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African Psycho

Grégoire Nakobomayo, onesto lavoratore e carrozziere provetto, vorrebbe diventare un serial killer. Ispirandosi alle gesta del suo idolo, l'efferato pluriomicida Angoualima, tenta invano di commettere stupri e assassinii, ma le cose non vanno mai per il verso giusto. Dalla sua tomba nel cimitero dei Morti-cui-non-spetta-il-sonno, il Grande Maestro Angoualima, che controlla tutti i crimini della città, non sa che farsene di un allievo tanto inetto, e a ogni sua visita lo ricopre di insulti.

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Solo il vento mi piegherà

Quando, nell'ottobre 2004, Wangari Maathai riceve la notizia dell'assegnazione del premio Nobel per la Pace, decide di festeggiarlo nel modo migliore che conosca: piantando un albero.
Attorniata da una folla di spettatori e giornalisti, scava la terra rossa e calda della valle dominata dal Monte Kenya e, commossa, vi depone una pianticella.
Negli oltre trent'anni di lotta incessante in difesa dell'ambiente e della democrazia, gli alberi sono sempre stati la sua fonte d'ispirazione: da loro ha imparato che, per quanto si tenti di distruggerle, una volta che giustizia e verità hanno messo radici nel cuore di un popolo germoglieranno per sempre; come gli alberi, ha attinto forza e nutrimento dalla sua terra, restandovi ben piantata, ma allo stesso tempo è riuscita a svettare verso il cielo, diventando un esempio di speranza e coraggio per il mondo intero.


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Il complesso di Mandela

Dumisa Gumede, giovane zulu che vive in un villaggio del Natal, in Sudafrica, è noto per le sue prodezze amorose e per la sconfinata ammirazione nei confronti di Nelson Mandela, che lo ha indotto a fondare insieme agli amici un ''Mandela Football Club'' di cui fanno parte alcune delle ragazze da lui allegramente sedotte. Siamo negli anni '50 e i neri sono soggetti a misure sempre più restrittive, ma Dumisa sembra sentirsi immune dal pericolo e si lancia alla conquista della bellissima e sdegnosa Nobuhle. Proprio nel giorno in cui lei accetta di incontrarlo, però, il ragazzo viene a sapere che Mandela, il ''Toro nero'', è stato arrestato, e per la prima volta conosce una sconfitta erotica che diviene un'autentica condanna.

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Caravan to Baghdad

Scrivere un diario è sempre un atto molto personale. In genere, non si scrive un diario per farlo leggere ad altri. Si decide, caso mai, di condividerlo dopo. Attraverso queste immagini, foto o racconti, si scopre una realtà sconosciuta che si insinua dentro l’intimità della gente, non rivelata dai grandi media, ma molto più utile per capire la situazione in Iraq, il conflitto, le responsabilità di chi ha sostenuto la guerra e l’occupazione.

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Tagliato per l’esilio

La fine del buio, disse il vecchio rabbino, è quando il volto dell’estraneo ti diventa familiare come quello di un fratello o di un caro amico. Migrare è lanciarsi a testa bassa nel buio: essere l’Estraneo, lo Straniero, l’Altro…
La lingua della terra che ti ospita diventa allora l’unico fragile lume per infrangere la corazza del buio, per mostrare il proprio volto e scorgere quello dell’Altro. La lingua madre resta comunque il filo di Arianna, per non perdere se stessi in questo viaggio, nell’intimità di questa si potrebbe anche riuscire a raccontare l’esilio… 

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Vita e sogni. Racconti in concerto

E' un'antologia che raccoglie testi diversi fra di loro per tema, protagonisti e modalità narrative. Sono però uniti da un filo di sogno, sospesi fra fantasia e realtà...magistralmente dosate dall'autore in percentuale variabile pagina dopo pagina.

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Se Dio non vuole

Adan ed Eva sono due dodicenni di Amsterdam: lei appartiene alla ricca borghesia ebraica, lui è musulmano di origine marocchina e vive con la numerosa famiglia nel quartiere ad alto tasso d'immigrazione di Slotermeer. Sono compagni di scuola e faticano ad ambientarsi: lei è grassottella, goffa e poco attraente, lui è povero. Dall'incontro di due solitudini nasce un'amicizia osteggiata dalle famiglie, che tra incomprensioni culturali e incidenti religiosi degenera in catastrofe.

