La Biblioteca Boeghesiana, in largo Monreale snc, ospita la mostra fotografica Kurdistan turco. Istanbul e Anatolia orientale, reportage di un viaggio in Kurdistan di Marco Palladino.
La Biblioteca Boeghesiana, in largo Monreale snc, ospita la mostra fotografica Kurdistan turco. Istanbul e Anatolia orientale, reportage di un viaggio in Kurdistan di Marco Palladino.
Si potrà visitare fino a mercoledì 12 ottobre la mostra Useful Portraits, a cura di Matteo Di Castro e Alvaro Petricig. La mostra nasce dalla riscoperta di due fondi fotografici del Novecento: Tin Piernu (1922-1990) attivo a Tercimonte, in Friuli, fino alla fine degli anni sessanta e una collezione di ritratti realizzati da uno studio indiano.
Leyla Vahedi è una giovane artista italo-iraniana. Sin da piccolissima sperimenta la pittura nello studio del padre pittore. Al liceo si dedica al collage e organizza mostre e laboratori nell'ambito della Giornata dell'arte studentesca. Laureata in filosofia, negli anni dell'università si avvicina alla pittura a olio e all'incisione. Ha studiato e continua a studiare incisione, anatomia artistica e disegno dal vero presso la Scuola di arti e mestieri S. Giacomo di Roma e in privato.
Nato a Teheran nel 1947, Hassan Vahedi si è diplomato in pittura e scultura alla locale Accademia di belle arti. Ha partecipato insieme a letterati ed artisti del suo Paese al gruppo Talere Iran. Giunto in Italia alla fine del 1974, ha studiato pittura con Montanarini e Trotti e scultura con Fazzini e Greco all'Accademia di belle arti di Roma. Risiede e lavora a Roma, dove ha partecipato a numerose mostre collettive e personali in Italia ed all'estero.
Il Museo Nazionale d'Arte Orientale "Giuseppe Tucci" custodisce i reperti degli scavi delle missioni archeologiche italiane in Iran, Pakistan e Afghanistan, oltre che gli oggetti acquistati in Nepal e Tibet da Giuseppe Tucci (uno fra i massimi orientalisti del Novecento) e collezioni di oggetti di vari periodi provenienti dal vicino ed estremo oriente. Nel corso degli anni il patrimonio del museo si è arricchito grazie agli acquisti effettuati dallo stato, a donazioni da parte di privati ed enti, a scambi con vari paesi asiatici.
Giovane artista di Teheran, vive a Roma dal 2001.
Fereshteh Rezaeifar ha studiato arte con importanti maestri persiani, per poi specializzarsi nella miniatura, negargaré in farsi, un’arte molto antica, che tradizionalmente serviva per illustrare una poesia o una storia d’amore, ma anche scene di caccia o momenti di guerra.
Impartisce lezioni di miniatura.
cell. 347 7767482
rezaeifar@tiscali.it
Pittore venezuelano residente a Roma.
Accanto alla passione per la pittura, Balcázar ha da sempre portato avanti anche la sua predisposizione per la poesia. Inoltre, è molto attivo in ambito sociale, ha curato un laboratorio sperimentale di pittura in favore di ragazzi disabili, i cui risultati sono stati esposti nella mostra pittorica I primi passi nei colori.
L’Ikebana della Scuola Ohara, l'arte giapponese di disporre i fiori secondo i ritmi e le forme della natura, è presente presso l’Associazione Studio Arti Floreali sin dalla sua fondazione nel 2002. Dapprima rappresentata da Jenny Banti Pereira ( Grandmaster ) e da Silvana Mattei (Sub – Grandmaster) prosegue ora vedendo come insegnanti Silvana Mattei e Isabella Varsano ( III Master). Organizza corsi regolari, corsi intensivi e seminari di approfondimento sull'Ikebana Ohara e ospita conferenze e mostre su temi correlati all’Ikebana.
Studio Arti Floreali
vicolo della Campanella, 34/ A
tel. 06 6877369 cell. 348 9323105
artifloreali@artifloreali.it - silvanamattei@hotmail.com
www.artifloreali.it
Prolifico artista iracheno, ha vissuto per tanti anni a Roma, fino alla sua scomparsa nel 2018.
