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E l’eco rispose

Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c'è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all'isola greca di Tinos, Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l'una per l'altra.

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Schiava di mio marito

Potrebbe essere l'eroina di un romanzo d'avventura e di passione. Invece Tehmina Durrani è la vera protagonista dei fatti che racconta. Sposata con Mustafa Khar, eminente uomo politico pakistano, Tehmina è costretta dal marito ad accettare violenze e angherie, a subire umiliazioni e tradimenti. Tuttavia, durante gli anni più burrascosi della recente storia del Pakistan, Tehmina condivide con Mustafa Khar una lunga battaglia politica tanto in patria quanto in esilio. Per accorgersi, alla fine, di essersi battuta al fianco di un uomo assetato solo di potere. è l'ultima delusione quella che le dà la forza di lasciarlo e di smascherarlo scrivendo un libro. Questo libro. Che in Pakistan ha suscitato scandalo, ma ha anche aiutato tante donne a ritrovare la propria dignità.

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La sposa pakistana

In seguito a uno dei massacri interetnici che hanno accompagnato la 'spartizione' tra India e Pakistan, una ragazzina del Punjab si ritrova adottata da un uomo delle montagne del Kohistan. Dopo la morte della moglie e dei figli, l'uomo ha lasciato il suo villaggio e si è trasferito, in compagnia della piccola Zaitoon, a Lahore. Preso, però, dalla nostalgia delle sue montagne, l'uomo decide di dare in sposa Zaitoon a un giovane della sua tribù. Tutto separa i due sposi e, dopo un'ardente prima notte, il giovane marito comincia a imporre la sua autorità alla piccola sposa, con una violenza direttamente proporzionale alla passione e alla gelosia che lo ispira.

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Acqua

È il 1938 in India, un tempo di aspri conflitti e mutamenti. Le moderne idee del Mahatma Gandhi cominciano a diffondersi e a scuotere le fondamenta dell'antica società tradizionale. Chuya ha ora 8 anni, ne aveva 6 quando è stata fidanzata a un uomo anziano legato alla sua famiglia, 7 quando si è sposata. Ora, però, il marito è morto e lei, secondo l'antica consuetudine hindu, è stata condotta nell'ashram delle vedove dove dovrebbe vivere in penitenza sino al giorno della sua morte. Nella mente della dolce e piccola Chuya, però, fioriscono già le moderne idee di ribellione. Quando perciò la sua amica Kalyani, una bellissima vedova-prostituta, stringe una relazione clandestina e proibita con un giovane idealista gandhiano appartenente alla buona società indiana, è Chuya a guidare la rivolta nell'ashram delle vedove.

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Un altro albero di Gulmohar

Aamer Hussein ci racconta una delicata storia d’amore accompagnandoci in un viaggio dalla grigia Londra del dopoguerra al Pakistan, lo stesso compiuto da Lydia per raggiungere l’amato Usman. In queste pagine percorriamo anche un cammino ideale alla scoperta del mondo interiore dei protagonisti, mentre la dimensione narrativa si intreccia alla magica rievocazione di atmosfere fiabesche.Sullo sfondo il Gulmohar, l’albero di fuoco, trapiantato dal Madagascar nel subcontinente indiano, simbolo del fecondo abbraccio tra due culture e destinato a generare splendidi frutti, proprio come questo piccolo ma intenso capolavoro.

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I giorni dell’ibisco

Questi nove racconti, per la prima volta tradotti in italiano, sono stati scritti in un arco di tempo che va dagli anni Ottanta a oggi. Si tratta di composizioni sofisticate nel loro rigore, ricercate nella loro semplicità apparente, che rivelano a ogni passo l’influenza della tradizione letteraria urdu e persiana, delle quali Aamer Hussein è profondo conoscitore, oltre a quella della cultura indo-musulmana, dalla quale lo scrittore proviene e verso la quale conserva l’atteggiamento di identificazione tormentata che forma il tessuto, l’umore, il mondo di riferimenti dai quali nascono le sue storie.ricalamitati nella terra d’origine, per scoprire che patria non è più.

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Apprendista per caso

Per Sapna Sinha è l’occasione della vita: lasciare l’impiego da commessa e l’appartamento alla periferia di Delhi che condivide con la madre e la sorella per diventare amministratore delegato di una delle più grandi aziende indiane, un colosso da dieci miliardi di dollari. Il colpo di fortuna arriva dall’incontro casuale con Vinay Mohan Acharya, estroso presidente e fondatore del Gruppo ABC, uno degli uomini più ricchi del Paese. Per ottenere il posto, con relativo stipendio da favola, Sapna deve superare sette test, sette sfide che prenderanno forma una dopo l’altra nella sua vita di tutti i giorni e ne metteranno alla prova il carattere, il sangue freddo, il coraggio, la capacità di guidare e motivare gli altri, insomma tutte le doti di un bravo amministratore delegato.

