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Bafana Bafana. Una storia di calcio, di magia e di Mandela

In un polveroso villaggio del Sudafrica circondato dalla giungla vive Pelé, 11 anni e un nome bizzarro, scelto dal padre in onore del leggendario campione di calcio brasiliano, maestro della rovesciata. Anche il piccolo Pelé è un patito del calcio, ma quant’è dura fare goal correndo dietro a una vecchia pallina da tennis, con i cani del villaggio alle calcagna… La cosa più bella del mondo per Pelé è starsene seduto fuori dalla capanna accanto al nonno, davanti al televisore alimentato dalla batteria di una vecchia macchina, a guardare le prodezze dei Bafana Bafana, i ragazzi della nazionale sudafricana.

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Scrivere è vivere. Scritti e interviste

Il titolo di questo libro è l'essenza della "Lectio magistralis" pronunciata dall'autrice all'atto del conferimento del premio Nobel per la Letteratura nel 1991 e che viene qui riprodotta integralmente, assieme ad altri scritti e interviste. Da questi testi emerge la natura e il carattere della scrittrice che scrive della vita e per la vita dell'uomo e dei suoi diritti inalienabili. Un libro che fa toccare con mano la forza della scrittura che non si ferma davanti al razzismo e all'autoritarismo.

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Storia di mio figlio

Uno studente, marinando la scuola, si imbatte nel proprio padre, verso il quale nutre un grande rispetto, mentre sta uscendo da un cinema con una donna. Un contrattempo comune: ma suo padre non è un uomo comune e la famiglia minacciata dalla relazione non è una famiglia comune. È la storia d'amore tra un uomo e due donne, tra padre e figlio, tra una famiglia e qualcosa di ancora più esigente: l'amore per la libertà.

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Tempi da raccontare. Scrivere e vivere

Nadine Gordimer non è solo una artista e scrittrice, ma anche una donna che si è sempre spesa per le cause della giustizia. Se scrivere e vivere restano per lei due esperienze indissolubilmente legate, né l'una né l'altra possono prescindere dall'impegno etico e dall'assunzione di responsabilità. Nella sua vita si riconosce lo spirito autentico dello scrittore che parla e agisce in prima persona in nome della giustizia, denunciandone le violazioni ovunque esse si manifestino nel mondo. In questa raccolta, che comprende saggi, articoli, conferenze che spaziano nell'arco di mezzo secolo, da metà degli anni cinquanta a metà dei duemila, se ne dà una ricca testimonianza.

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Racconti di una vita

Diciassette storie scritte tra il 1952 e il 2007, cinque decadi di racconti inediti in Italia, dove Nadine Gordimer dimostra ancora una volta l'uso sontuoso che fa della lingua e la sua capacità di guardare alla politica, alla sessualità e alla razza senza accondiscendenza e con immensa compassione. Che scriva di amanti, genitori e bambini o coppie sposate, Gordimer disegna la geografia delle relazioni umane con un acume psicologico affilatissimo e mancanza di sentimentalismo. Il suo essere radicata, a un momento politico, un luogo e una fede, non ha mai nuociuto al suo talento di artista: al contrario la sua scrittura si mette al servizio dell'umanità e diventa un memento potente dell'agonia vissuta in Sudafrica e un estremo tentativo d'intervento umano fra due fazioni di una società che sembra disperatamente divisa.

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Nessuno al mio fianco

In Sudafrica, poco prima delle elezioni che hanno portato Nelson Mandela al potere, due coppie fanno i conti con la realtà sociale e politica del paese. Da un lato ci sono gli Stark: Vera e Bennet, i bianchi. Lui rinuncia alle proprie attività artistiche per la famiglia, lei invece intraprende la professione di avvocato che, costringendola ad affrontare problematiche a lei sconosciute, le cambierà la vita. Dall'altro lato scorre l'esistenza parallela dei Maqoma: Sibongile e Didymus, militanti neri tornati in patria dopo anni di esilio a seguito dei grandi rivolgimenti politici.

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Ora o mai più

Sudafrica del dopo apartheid. Jabu e Steve hanno vissuto in prima linea la Lotta al vecchio regime, pagando con il carcere e la clandestinità un impegno politico che è un imperativo morale. Lei nera, zulu, cresciuta in un villaggio tribale, lui bianco di famiglia benestante, Jabu e Steve abbracciano la differenza e si sposano quando ancora i matrimoni misti sono illegali. Ma come riconciliare l'esperienza di una normalità prima impensabile con la realtà di una giovanissima democrazia afflitta da povertà, violenza, tensioni sociali e già inquinata da corruzione, scandali e giochi di potere?

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In una stanza sconosciuta

In questo romanzo un giovane viaggiatore solitario attraversa l'Africa occidentale, la Svizzera, la Grecia e l'India. Senza cognizione precisa di cosa stia cercando e riluttante all'idea di tornare a casa, segue i sentieri dei viaggiatori che incontra sul suo cammino. Trattato da amante, accompagnatore, guardiano, ogni nuovo incontro – con uno straniero enigmatico, un gruppo di indolenti vagabondi, una donna sul baratro – lo porta a confrontarsi sempre più a fondo con la sua identità. Attraversando lande pacifiche e frenetici incroci di confini, ogni nuova direzione è permeata di profondi lutti mentre il protagonista viene sospinto verso una tragica conclusione.