Dopo gli studi all'Accademia delle Belle Arti, Ali al Jabiri è diventato molto noto nel suo paese per aver realizzato importanti monumenti in vari paesi del Medio Oriente, tra cui ricordiamo a Baghdad il gigantesco monumento per l'infanzia morta in guerra, realizzato in plexiglas, del peso di tre tonnellate, e le molte altre sculture realizzate sempre in Iraq, in Arabia Saudita e, ultimamente, in Qatar.
Il Museo Nazionale d'Arte Orientale "Giuseppe Tucci" custodisce i reperti degli scavi delle missioni archeologiche italiane in Iran, Pakistan e Afghanistan, oltre che gli oggetti acquistati in Nepal e Tibet da Giuseppe Tucci (uno fra i massimi orientalisti del Novecento) e collezioni di oggetti di vari periodi provenienti dal vicino ed estremo oriente. Nel corso degli anni il patrimonio del museo si è arricchito grazie agli acquisti effettuati dallo stato, a donazioni da parte di privati ed enti, a scambi con vari paesi asiatici. Il museo ospita, inoltre, alcune esposizioni temporanee.
Attualmente i settori visitabili del museo sono: Vicino e Medio Oriente Antico, Islam, Tibet e Nepal, India e Gandhara, Estremo-Oriente (Cina e Giappone).
A Palazzo Brancaccio: Settore Estremo Oriente: le collezioni di questo settore offrono al visitatore una eccezionale panoramica sulla creatività e le culture della regione dalla Preistoria al XX secolo. Eccezionale per rarità e rappresentatività tipologica è la raccolta di bronzi cinesi (vasi rituali, armi e finimenti per carro e cavallo) databili tra il XIII ed lo VIII sec. a.C. acquistata sul mercato antiquario italiano nel 1986.
Il Museo Nazionale d'Arte Orientale "Giuseppe Tucci" custodisce i reperti degli scavi delle missioni archeologiche italiane in Iran, Pakistan e Afghanistan, oltre che gli oggetti acquistati in Nepal e Tibet da Giuseppe Tucci (uno fra i massimi orientalisti del Novecento) e collezioni di oggetti di vari periodi provenienti dal vicino ed estremo oriente. Nel corso degli anni il patrimonio del museo si è arricchito grazie agli acquisti effettuati dallo stato, a donazioni da parte di privati ed enti, a scambi con vari paesi asiatici. Il museo ospita, inoltre, alcune esposizioni temporanee.
Attualmente i settori visitabili del museo sono: Vicino e Medio Oriente Antico, Islam, Tibet e Nepal, India e Gandhara, Estremo-Oriente (Cina e Giappone).
Il Museo Nazionale d'Arte Orientale "Giuseppe Tucci" custodisce i reperti degli scavi delle missioni archeologiche italiane in Iran, Pakistan e Afghanistan, oltre che gli oggetti acquistati in Nepal e Tibet da Giuseppe Tucci (uno fra i massimi orientalisti del Novecento) e collezioni di oggetti di vari periodi provenienti dal vicino ed estremo oriente. Nel corso degli anni il patrimonio del museo si è arricchito grazie agli acquisti effettuati dallo stato, a donazioni da parte di privati ed enti, a scambi con vari paesi asiatici. Il museo ospita, inoltre, alcune esposizioni temporanee.
Attualmente i settori visitabili del museo sono: Vicino e Medio Oriente Antico, Islam, Tibet e Nepal, India e Gandhara, Estremo-Oriente (Cina e Giappone).
Settore Estremo Oriente: le collezioni di questo settore offrono al visitatore una eccezionale panoramica sulla creatività e le culture della regione dalla Preistoria al XX secolo. Le culture preistoriche e protostoriche dell’arcipelago giapponese nei periodi Jomon tardo, Yayoi e Kofun (metà del III millennio a.C.-V sec. d.C.) sono illustrate da reperti archeologici provenienti da uno scambio con il Museo Nazionale di Tokyo. Sempre da uno scambio, ma con il Museo Nazionale di Seoul, vengono i vasi di gres con diversi tipi di vetrine ferruginose, del tipo detto in Occidente céladon, che rappresentano la migliore produzione delle fornaci coreane tra il XII ed il XV-XVI sec. (dinastie Koryo e Choson). Di pari importanza è la collezione – donata all’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente dall’ambasciatore Giacinto – di statuine di bronzo a soggetto buddhistico databili dal V al XIV sec. d.C., specchi di bronzo dal IV sec. a.C. al XIV sec. d.C., e da altri preziosi manufatti di bronzo ma di diversa funzione ed epoca, provenienti dalla Cina, dalla Corea e dal Giappone.