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Taxi. Le strade del Cairo si raccontano

Un libro dedicato "alla vita che abita nelle parole della povera gente".
Taxi è un viaggio nella sociologia urbana della capitale egiziana attraverso le voci dei tassisti.
Una raccolta di storie brevi che raccontano sogni, avventure filosofiche, amori, bugie, ricordi e politica. I tassisti egiziani sono degli amabili cantastorie che, con disinvoltura, conducono il lettore in un dedalo di realtà e poesia che è l’Egitto dei nostri giorni.
"Taxi è un’articolata e divertente critica alla società e alla politica egiziana" dice Mark Linz, direttore dell’Università Americana del Cairo, "è unico nel suo genere perché usa una buona dose di humour per trattare argomenti a cui solitamente gli egiziani riservano un’estrema serietà".
Primo libro di Khaled Al Khamissi, Taxi, è diventato un best-seller, ristampato 7 volte nell’arco di un anno, oltre 95.000 copie vendute, in un paese, l’Egitto, dove 3.000 copie sono considerate un successo.
Il libro è stato presentato a settembre in antemprima nazionale nella rassegna di letteratura "Festivalalguer Porto Mediterraneo".

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Magia Nera a Kinshasa

Nella vita dell'africano, la magia nera, la stregoneria, fanno parte del quotidiano. Per l'uomo comune spiegare come agiscono gli stregoni è molto difficile. Tuttavia nessuno osa negare che il fenomeno esiste. In città o nei villaggi, ogni giorno accadono fatti che la ragione non riesce a spiegare. In televisione, alla radio, nei bar, nei testi delle canzoni, nei racconti popolari, si sente parlare degli stregoni e dei loro poteri, della guerra tra ndoki (stregoni) e nganga nkisi (guaritori).
 

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Verrà l’anno

E' il suo ultimo lavoro poetico, scritto direttamente in italiano. Una specie di poemetto dove i testi si susseguono senza titolo, né punteggiatura, né maiuscole (restano solo i punti interrogativi), dove la voce del singolo diventa voce collettiva, che può essere di ciascuno di noi, o di tutti, una voce corale.
Il bilinguismo dell'autrice, e il suo “biculturalismo”, si traduce in ampliamento degli strumenti per comprendere il mondo, per penetrare i segreti dell’uomo, soprattutto il suo dolore. La lingua parlata è il filo con il quale il poeta tesse il “discorso comune”: la voce intensa e pacata che parla per ogni uomo, così com’era all’origine della poesia.

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Le letture persiane

Una raccolta di lettere che ci arrivano dal cuore lontano dell'Iran. Il testo è una testimonianza autentica e diretta dove si delinea quella che è la situazione economica, politica, sociale nel Medio Oriente, strettamente legata all'intricato gioco del controllo delle risorse energetiche mondiali.
Il richiamo alle Lettere Persiane di illuministica memoria, non sta solo nel titolo di questo libro di Amir Madami, ma anche nella forma del romanzo epistolare che alla coppia di viaggiatori persiani consentiva di valutare e giudicare con occhio critico la Francia del 1700.

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Porto il velo, adoro i Queen. Nuove italiane crescono

Sulinda, 30 anni, nata a Perugia, sposata e con 2 figlie, vive a Milano dove studia lingue all'università per diventare interprete. Come tutte le donne della sua generazione affronta la vita con non poche difficoltà. Con una piccola differenza: è musulmana e porta il velo, e tanto basta perché la si consideri diversa. Camminare per strada, fermarsi davanti a una vetrina, andare in palestra, al mare, in vacanza all'estero, tutto acquista una colorazione speciale. E quello che per le sue coetanee è naturale per lei diventa una parodia o, nella migliore delle ipotesi, una piccola avventura.
 

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L’accusa silenziosa

Un tragico avvenimento sconvolge l’apparente tranquillità di un villaggio immerso nella campagna albanese. Rancori e segreti covati per anni esplodono al termine di una lunga notte di festeggiamenti, notte in cui tutto accade e tutto si compie. Un romanzo corale che ci fa conoscere un mondo dove l’atavico codice d’onore è l’unica legge e l’onta viene lavata col sangue.
La tradizione di un popolo crocevia di culture, che ha accettato le differenze religiose al suo interno, ma che ancora fatica a rinunciare alla giustizia privata, unico mezzo per riparare l’irreparabile. Il romanzo di Artur Spanjolli è un vortice che, spirale dopo spirale, appassiona il lettore al susseguirsi degli eventi e offre una particolare visione interpretativa del complesso contesto balcanico.

