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La lettera e il pianoforte

La lettera e il pianoforte è un romanzo costruito con maestria. Le scene di guerra o d’amore, mai prolisse, sono inframmezzate da descrizioni approfondite degli stati d’animo dei personaggi, le cui debolezze e contraddizioni sono cesellate perfettamente. Seguiamo in un crescendo di intensità la storia d’amore tra Nizam e Anya, che si fa sempre più ossessiva, ma anche le traversie di personaggi incontrati nei capitoli precedenti del Quartetto: i dilemmi di Ragıp Bey e Dilara Hanım, così come il dolore di Rukiye per la perdita del marito.

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Signora Vita

Il protagonista Fazıl è un giovane studente di letteratura e proviene da una famiglia borghese che ha subìto un tracollo finanziario. Vive in un ex edificio commerciale insieme a dissidenti, transessuali e altri individui ai margini della società. Trova un piccolo lavoro come comparsa in una trasmissione televisiva che tra il pubblico ospita Hayat Hanım, di molti anni più grande, donna sensuale, misteriosa e indipendente. Tra i due nasce presto una relazione intermittente, in cui le differenze sono molte di più rispetto ai punti in comune. Se infatti Hayat Hanım vive senza pensare al domani, Fazıl è gravato dalla povertà ed è costretto a prendere in considerazione tutti i rischi possibili.

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Amore nei giorni della rivolta

Il secondo volume del Quartetto ottomano, l’affresco-capolavoro dello scrittore turco Ahmet Altan, segue le vicissitudini dei personaggi che avevamo conosciuto nel primo volume, Come la ferita di una spada. Ne emerge un affresco impressionante per potenza e vivacità della crisi dell’Impero ottomano all’inizio del ‘900, attraverso le storie intrecciate di personaggi vivissimi alle prese con amori tormentati, intrighi, giochi di potere e rivolte. Questo secondo romanzo si apre subito dopo il tentativo di suicidio di Hikmet Bey, figlio del medico personale del sultano, mentre cerca di dimenticare la donna all’origine della sua tristezza, la sua sposa, la bellissima e superba Mehpare Hanım. Mentre in un ospedale di Salonicco Hikmet ritrova lentamente le forze e la voglia di vivere, le cose cambiano nella capitale ottomana. Il potere del sultano è minacciato, si prepara la rivolta, le strade di Istanbul diventano teatro di ogni violenza.

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Non rivedrò più il mondo

Ahmet Altan è stato travolto dall’ondata di arresti che ha seguito, nel 2016, il fallito colpo di stato del 15 luglio contro Erdogan. Da allora è recluso in un carcere nei pressi di Istanbul. L’accusa a suo carico è di aver favoreggiato il golpe tramite «messaggi subliminali». Nel febbraio 2018 il suo processo-farsa si è concluso con un’atroce sentenza: ergastolo senza condizionale. Non rivedrò più il mondo è il messaggio che Altan lancia dalla sua cella: è un testo breve, che contiene molti universi.

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Come la ferita di una spada

Seconda metà dell’Ottocento: nell’Impero ottomano declinante, sconvolto da conflitti etnici e spinte moderniste, la giovanissima Mehpare Hanim, donna di straordinaria bellezza, viene presa in moglie da Sheyh Efendi, uomo religioso e tormentato dai sensi di colpa che il forte richiamo della sensualità gli fa germogliare nel cuore. Gli stessi che, dopo un anno e mezzo, lo spingeranno a ripudiare Mehpare, e a condannarla alla triste nomea di donna-strega, perturbatrice del tradizionale primato maschile.

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Scrittore e assassino

In questo noir letterario dall'atmosfera enigmatica, uno scrittore senza nome capita in una piccola cittadina e si trova implicato in un mistero dai risvolti esistenziali. Uno scrittore amante delle donne che ha vissuto tutta la sua vita in città, si ritira in una assolata cittadina turca. Invece della calma e della pace che cercava, si troverà immerso in un mondo di sospetti, paranoie e violenze.

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