel sud del paese (una delle quali fu proprio la regione del Zhejiang) in cui venne ammessa l’iniziativa privata e favoriti gli investimenti stranieri e dove le varie comunità cinesi sparse per il mondo poterono assumere rapidamente un ruolo guida nello sviluppo economico delle loro rispettive regioni d’origine.
Per quanto riguarda la comunità cinese in Italia, negli ultimi vent’anni i piccoli imprenditori cinesi sono riusciti, grazie alle loro spiccate doti commerciali, all’utilizzo di un’organizzazione del lavoro di tipo familiare che consente costi di manodopera molto bassi e la vendita di prodotti a prezzi competitivi, ad ampliare i propri laboratori e a diversificare la produzione in modo da diventare estremamente concorrenziali all’interno del mercato italiano. Inoltre, nelle città in cui vi è una maggiore concentrazione di immigrati cinesi si è assistito, assieme al moltiplicarsi di aziende gestite completamente da cittadini cinesi, anche alla nascita e allo sviluppo della ristorazione cinese, che ha riscontrato un grande successo fra la clientela italiana, e di nuove attività (negozi alimentari, gioiellerie, agenzie di viaggio, ecc.) legate ai bisogni di una comunità che continua a crescere.
Il successo economico della comunità cinese è dovuto senz’altro al modo in cui essa ha saputo sfruttare e regolare a proprio favore il meccanismo della catena migratoria attraverso la cosiddetta “strategia della relazione”: colui che ha deciso di emigrare sa già di poter contare al suo arrivo in Italia sull’appoggio della propria “famiglia allargata”, ossia di parenti, amici o conoscenti (i tongxiang) provenienti dallo stesso villaggio del migrante che possiedono già una propria attività in Italia. La struttura familiare che accoglie il migrante al suo arrivo esercita due funzioni estremamente importanti: assicura protezione e assistenza al nuovo arrivato mediando il rapporto con l’ambiente circostante e, ancora più importante, gli garantisce una prima collocazione nel mercato del lavoro italiano.
A Roma nel 2014 i cinesi residenti hanno superato la soglia delle 18.609 unità e si sono posizionati al quarto posto tra le comunità straniere maggiormente presenti nella capitale. La cifra resta comunque indicativa perché le comunità cinesi sono caratterizzate da una forte mobilità che le porta a spostarsi laddove si creano nuove opportunità di lavoro.
Le zone di Roma dove si è concentrato un maggior numero di cinesi sono il I, il VI e l’VIII Municipio, ossia l’Esquilino, il Pigneto, la Casilina e la Prenestina.
Segno di crescita e di stabilizzazione della comunità cinese a Roma negli ultimi anni è anche il consistente aumento di studenti di nazionalità cinese presso la scuole pubbliche romane.
Fonte: dati al 31 dicembre 2014 dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni 2016 – Undicesimo Rapporto a cura di Centro Studi e Ricerche Idos (elaborazione su dati Istat)
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Ogni anno partono i corsi di taiji Quan, qigong e lanShou menpai (Kungfu) tenuti dal Maestro cinese Li Rongwei, discentente diretto VII generazione, esperto di combattimento, meditazione e medicina cinese.
Taijiquan – Qi Gong:
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La Libreria Pagina 2 è l'evoluzione della libreria Orientalia, e si trova nel cuore del rione Esquilino, a pochi metri da piazza Vittorio Emanuele II. Offre una vasta selezione di narrativa italiana e straniera, libri per ragazzi e saggistica ed ha mantenuto al suo interno un'ampia area specializzata per tutti gli studiosi e gli amanti delle civiltà e delle lingue dei paesi del Medio e dell'Estremo Oriente. Importa testi in lingua direttamente da Cina, Giappone, India e Paesi arabi, in particolare manuali e vocabolari. Tramite la libreria è possibile sottoscrivere abbonamenti a circa 2000 riviste pubblicate in Cina.
Nel 2007 è stata inaugurata la prima sezione di libri in lingua cinese delle Biblioteche del Comune di Roma. I volumi si trovano oggi nella biblioteca Goffredo Mameli (ex biblioteca Pigneto) e sono stati scelti per venire incontro ai gusti e alle esigenze degli utenti di nazionalità cinese presenti a Roma e di tutti gli appassionati e studiosi della lingua e della cultura cinese.
