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Hotel Madrepatria

In una cittadina dell'Anatolia, accanto alla stazione ferroviaria, ha sede l'hotel Madrepatria: poche stanze in una vecchia costruzione ottomana. Zebercet, il gestore, vive una routine senza colore fatta di lavoro monotono, di clienti privi di interesse, di sesso con la cameriera. Fino a quando una donna senza nome passa una notte all'albergo e riparte per una destinazione ignota.

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L’Istituto per la Regolazione degli Orologi

L'Istituto per la Regolazione degli Orologi, come tutti i grandi romanzi, è un libro che contiene un mondo. E lo si può percorrere in direzioni diverse trovando sempre qualcosa di nuovo. Intanto è il piú bel libro su Istanbul, raccontata dal primo Novecento durante l'Impero Ottomano, con il fascino dei grandi e antichi palazzi abitati da personaggi quantomeno stravaganti, fino alla modernizzazione degli anni Quaranta e Cinquanta. Poi è una satira degli «enti inutili», della burocrazia metafisica, della cialtroneria indissolubilmente intrecciata alla grande saggezza.

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Serenità

Ambientato nel 1939 a Istanbul, nell'imminenza di un nuovo conflitto mondiale, Serenità è la storia di un gruppo di personaggi alla ricerca di un'identità, individuale e collettiva, in un mondo fortemente in bilico fra tradizione e modernizzazione, fra Oriente e Occidente, fra un passato di splendori e le ansie per un futuro incerto. Soprattutto è la storia di Mümtaz, giovane intellettuale che si rifugia nella letteratura e nella musica di un tempo che sta scomparendo; l'incontro con l'affascinante e complicata Nuran lo porterà invece a vivere una rinascita sensuale e mentale.

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L’ultima famiglia di Istanbul

19 gennaio 1995. Viene ritrovato il corpo senza vita di Aylin Nadolwsky Goldberg. La sua scomparsa è uno shock: Aylin era una persona ammirata e piena di talento, chi può aver voluto la sua morte? Chi, fra le molte persone che ha aiutato, le poche che ha ferito, e quelle che ha abbandonato, può essersi trasformato in un assassino? Nel corso della sua vita, Aylin è stata molte cose: un'esile e timida ragazzina, una bellissima giovane donna, la sposa di un dispotico principe libico, un'ambiziosa studentessa di medicina.

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La donna dai capelli rossi

Cem era un liceale nella Istanbul di metà anni Ottanta come tanti altri quando suo padre farmacista viene arrestato dal governo e torturato dalla polizia a causa delle sue frequentazioni politiche. Non farà mai piú ritorno a casa. Per aiutare la madre Cem andrà a lavorare in una libreria: è qui, tra i romanzi e gli scrittori che vengono a trovare il padrone della libreria, che Cem inizierà a sognare di diventare uno scrittore. Rimarrà sempre con questo desiderio, con questa fame di storie, anche se la vita ha in serbo altro per lui: quando la libreria chiude, Cem diventa l'apprendista di mastro Mahmut, un costruttore di pozzi. Tra maestro e allievo si stabilisce un legame profondo, e il ragazzo sente di aver trovato in Mahmut quel padre che da lungo tempo ha perso. Mahmut e la sua ditta hanno un nuovo incarico: scavare un pozzo in un paese nei dintorni di Istanbul. Ed è lí che Cem incontrerà l'attrice dai capelli rossi.

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Istanbul Istanbul

Una cella, quattro uomini, dieci giorni, una moltitudine di storie: un dottore, un barbiere, uno studente e un vecchio rivoluzionario sono incarcerati in una stanza angusta e gelata nei sotterranei di Istanbul. Fra gli interrogatori, le torture, il tempo sospeso e l’immobilità forzata cui sono inchiodati, scoprono l’incanto e il potere della parola come unica via di fuga possibile. I protagonisti di questo libro, come nel Decamerone, trascorrono il tempo della loro segregazione raccontandosi storie ed è cosí che, in una narrazione corale, svelano il filo che li lega e il motivo per cui si trovano imprigionati: nella Istanbul sopra la cella, quella che vive e brulica tra bellezza e orrore, qualcosa sta per accadere, un cambiamento, una rivoluzione…

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Il mandarino meraviglioso

Una giovane donna turca cammina nell'oscurità della notte, lungo le vie solitarie e misteriose della Città Vecchia di Ginevra. Dopo la partenza del suo amato passa le serate nei caffè. In questi luoghi troppo luminosi, fumosi, qualche volta accoglienti, scrive e riflette sulla gioventù sprecata, ripercorre la propria vita fino al luogo delle origini, sulle rive del Bosforo, lì dove la paura è cominciata. Perché nella sua terra natia essere libera significava infrangere i divieti e le restrizioni, e l'unico modo per farcela era andar via...

