Trenta storie, trenta ritratti di donne “forti” che in Italia sono state capaci di inventarsi – fuori dagli stereotipi e dalle banalizzazioni – una nuova vita, ripartendo dalle abilità e dalle competenze che avrebbero voluto mettere a frutto nei propri paesi d’origine.
Danijela, Tatia, Ursula e le altre lavoratrici di cui scrive Giusi Sammartino hanno creato per se stesse e per i propri cari un nuovo percorso di vita lontano dalle trappole e dai passi falsi in cui spesso cadono i migranti costretti a lasciare la propria casa in cerca di un “nuovo inizio” nel nostro Paese. Così, dopo una prima fase che le ha viste domestiche, badanti o semplicemente mogli e madri (giunte in Italia per ricongiungimento), queste donne si sono ricreate sarte, danzatrici, poetesse, pasticcere, cuoche, scrittrici, imprenditrici di se stesse e del proprio popolo.
Giusi Sammartino
Giusi Sammartino ha insegnato lingua russa nei licei. Collabora con riviste di letteratura e con la cronaca romana del Messaggero. Scrive sulle pagine culturali di vari quotidiani. Ha tenuto corsi di lingua italiana presso il Centro di accoglienza per richiedenti asilo politico di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma. Con Sensibili alle foglie ha pubblicato L’interpretazione del dolore. Storie di rifugiati e di interpreti (2014).