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Una musica costante

L'amore per la musica, la musica dell'amore. Un incontro casuale su un autobus londinese, una lettera che non avrebbe mai dovuto essere letta, una pianista con un segreto che tocca il cuore della sua musica. E, ancora, la ricerca di un raro quintetto per archi di Beethoven e un violino amato fino all'ossessione, ma mai posseduto. Il romanzo di Vikram Seth è insieme una storia d'amore, intensa e struggente e una meditazione profonda sulla musica (e sull'essere musicisti) e su come la passione per quest'arte possa tramutarsi nel tema dominante e costante di tutta una vita.

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Golden Gate

Ispirato all’Evgenij Onegin di Puskin, Golden Gate è un vero e proprio romanzo scritto in versi: 590 sonetti in rima che raccontano le vicissitudini di un gruppo di personaggi, tutti intorno ai trent’anni, tutti a modo loro alla ricerca di qualcosa: dell’amicizia, dell’amore, della felicità, del senso stesso della vita.Sullo sfondo di una San Francisco specchio perfetto dei conflitti (morali, religiosi, etnici, nucleari) del mondo globale, Vikram Seth dipinge, a metà degli anni Ottanta, un ritratto sincero e ancora attualissimo dei nostri tempi, che parte dalla dimensione famigliare per conquistarsi un respiro via via sempre più ampio, sino a diventare una profonda e appassionata riflessione sul futuro del nostro pianeta, in grado di toccare tutte le corde dell’animo umano.

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Due vite

Le due vite narrate sono quelle del prozio dell'autore, Shanti Behari Seth, e di sua moglie Henny Caro. Per alleviare la solitudine in cui precipita Shanti dopo la morte della moglie, avvenuta nel 1989, la madre di Vikram Seth propone al figlio di "intervistarlo", e durante alcuni mesi di conversazioni l'autore prende appunti per scrivere un libro su di lui. Saranno poi le lettere di Henny, scoperte per caso dal padre di Seth in un baule, a far nascere il progetto del libro, un affresco che spazia dall'India d'inizio secolo - quella dell'infanzia di Shanti - fino all'Inghilterra degli anni 70, quelli vissuti da Vikram con gli zii come ospite nella loro casa londinese.

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Giochi sacri

Sartaj Singh, ispettore di polizia a Mumbai, nota fino a poco tempo fa come Bombay, ha un lavoro ingrato. Vive infatti ed esercita la sua professione in una città che oltre alla sua assoluta e intensa bellezza gli sbatte in faccia ogni giorno un "sottobosco" di malaffare, crimine organizzato e violenza a cui Sartaj non si è mai assuefatto e contro il quale però non riesce a segnare decisive vittorie. La sua esistenza sembra dipanarsi così in una inerte caoticità, fatta di ladruncoli, microcorruzione e pasti in piedi.

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Una tigre per Malgudi

Raja - giovane maschio di tigre, spavaldo e crudele - è stato a lungo il sovrano della giungla. Ma poi, perduta la femmina e i piccoli, è diventato il terrore dei villaggi vicini, lo sterminatore delle greggi. Finché catturato, viene rinchiuso in un circo, dove sperimenterà sulla sua pelle la violenza fredda, progettata e compiaciuta degli uomini. Ma il suo disgusto per la condizione umana raggiungerà il culmine quando verrà scaraventato su un set cinematografico, dove farà il tragico incontro con la modernità.

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Un elefante per Malgudi

Nataraj, proprietario di una stamperia artigianale immersa nella pigra, tranquilla e solare cittadina di Malgudi, è un tipo socievole. Nella sua bottega, come su un bizzarro palcoscenico di provincia, c'è un continuo viavai di amici che si trattengono giusto il tempo di fare due chiacchiere. Ma un giorno, questo privato angolo di serenità è sconvolto dall'arrivo di uno strano personaggio. Uomo possente, di brutale franchezza, Vasu si installa senza troppi complimenti nell'attico della stamperia portando con sé un inquietante caravanserraglio di iene, pitoni e tigri impagliate, carcasse di animali e danzatrici del ventre.

