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Amalgam vol 1

Dal Libano con humor e sarcasmo un fumetto divertente e autobiografico che racconta la vita dalle parti di Beirut di una ventitreenne audace che parla liberamente di corruzione, maschilismo e disparità sociali. Il libro è nato da un blog tra i più seguiti nel mondo arabo, che Maya Zankoul ha creato come sfogo ai problemi che i libanesi devono affrontare ogni giorno, con l'impressione di essere costantemente vittime del sistema. Un diario quotidiano a fumetti che dà uno spaccato stravagante e molto realistico del Libano di oggi.

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Ciliegia rossa su piastrelle bianche

Nei versi di questa raccolta di poesie, accolta con entusiasmo dalla critica dei paesi arabi, e tradotta con grande successo in diverse lingue, si avvertono solitudine e disperazione, spaesamento geografico e interpersonale, ma anche desiderio e passione.

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Quel che il giorno deve alla notte

Algeria 1930: Younes ha solo nove anni quando viene abbandonato a una comunità benestante di provincia. Crescendo insieme ai giovani coloni francesi ne diventa compagno inseparabile. Finché un giorno non ritorna al villaggio Emilie, una ragazza splendida che metterà duramente alla prova la complicità fraterna dei quattro ragazzi, lacerati tra lealtà, egoismi e rancori che la guerra d'indipendenza contribuirà ad acuire enormemente. La rivolta algerina sarà per Younes tanto sanguinosa quanto fratricida.

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L’amore ai tempi del petrolio

Un testo visionario. Un racconto spettacolare, inaspettatamente avvincente, ricco di tensione e curiosità per il destino della misteriosa protagonista.
In un oscuro regno del petrolio un’archeologa scompare senza lasciare traccia. La polizia che indaga si chiede se fosse una ribelle o una donna dalla dubbia morale, in un paese nel quale nessuna donna ha mai osato abbandonare casa e marito, disobbedendo alle regole.

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Il lato oscuro dell’amore

Una storia d’amore proibita e struggente, quella tra il giovane Farid e la bella e sensuale Rana.
La saga di due famiglie, quella dei Mushtak e quella dei Shanin, divise dalla legge dei clan e da una faida sanguinosa.
Un affresco storico che ripercorre le tormentate vicende del Medio Oriente, dalla fine dell’Impero Ottomano ai giorni nostri, tra guerre e rivolte, trame segrete e feroci dittature, spaziando dalla Siria al Libano, dall’esilio in Europa e in America all’emigrazione in Arabia Saudita.
La biografia di un popolo, quello siriano, incessantemente tormentato dalla politica e dalla religione. Il ritratto di una città misteriosa e affascinante, Damasco, che rivive in queste pagine con precisione e tenerezza.

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Il romanzo di Ibn Khaldun

Ricostruzione romanzata degli ultimi anni di vita di un personaggio fondamentale nel panorama della vita culturale del XIV secolo, sociologo e storiografo ante litteram.
Tra gli episodi più famosi della sua esistenza, memorabile rimane il suo incontro a Damasco con il feroce Tamerlano.

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Lettere da una straniera. Da Beirut a Parigi: diario di una vita altrove

Da una delle più importanti voci letterarie in lingua araba, una serie di struggenti «reportage spirituali» che cantano i ricordi, i rimpianti e le speranze di un'esule, lontana da una patria amata e detestata, ormai perduta per sempre tra le macerie della guerra.

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Assente

Baghdad, anni ‘90. Sono gli anni delle sanzioni che seguono la guerra del Golfo. La storia è quella di Dalal, una giovane donna con una paralisi al labbro e una mente veloce, cresciuta nella casa degli zii. In questo periodo assurdo e terribile non solo gli zii, suoi tutori, sono ossessionati da ciò che manca o è assente. Ma anche nella sua “famiglia allargata”, ossia tra gli abitanti variopinti del condominio in cui vive Dalal, ciascuno ha subito una perdita.

