Quattro stagioni e un anno della vita di un uomo. Un uomo contro tutto e tutti, che si aggira indolente per le strade di Istanbul, in cerca di un amore, che sfiora senza mai raggiungere. Uno sfaccendato, che non ha neanche un nome. Lo scrittore lo chiama «C.». C. non sopporta la vita ordinaria, la monotonia delle abitudini, cerca diversità, giustizia, ma è, prima di ogni altra cosa, cosciente dell’inutilità del suo sforzo. Un carattere difficile, una vita difficile, un romanzo di una travolgente essenzialità.
Yusuf Atılgan
Yusuf Atılgan (1921-1989), uno dei maestri della letteratura turca contemporanea, ha raggiunto la celebrità grazie a due soli romanzi, Aylak Adam (L’indolente), del 1959, e Hotel Madrepatria del 1973, ai quali si aggiungono alcuni racconti e un terzo romanzo incompiuto e pubblicato postumo. Grande lettore della narrativa americana, Atılgan ha introdotto in Turchia le tecniche più sofisticate del modernismo occidentale, coniugandole con l’eredità della tradizione letteraria turca.
Hotel Madrepatria
In una cittadina dell'Anatolia, accanto alla stazione ferroviaria, ha sede l'hotel Madrepatria: poche stanze in una vecchia costruzione ottomana. Zebercet, il gestore, vive una routine senza colore fatta di lavoro monotono, di clienti privi di interesse, di sesso con la cameriera. Fino a quando una donna senza nome passa una notte all'albergo e riparte per una destinazione ignota.