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Il buio del mare

Un presente aspro, inquinato dai detriti della grande Storia, segna un imprecisato paese del blocco socialista. Un cielo livido, a dispetto dell'azzurro mediterraneo, incombe su un'amara quotidianità. Uno sguardo bambino, attonito eppure vigile, indaga, senza mai lasciarsi contaminare, mantenendosi fresco e lucido anche quando si spinge nel territorio del sogno.
Il giovanissimo protagonista senza nome assiste all'impiccagione del padre, al solcarsi sempre più profondo del viso della viso della madre, al crescere della distanza fra lui e la rosea compagna di banco che profuma di sapone.

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Editore:Giunti

Anno:2007

Autore:Ron Kubati

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La mia prima mamma

L'autore, alla morte della madre torna in Nigeria per darle l'ultimo saluto. Nei giorni che trascorrerà a casa, la ricorderà con amore, ripercorrendo i dolci ricordi che tessono lo speciale rapporto che li legava. E' impossibile non amare la propria madre; si può discutere con lei ogni ora del giorno, ma resta e resterà sempre la figura più importante della nostra vita.
 

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La teqja

La Teqja rappresenta un viaggio a ritroso nel tempo: se gli avvenimenti narrati si svolgono a Likesh intorno al 1969 durante la dittatura comunista di Enver Hoxha, in realtà l’autore, attraverso i ricordi dei personaggi, si spinge fino a un secolo prima per raccontare le origini della famiglia Cialliku e le peripezie dei padri fondatori. Islam e Hysen Cialliku, i due fratelli sapienti, vissuti a Likesh un secolo prima, possedevano una vasta biblioteca e avevano donato le proprie ricchezze ai contadini poveri attirando su di sé le ire delle autorità locali e del crudele Seit Beu.
In seguito alla morte di Islam a causa del colera, Hysen era vissuto nella fede di Allah e nella tolleranza, non si era mai sposato – a differenza di Islam che aveva avuto il figlio Ahmet – e aveva combattuto il tiranno fino alla morte: per salvare i libri dall’incendio appiccato dagli sgherri di Seit Beu, Hysen era bruciato vivo. Il diario del saggio Hysen, una trentina di pagine in tutto, era stato sotterrato da Ramadan, padre di Meta, nel sacro luogo adiacente la casa e ritrovato da Meta pochi giorni prima del novembre del 1969.
Una sera, di nascosto e in piena dittatura comunista, otto persone della famiglia Cialliku e cinque conoscenti, più un giovane traduttore, si riuniscono a casa del vecchio patriarca Meta per ascoltare le parole del diario di Hysen Cialliku. Queste persone continueranno a riunirsi per nove sere di seguito per apprendere dalle parole dell’insigne antenato su quali basi morali poggi la santità dell’uomo che da solo si oppose ai soprusi del crudele governatore di Likesh.

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Qui e là

Storie di ossessioni e visioni di donne e uomini solitari. Persone non esistenti partecipano del loro quotidiano. Un artista alla ricerca della propria identità, una vecchia che abita dappertutto; un oculista che vede una strana presenza in fondo all'occhio del suo paziente; una nonna che passa le giornate davanti alla finestra.

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Viviscrivi

Passo dopo passo, questo libro è una divertente camminata verso il tuo racconto. Come diceva il poeta spagnolo Antonio Machado non esiste una strada già preparata che devi scoprire; sono i tuoi passi che a poco a poco creano la tua strada. Molte volte, però, anche se vuoi camminare, non osi fare il primo passo, ti spaventano le critiche, hai paura di sbagliare, non vuoi rischiare. In una visione socratica, Viviscrivi ti mostrerà che i tuoi racconti sono già dentro di te.

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Amanda Olinda Azzurra e le altre

Alle storie delle protagoniste fanno da sfondo il Brasile, terra di origine dell'autrice e l'Italia, sua terra d'emigrazione. L'autrice ci fa partecipi del suo desiderio di ristabilire una connessione tra il proprio passato ed il proprio presente in un percorso di vita alla ricerca di appartenenza. Il libro non è rifugio nella memoria, ma feconda riflessione sulla complessità del vivere in due mondi diversi.

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