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Un cielo così vicino

Un cielo così vicino è un insolito romanzo di formazione ambientato nel villaggio di Zafraniya, nei dintorni di Baghdad.
Ma, soprattutto, è il racconto del viaggio della scrittrice Betool Khedairi attraverso le memorie della sua infanzia, spesa ad assecondare la volontà dei genitori, e la cronaca del perenne conflitto tra due culture, quella irachena del padre, chiusa e fedele alla tradizione, e quella occidentale, moderna e liberale, della madre.
A un certo punto l'equilibrio precario in cui vive viene stravolto dalla guerra scoppiata con il vicino Iran.

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Polvere d’oro

Ukhayyad e il suo cammello sono cresciuti insieme, attraversando il deserto, un mondo che parla una lingua misteriosa, dove a riti pagani si mescolano tradizioni delle tribù tuareg, incantesimi, maghi e preghiere…
Nel racconto di al-Koni, un vincolo che va oltre l’umana comprensione si scontra con leggi sociali troppo rigide: l’affetto per un cammello non può sostituirsi a quello per una moglie e un figlio, e chi osa tradire la famiglia deve pagare… L’unica via d’uscita per Ukhayyad e il suo pezzato è scappare via dalla tribù, dove la febbre dell’oro regola le relazioni fra gli uomini.
Sarà lo scontro fra la cupidigia e la forza indomabile dei sentimenti a condurre i protagonisti a un tragico e sorprendente finale.

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La parte del morto

Algeri, anni Ottanta: il commissario Llob (ex combattente della guerra d'Indipendenza e "pecora nera" in mezzo alla corruzione dilagante) insegue un pericoloso serial-killer a cui il raiss ha inspiegabilmente concesso la grazia, e scopre il passato criminale di un mafioso con fama di eroe nazionale.
Non sa di essere manipolato in questo da chi, dietro le quinte, trama la guerra civile.

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L’ultimo amore è sempre il primo?

Questo libro racconta il disequilibrio e i malintesi tra l'uomo e la donna arabi. Le storie che vi si trovano parlano unicamente d'amore, cioè di solitudine, di segreto e di incomprensione. E poi il bisogno d'amore diventa presto una ricerca di sé: perché, per amare l'altro, bisogno amare un po' se stessi. Non è semplice in un paese dove le tradizioni aiutano soprattutto l'uomo a imporre il suo piccolo potere anche quando nulla può essere fatto senza la partecipazione della donna.

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Origini

Prix Méditerranée 2004
Qual è la sorpresa che il lettore trova nel romanzo di Maalouf, Origini? Non è nella struttura del racconto: già Il periplo di Baldassarre come Gli Scali del Levante ci avevano trasportato in un'odissea detta in prima persona e farcita di testimonianze citate. Anche quella di Origini è un'odissea "attraverso le generazioni, attraverso i mari, attraverso la Babilonia delle lingue", alla ricerca appunto delle "origini", di ciò che nella tribù "solamente unisce gli uni agli altri: un nome pronunciato", un patronimico, quello dell'Autore, chiave con la quale può rievocare i morti e rivisitare le leggende degli antenati.

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La porta del sole

Un giovane medico al capezzale del suo padre spirituale, ormai in fin di vita. Di fronte alle finestre dell'ospedale si distende il campo profughi di Shatila, in Libano. Il vecchio militante in coma sognava di scrivere una storia senza inizio né fine, la storia del popolo palestinese. Una storia che ora, in una sorta di terapia, gli viene raccontata dal suo discepolo: la guerra civile in Libano, gli episodi significativi della sua vita e gli itinerari di un pugno di uomini e donne accerchiati dalla storia, a partire dall'espulsione dalla Galilea nel 1948.

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Il profeta

Per esprimere la sua visione del mondo come unità perfetta e la vita come armonia eterna, Gibran ha scelto un interprete illuminato, un profeta di nome Almustafà.
Attraverso di lui il Gibran-profeta pronuncia ventisei sermoni sui vari aspetti della vita terrena indicando le sorgenti alle quali chi ha sete può dissetarsi.

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Le ninfe della valle

Quattro racconti che sono ”un inno all’amore, un dipinto dell’artista Gibran nel quale gli amanti passeggiano tra i salici, e l’unità di ciascuno era un linguaggio che parlava dell’unione di entrambi; e un orecchio che ascoltava in silenzio l’ispirazione d’amore; e un occhio che vedeva la gloria della felicità”.

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