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Scrittore e assassino

In questo noir letterario dall'atmosfera enigmatica, uno scrittore senza nome capita in una piccola cittadina e si trova implicato in un mistero dai risvolti esistenziali. Uno scrittore amante delle donne che ha vissuto tutta la sua vita in città, si ritira in una assolata cittadina turca. Invece della calma e della pace che cercava, si troverà immerso in un mondo di sospetti, paranoie e violenze.

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Impronte

Ziya sale in ascensore. Ha in mano le chiavi del suo appartamento, pronto a riconsegnarle perché ha deciso di allontanarsi dalla frenesia ripetitiva della città, di andar via dall’enorme centro urbano in cui trascorre le sue giornate, segnato dal terribile momento in cui un attacco terroristico gli ha portato via moglie e figlio. L’angoscia esistenziale non gli lascia tregua. Sono passati trenta lunghi anni dal servizio militare, ma solo ora ha deciso di accettare l’offerta del suo vecchio commilitone Kenan, che all’epoca gli aveva descritto con nostalgia e incanto il villaggio in cui era cresciuto e aveva vissuto.

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Il ponte del corno d’oro

Questo è il viaggio coraggioso di una viandante fra due mondi, una giovane turca che vuol fare l’attrice e non trova altro modo, per pagarsi la scuola di recitazione, che emigrare in Germania. È vergine, sprovveduta, non sa una parola di tedesco, ma è curiosa, caparbia, intelligente e decisa a farcela. La sua storia, intensa, dolcissima, divertente, è l’arguto racconto di una ragazza che rifiuta di mettere la testa a posto, della sua passione per il teatro, il cinema, la poesia, la politica, di un periodo incredibile vissuto tra Berlino e Istanbul alla fine degli anni sessanta.

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L’ultimo treno per Istanbul

Selva è la figlia dell’ultimo pascià ottomano della Turchia e può avere qualunque uomo desideri. Eppure ha occhi solo per Rafael Alfandari, un ragazzo ebreo, figlio del medico di corte. Nonostante l’opposizione delle loro famiglie, che non vedono di buon occhio l’unione tra due mondi così diversi, i giovani amanti si sposano di nascosto e scappano a Parigi per farsi una nuova vita. Ma quando i nazisti occupano la Francia, la coppia in esilio imparerà sulla propria pelle che niente – né la guerra, né la politica, né la religione – può spezzare gli antichi legami di sangue.

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Giallo zafferano

Volkan, Melike, Eylem, tre personaggi totalmente diversi, che si ritrovano loro malgrado a convergere l’uno nell’altra, spinti da una disperante solitudine che non lascia scampo. Tutti loro, pur provenendo da ambienti dissimili, recano in sé la  medesima aspirazione di raggiungere, un giorno, una felicità che pare a loro inesorabilmente preclusa, di ritrovare nell’Amore una qualche speranza. In una società che priva l’umanità di prospettive per il futuro, i tre si troveranno innanzi a un bivio, che segnerà inequivocabilmente il loro destino.

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Tambura Blues

La vita di un ordinario uomo turco, che da famoso percussionista nei più importanti nightclub si ritrova a sbarcare il lunario nella squallida taverna di Zeki. In lutto per la perdita della moglie e per i tragici errori del passato, la sua perenne malinconia, dapprima apprezzata, col tempo comincia ad annoiare la giovane clientela del locale, provocando un inevitabile e tragico scontro con il proprietario. L’autrice permette al lettore di insinuarsi nella sordida psiche dei suoi personaggi, per esporre nei dettagli le invidie e le ambizioni che ne consumano le esistenze.