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Miners Shot Down

Domenica 15 giugno 2014 alle 19 in via di Santa Cecilia, 1/a Griot presenta il documentario Miners Shot Down del regista e produttore cinematografico sudafricano Rehad Desai. La proiezione sarà introdotta da Alessandro Triulzi, docente di Storia dell’Africa all’Università “L’Orientale” di Napoli. Miners Shot Down sta per uscire nelle sale cinematografiche sudafricane ed è già vincitore di diversi premi internazionali. Su richiesta del regista e della casa produttrice, Uhuru Productions, le proiezioni del documentario saranno anche un’occasione per far conoscere la campagna di raccolta fondi a sostegno dei minatori dell’industria del platino, di nuovo in sciopero da oltre quattro mesi. Per informazioni sul documentario e sulla campagna si può consultare il sito Miners Shot Down. Il documentario è in inglese e zulu con sottotitoli in inglese.

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Io, Nelson Mandela. Conversazioni con me stesso

Un viaggio intimo che spazia dalle prime agitazioni della sua coscienza politica al galvanizzante ruolo svolto sul palcoscenico mondiale, questo libro offre la rara possibilità di trascorrere del tempo con l’uomo Nelson Mandela, ascoltando in presa diretta la sua voce: schietta, limpida, privata.

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In piena luce

Marion Campbell, giovane sudafricana bianca, è proprietaria di una piccola agenzia di viaggi a Cape Town. Donna schiva e riservata, conduce una vita agiata, ha una bella casa con vista sull'oceano, gira in Mercedes, non ha legami affettivi importanti e, soprattutto, è totalmente indifferente a quelle "sciocchezze sulla razza" che hanno segnato il suo Paese.

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La maledizione di Kafka

Narra un'antica leggenda araba che un umile giardiniere un giorno s'innamorò della bellissima figlia del califfo. Come punizione per aver osato amare qualcuno al di fuori della sua cerchia sociale, l'uomo fu trasformato in albero. Calando questa storia nella turbolenta realtà del Sudafrica post apartheid, l'autore racconta la coinvolgente, tragica vicenda di Omar Khan e della sua fatale passione per Anna Wallace, di razza e religione diverse dalla sua.

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Frutto amaro

Sud Africa, 1998. L'apartheid è stato ormai ufficialmente abolito, ma il cammino perché le parole "verità e riconciliazione" diventino realtà è ancora infiorito di frutti amari. Il frutto amaro è lo stupro, di cui esempio simbolo è Mikey Ali, concepito dalla violenza che la madre, nera, ha subito da un poliziotto, bianco.

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Cane mangia cane

La stagione del grande cambiamento in Sudafrica attraverso gli occhi di uno studente universitario. I contrasti razziali, la dura vita delle township, l'orgoglio nero, la nascita della democrazia e la fine dell'apartheid si mescolano alle baldorie e agli stratagemmi di un giovane che fa di tutto per affrancarsi dalle miserie dei quartieri poveri.
Sullo sfondo la cultura Kwaito, la nuova onda musicale che ha travolto la nazione, il frutto della voglia di autodeterminazione della popolazione sudafricana che parla inglese e lingue indigene, che mescola i ritmi della tradizione e l'hip hop.

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Terra del mio Sangue

Fra il dicembre 1995 e l'estate 1998 la Commissione per la verità e la riconciliazione, voluta da Nelson Mandela e presieduta da Desmond Tutu, ha messo in Sudafrica i carnefici di fronte alle proprie vittime. Ha preteso dai primi la verità, dai secondi l'autorizzazione al perdono. E soprattutto ha permesso a un intero paese di scongiurare quel bagno di sangue su cui molti avrebbero giurato all'indomani del crollo del regime razzista. Antjie Krog, poetessa e giornalista, che di quella commissione ha fatto parte e ne ha trasmesso i lavori alla radio, racconta in questo libro due anni di testimonianze crude e di confronti drammatici.

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Lungo cammino verso la libertà

La corposa e appassionante autobiografia di uno dei più grandi leader storici del nostro tempo, ma anche autobiografia di un paese che nelle parole del suo capo riscrive la propria storia.
Mandela, in tono scevro da polemiche e autocompiacimenti, racconta la storia della sua vita in un contrappunto continuo tra dimensione personale e politica.

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Spedizione al Baobab

La voce narrante è quella di una vecchia schiava che, dopo una vita affollata di esperienze, si è ritirata dal mondo per terminare i suoi giorni nel tronco cavo di un baobab, simbolo di vita eterna, dove i piccoli uomini iniziano a venerarla come un essere soprannaturale.
Il baobab rappresenta anche l'inizio del suo affascinante viaggio interiore e di una meditazione sulla vita.
L’autrice di questo romanzo è considerata una delle maggiori poetesse in lingua africaans.

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Le confessioni di un terrorista albino

Breyten Breytenbach racconta la storia del proprio arresto in Sudafrica, nel novembre del 1975. Arrivato a Johannesburg per battersi contro il regime dell'apartheid, Breytenbach viene accusato di essere un agente del KGB e sbattuto in prigione, dove resterà per 7 lunghi anni. Lo scrittore rievoca le angherie subite, la vita dei detenuti, ma anche l'importanza della scrittura, come strumento di evasione e di libertà. Una denuncia atemporale di ogni forma di razzismo, schiavitù, odio, apartheid.

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Memoria di neve e di polvere

Meheret, giornalista etiope che vive a Parigi, narra alla figlia che sta per nascerle la sua saga familiare, per conservare il senso delle origini e della memoria.
Il suo uomo, Mano, un attore sudafricano impegnato politicamente, rientrato in Sudafrica per una missione clandestina, è arrestato e condannato a morte.
L’amore che lega i due protagonisti diventa una rappresentazione della coscienza dei diversi popoli africani.

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