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I pozzi di Betlemme

I pozzi di Betlemme è un libro autobiografico che insieme ai ricordi d’infanzia rievoca la società della Betlemme degli anni Venti del secolo scorso e quella della Gerusalemme nel decennio successivo. Dai ricordi sono estratti come da un archetipo i molteplici significati di cui “il primo pozzo” è investito, a contenuto e tema centrale del racconto.

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Giocare con la letteratura

Il libro propone un modo nuovo e originale di affrontare la lettura dei testi letterari.
Si propone infatti di ricreare il piacere del testo stimolando la lettura in modo ludico, attraverso una serie di attività motivanti che permettono allo studente di avvicinarsi alla letteratura in maniera giocosa.
A ciò si aggiunge una grande varietà di attività sulla lingua (lessico, morfologia, sintassi) e sullo stile.

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All’est del Mediterraneo

In un fantomatico paese a est del Mediterraneo, dove i libri sono oggetti incriminati, un fratello e una sorella vivono, su sponde diverse, la prigionia, il silenzio, la rabbia.
La voce maschile e quella femminile si intrecciano in un dialogo di disperata resistenza che alla fine si affida alla scrittura per non morire nelle “prigioni del deserto”.

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La terrazza proibita

L'harem dove la piccola Fatima trascorre l'infanzia è un'ampia, splendida casa dove comunque le donne sono sottomesse a precise regole imposte dagli uomini.
La terrazza più alta dove lo sguardo può spaziare diventa così un luogo proibito da raggiungere in segreto, un luogo dove le donne fantasticano le loro evasioni.

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Fantasia

Il protagonista cammina per Parigi, lo spirito teso e attento a cogliere, attraverso gli oggetti che affascinano nella loro quotidianità, l'idea che illumina.
Ne risulta un testo fortemente stratificato in cui convivono riflessioni teoriche, richiami a esperienze personali, ad altre arti e tradizioni.

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Storia di una città

È la storia di Amman negli anni quaranta: città giordana e cosmopolita, musulmana e cristiana, abitata da arabi e circassi, turchi, curdi e armeni.
È la storia dei mutamenti sociali e politici che modificano il volto della città e con esso le abitudini della gente.

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Perché non ho scritto nessuno dei miei libri

Romanzo paradossale e divertente che assomiglia a una sorta di confessione ipocondriaca.
Il protagonista deve inventare storie per rinviare all’infinito il suo ingresso nel mondo della narrazione e restare così appeso all’onnipotenza dell’eterno esordiente.

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La statua di sale

Sono gli anni intorno alla seconda guerra mondiale e la scena è quella dei vicoli e delle piazze di Tunisi in cui trascorre l'infanzia del protagonista.
Alexandre, scegliendo i valori della civiltà occidentale, deciderà di staccarsi dalle tradizioni delle culture popolari araba ed ebraica.

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Un complotto di saltimbanchi

È difficile per il giovane Teymour, dopo anni di vita spensierata in una prestigiosa città occidentale, ritornare nell’atmosfera provinciale e statica della sua patria.
Eppure, con l’aiuto di due amici e di un giovane saltimbanco, riesce a ricostruire un mondo goliardico, spavaldo, popolato di fanciulle in fiore, assaporando l’ozio più solenne e godendo della più assoluta libertà.

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Il pane nudo

Con stile scarno e senza nessun lirismo l'autore narra l'adolescenza di Mohamed nelle strade di un Marocco poverissimo e violento.
Attraverso la droga, il carcere e la prostituzione si fa strada il desiderio di riscatto che il protagonista realizza imparando a scrivere.

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In giro per i caffè del Mediterraneo

Originale autobiografia, presentata sotto forma di appunti di viaggio, in cui lo scrittore ha annotato, in un guazzabuglio di ricordi, una crociera da lui fatta nell’estate del 1933 nel corso della quale visitò varie città del Mediterraneo.

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Donne d’Algeri nei loro appartamenti

Tra passato e presente, sullo sfondo di un secolo di storia, Assia Djebar ci regala un affresco intenso dedicato alle donne di Algeri.
Attraverso frammenti di ricordi, racconti e riflessioni rivive la realtà particolare del mondo femminile algerino e le aspirazioni a un futuro più libero.
Ai personaggi della vita reale si affiancano le figure di un famoso quadro di Delacroix da cui il romanzo prende il titolo.

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Il folle delle rose

La terra, le ossa, le lacrime, la polvere, la sabbia, la strada: questi racconti sono fatti di una materia scarnificata e poverissima che l'autore sa animare con la maestria di un artigiano.
Di questo Marocco misero e violento egli è prima testimone che vittima.

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L’astrolabio del mare

'In questo libro di rara bellezza, Shams Nadir unisce l’antico e il moderno alla ricerca dell’universale, di tutto ciò che è oltre l’immediato, al di là della realtà quotidiana e limitata.
In esso si fondono concetti e idee, Oriente e Occidente, l’infinita sapienza araba, l’immaginazione sconfinata e il progresso raggiunto con grande fatica, il fascino di un mondo esteriore e la tentazione dell’Altro' (Jorge Amado).

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Lontano da Medina

La storia muove dalla morte del profeta Muhammad a Medina e si snoda attraverso i luoghi e i momenti che vedranno i successori del Profeta definire e organizzare il potere dell'Islam.
Le donne sono al centro delle vicende narrate: profetesse, schiave, regine e guerriere che riversano la fede, la passione amorosa, la sete di giustizia o di potere nei conflitti che si aprono con la scomparsa del profeta.

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Zayni Barakat. I misteri del Cairo

La storia prende spunto dall'invasione degli ottomani in Egitto nel XVI secolo.
Al-Ghitani fa rivivere personaggi storici in intricate vicende di Palazzo, nascondendo la realtà egiziana della nostra epoca dietro a personaggi del passato.
Così anche l’eroe del romanzo, al-Zayni Barakat, ha molti tratti in comune con il presidente Nasser ed è evidente la similitudine che traspare tra il corrotto regno dei Mamelucchi e il regime nasseriano.

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