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Il sultano di Bisanzio

Cinque secoli dopo la scomparsa dell'ultimo Imperatore bizantino, Costantino XI, tre misteriosi individui contattano un giovane professore di Istanbul, rivelandogli di essere membri di una società segreta, fondata allo scopo di vigilare sulle ultime volontà dell'Imperatore. Secondo le loro fonti, lui è il prossimo nella linea di discendenza, ma per acquisire il diritto all'eredità deve mostrare di esserne degno, adempiendo a una serie di prove.

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Felicità

Meryem ha quindici anni; in un villaggio della Turchia musulmana più retrograda, è violentata dallo zio, leader religioso del paese. Per il costume locale, è lei la colpevole: trattata come una reietta, è tenuta prigioniera in una baracca per giorni, nell’attesa che utilizzi quella corda che le è stata lasciata sul pavimento, per espiare il suo crimine e salvare l’onore della famiglia. Ma lei non cede… Cemal è un soldato appena ritornato dalle montagne dove ha combattuto i ribelli curdi: cugino di Meryem, viene scelto come suo carnefice.

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Aspettando la paura

Sono otto storie di varia lunghezza dal più lungo, che dà anche il titolo alla raccolta, al più breve, “Scordato”, passando per “L’uomo dal cappotto bianco”, “Una lettera mai spedita”, “Né sì né no”, “Lettera a mio padre” e “I narratori sui binari – Un sogno”: sono splendidi, appassionanti, surreali racconti che hanno al centro varie forme di solitudine e abbandono; sono assolutamente straordinari, emozionanti, dolorosi, commoventi, una vera scoperta per la sottoscritta che invita chi legge questa sua recensione a intraprendere il suo stesso viaggio “dentro” questo libro leggendo solo alla fine la prefazione di Bellingeri e la postfazione di Pamuk.

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La stranezza che ho nella testa

Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle piú complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut l’ha incontrata una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati di sfuggita al matrimonio di un parente a Istanbul. Eppure è bastato quell’attimo di perfezione e felicità a farlo innamorare. Süleyman, il cugino, gli ha detto che delle tre figlie di Abdurrahman, quella che ha visto Mevlut, quella di cui si è innamorato, è senz’altro Rayiha.

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Ancóra

Daha, ancóra: è l’unica parola turca che conoscono i migranti clandestini. Ancóra acqua, ancóra pane, ancóra speranza.
Viaggiano nel cassone di un camion per monti e deserti, verso la costa turca dell’Egeo. Lì entra in gioco Ahad.
Carica i migranti sul furgone, attraversa il bosco e li nasconde sottoterra, nella cisterna del suo giardino.
Attendono lì, per settimane, sognando la Grecia.

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Gran bella cosa è vivere, miei cari

Pubblicato nel 1962, un anno prima della sua morte in esilio a Mosca, e a tutt'oggi inedito in Italia, Gran bella è cosa vivere, miei cari è un romanzo la cui gestazione ha accompagnato gran parte della vita di Hikmet. Pur essendo un'opera di fiction, le vicende che Hikmet racconta sono attinte dalla sua biografia: sua è la voce del narratore, Ahmet, un uomo morso da un cane rabbioso che attende la fine del periodo di incubazione isolato in una capanna dell'Anatolia lasciandosi andare alle intermittenze della memoria e del cuore; sua è anche la voce di quell'io che gli si alterna, in un sublime gioco di proiezioni e riflessi narrativi; suo è il "materiale di vita" che vi si accumula, gli squarci dell'infanzia, i momenti di attivismo politico, le sofferenze dell'esilio; suo l'incancellabile ricordo di un'amatissima donna, Anuka, sfuggente e contesa.

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Il nuvolo innamorato e altre fiabe

Il Nuvolo innamorato nasce da remote memorie d'infanzia dell'autore, dal ricordo della nonna che raccontava antiche storie, ma anche da un'attenta e appassionata lettura del materiale folclorico del suo paese. Il risultato è una raccolta di racconti dalla sorprendente e limpida bellezza, in cui vivono principesse e "nuvoli" capaci di amare, contadini sciocchi e ragazzi furbi, maghi crudeli e astute ragazze. Perle di saggezza, di poesia e di umorismo solo apparentemente lontane dall'opera e dall'impegno politico di Hikmet, scrittore per il quale "la letteratura, in ciascuno dei suoi generi, comincia con la fiaba e con la fiaba finisce".

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