'Senza fantasia orientale gli arabi avrebbero potuto vivere in questo paese per un giorno solo'.
Parla Felice Sventura il Pessottimista, protagonista di questo singolare romanzo, raro modello di satira politica.
La comicità di questo romanzo è un atto liberatorio, anche dalla prigionia delle propagande e degli schieramenti che impediscono di vedere e costringono a sognare.
Emil Habibi
Nato a Haifa nel 1922 , in questa città comincia la sua attività di giornalista negli anni
quaranta.
Dopo la costituzione dello Stato d’Israele (1948) è stato per diversi anni deputato comunista alla Knesset.
Sestina dei sei giorni (con Selim lo scemo di Tawfig Fayyad)
La tormentata questione palestinese fa da sfondo a questi racconti.
Nella Sestina l’autore riesce a dare l’immagine delle varie situazioni vissute dai palestinesi prima e dopo la guerra dei sei giorni.
In Selim lo scemo tocca al povero pazzo del villaggio diventare vittima consapevole per permettere una presa di coscienza collettiva all’interno di un campo profughi.
Nella Sestina l’autore riesce a dare l’immagine delle varie situazioni vissute dai palestinesi prima e dopo la guerra dei sei giorni.
In Selim lo scemo tocca al povero pazzo del villaggio diventare vittima consapevole per permettere una presa di coscienza collettiva all’interno di un campo profughi.
Peccati dimenticati
Un ingorgo stradale blocca per molte ore la città di Haifa.
Qualcosa di inspiegabile affascina chi è alla guida delle auto che si fermano paralizzando la città.
Le autorità israeliane istituiscono una commissione d’inchiesta per fare luce sull’avvenimento.
Questo è lo spunto da cui l’autore parte per raccontarci, con un misto di ironia e di immaginazione, tutta la nostalgia di un popolo che ha perso le sue radici.
Qualcosa di inspiegabile affascina chi è alla guida delle auto che si fermano paralizzando la città.
Le autorità israeliane istituiscono una commissione d’inchiesta per fare luce sull’avvenimento.
Questo è lo spunto da cui l’autore parte per raccontarci, con un misto di ironia e di immaginazione, tutta la nostalgia di un popolo che ha perso le sue radici.