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Il ramayana

Nella vicenda di Rama, figlio di re Dasaratha e incarnazione di Visnu, affiora una parabola di portata decisiva: essa è infatti, al fondo, una travagliata e avventurosissima storia di formazione. R.K. Narayan ci racconta il grande poema epico indiano con felicità di linguaggio, scioltezza compositiva e prontezza di spunti narrativi. Conducendoci nelle immense foreste e nelle città affollate di un'India di sogno (seminata, qua e là, di riferimenti a una geografia più attuale), Narayan ci mostra la tradizione fondante di un'intera civiltà, con i suoi valori, i suoi dei, le sue consuetudini.

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Il Mahabharata

Al centro di questo celebre poema indiano sono l'inimicizia che divide i due rami della famiglia regale dei Kuru - i Pandava e i Kaurava - i loro tentativi di impossessarsi del potere e la grandiosa, definitiva battaglia che assurge a simbolo universale della lotta fra il bene e il male. Dei ed eroi, intrighi diabolici e gesta sovraumane, sontuose città regali e paesaggi incantati: la ricchezza dell'epica indiana viene restituita dal racconto di R.K. Narayan.

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Il chiacchierone

Chi è il misterioso uomo vestito di blu appena arrivato in treno a Malgudi? Quali sono i motivi che lo inducono a dimorare in pianta stabile nella sala d'aspetto della stazione, alle prese con cimici e polvere? Davvero proviene dalla leggendaria Timbuctù? E su cosa verte infine l'appassionante studio cui sembra dedicare i suoi viaggi e che è destinato a sconvolgere il mondo della ricerca scientifica e le sorti dell'umanità intera? Disturbati da questi interrogativi, a poco a poco gli imperturbabili abitanti della cittadina di Malgudi, già teatro di molte altre storie raccontate da Narayan, abbandonano la loro proverbiale e sonnolenta apatia, ritrovandosi a partecipare coralmente e quasi inconsapevolmente a una sorta di indagine investigativa.

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L’elefante e la Maruti

L'elefante e la Maruti, il vecchio e il nuovo, la tradizione e la modernità, in una parola il contrasto, il paradosso che agita il grande subcontinente indiano: questo è il filo conduttore di queste novelle. Ecco allora Delhi, descritta entusiasticamente da un forestiero il cui amore per la città viene giudicato puerile dalla sua bella e moderna collega di lavoro Sheila; ecco un matrimonio in cui uno sposo ansioso aspetta la sua sposa chiedendosi se si degnerà di presentarsi; ecco la scuola in cui Renuka, la bruttina, viene sfruttata da Mandakini, la bella che manipola le coscienze di tutti; ecco, infine, il diligente funzionario governativo che, nel più assonnato distretto burocratico, si trova a dover fare i conti con violenze oscure e inaspettate.

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Il dono della dea

Laxmi ha occhi grandi e scuri, naso corto e sottile, labbra piene come le vele di una barca al vento. Quando si china il suo corpo si incurva dolcemente e si arrotonda nei punti giusti, mentre i capelli deliziosamente neri e folti si muovono come una nidiata di serpenti. Laxmi è anche una ragazza ostinata, molto ostinata. Suo padre aveva un sogno: far fruttare i miseri quattro ettari di terra ereditati come se fossero dieci utilizzando le nuove tecniche agricole. Per realizzarlo è precipitato nella rovina più nera per mano dell'usuraio di Khargaon, il villaggio nel cuore dell'India rurale dove la famiglia di Laxmi vive da generazioni.

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Gitanjali

Raccolta di liriche in cui si fondano mirabilmente lo slancio mistico e la religiosità millenaria della cultura indiana con i valori universali della solidarietà verso i propri simili e del rispetto della natura circostante. L’amata canta la dedizione sconfinata verso il proprio Re e Signore sfiorando i vertici dell’estasi con un linguaggio immaginifico, colmo di languida sensualità e di trepida attesa. I versi raggiungono una raffinatezza e perfezione formale che hanno valso il Nobel a uno dei più celebrati poeti del Novecento.

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La vera essenza della vita

Tra il 1912 e il 1913 Rabindranath Tagore pronunciò per gli studenti di Harvard, rappresentanti ideali dell'Occidente, le otto conferenze basate sugli insegnamenti della sua scuola di Santiniketan qui presentate nella traduzione di Brunilde Neroni dall'originale bengali. Questo libro ha il significato di un incontro: il grande poeta indiano si fa interprete della propria civiltà e della propria cultura, isolando alcuni temi fondamentali ed eterni (l'amore, il lavoro, la bellezza) ed esplorando l'importanza che essi hanno avuto per i due mondi: quello in cui è nato e quello a cui si presenta.

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