Il Servizio Intercultura delle Biblioteche di Roma ha inaugurato nel 2013 un'ulteriore sezione di libri in lingua cinese presso la Biblioteca Nelson Mandela (ex Appia), Via La Spezia 21 (Municipio VI), che si aggiunge allo scaffale della Biblioteca Goffredo Mameli, con circa 160 libri e 20 DVD in lingua cinese.
Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di ROMA
Il Convitto è un Collegio Statale con scuole Statali interne. Nel Convitto è presente un Liceo Scientifico Internazionale con opzione Lingua Cinese. La specificità del Liceo consiste nell’innovazione assoluta della proposta dello studio della lingua e della cultura cinese come materia curriculare, quinquennale e d’indirizzo, inserito nell’impianto curricolare del liceo scientifico; inoltre, è stata proposta, mutuandola dall’esperienza pluriennale del Liceo Classico Europeo (di cui è la naturale “curvatura didattica”) la veicolazione di alcune materie curriculari nelle lingue cinese e inglese. Per approfondire lo studio della lingua cinese, alla fine dell’anno gli alunni svolgono un soggiorno in Cina per completare il livello di preparazione curricolare.
Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di ROMA
Piazza Monte Grappa, 5
tel. 06 3269981 fax 06 3203524
segreteria.particolare@convittonazionaleroma.it
www.convittonazionaleroma.it
Presso la Facoltà di Lettere e Filosofia de La Sapienza Università di Roma è stata attivata la laurea triennale in Lingue e culture del mondo moderno, al cui interno è possibile seguire il corso di lingua cinese moderna e filologia cinese.
Facoltà di Lettere e Filosofia
Città Universitaria “La Sapienza” (sede centrale)
p.le Aldo Moro, 5
tel. 06 49913112
http://lettere.uniroma1.it/modules/byDeg/deg00767.htm
Università degli Studi Roma Tre
Facoltà di Lettere e Filosofia
Laurea: Lingue e mediazione linguistico-culturale
Corso: Lingue e letterature della Cina e dell'Asia Sud-Orientale
Prof.ssa Rosa Lombardi
Il corso prevede l'acquisizione di nozioni di lingua elementare e lo studio della letteratura moderna e contemporanea cinese.
tel. 06 57338505
rlombard@uniroma3.it
Presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi Roma Tre è attivo un corso di Laurea in Lingue e mediazione linguistico-culturale per Operatori della comunicazione interculturale (lingue extra-europee), tra cui la lingua cinese.
Collegio Didattico in Lingue e Linguistica
Via Ostiense, 234
tel. 06 57338442 - 06 57338563 fax 06 57338441
Segreteria: cds_ling@uniroma3.it
Marco Wong nasce a Bologna nel 1963 ma da diversi anni vive a Roma. Dal 2010 è direttore editoriale del mensile bilingue It's China e dagli inizi del 2011 ha cominciato la propria attività imprenditoriale nel settore degli alimentari etnici. Da diversi anni è Presidente Onorario di Associna - associazione seconde generazioni cinesi. Il libro di esordio, intitolato Nettare rosso, viene pubblicato nel 2010 (Compagnia delle lettere). Nel 2012 pubblica un racconto in ebook intitolato Appuntamento olimpico (Lite Editions).
Il sito dello scrittore: http://nuke.marcowong.it/
Il Museo Nazionale d'Arte Orientale "Giuseppe Tucci" custodisce i reperti degli scavi delle missioni archeologiche italiane in Iran, Pakistan e Afghanistan, oltre che gli oggetti acquistati in Nepal e Tibet da Giuseppe Tucci (uno fra i massimi orientalisti del Novecento) e collezioni di oggetti di vari periodi provenienti dal vicino ed estremo oriente. Nel corso degli anni il patrimonio del museo si è arricchito grazie agli acquisti effettuati dallo stato, a donazioni da parte di privati ed enti, a scambi con vari paesi asiatici. Il museo ospita, inoltre, alcune esposizioni temporanee.
Attualmente i settori visitabili del museo sono: Vicino e Medio Oriente Antico, Islam, Tibet e Nepal, India e Gandhara, Estremo-Oriente (Cina e Giappone).
A Palazzo Brancaccio: Settore Estremo Oriente: le collezioni di questo settore offrono al visitatore una eccezionale panoramica sulla creatività e le culture della regione dalla Preistoria al XX secolo. Eccezionale per rarità e rappresentatività tipologica è la raccolta di bronzi cinesi (vasi rituali, armi e finimenti per carro e cavallo) databili tra il XIII ed lo VIII sec. a.C. acquistata sul mercato antiquario italiano nel 1986.