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Volti

Il romanzo segue la storia di Thurayya, giovane saudita desiderosa di emanciparsi dalle modeste condizioni economiche della sua famiglia e per questo disposta a scendere a compromessi. Il suo percorso si intreccia con quello di Husayn, suo marito, profondamente egoista e arrivista, che utilizza Thurayya come strumento per fare carriera.

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Una piccola morte

Biografia romanzata di uno dei padri del sufismo (la corrente mistica dell’Islam), è un romanzo storico, d’avventura, di viaggio e d’amore, che restituisce un’immagine del santo sufi ripulita dall’alone di leggenda: Ibn ‘Arabi uomo in carne e ossa, che si sposa e divorzia, che piange e ride, che viaggia alla ricerca del senso della vita. Il titolo si riferisce proprio a un detto di Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi: L’amore è una piccola morte. In questo ambizioso romanzo, Mohamed Hasan Alwan ci conduce in un’epoca lontana, a cavallo tra il XII e il XIII secolo, ricostruendo passo dopo passo e con dovizia di particolari la vita del “sommo maestro” Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi, uno dei più grandi sheikh sufi di tutti i tempi, filosofo, mistico e poeta la cui opera ha influenzato molti intellettuali e mistici tanto in Oriente quanto in Occidente (secondo alcuni studiosi avrebbe influenzato, seppur indirettamente, anche Dante Alighieri e San Giovanni della Croce). In apertura del romanzo, Alwan immagina Ibn ‘Arabi, in eremitaggio su una montagna in Azerbaigian, intento a scrivere la propria autobiografia.

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Profumo di caffè e cardamomo

È la storia di una giovane donna nell'Arabia Saudita dei nostri giorni, una voce femminile in un universo ancora governato dagli uomini e segnato dalla separazione dei sessi. In una società in bilico tra passato e futuro, tra Medioevo e modernità, si dipana la vicenda della protagonista che cresce e si forma in una famiglia rigidamente conservatrice: affamata di libertà, la protagonista, prima bambina, poi ragazza, quindi giovane donna, combatte per conquistare il proprio diritto a scrivere romanzi e scegliere il proprio destino.

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Rose d’Arabia

Antologia di racconti che offre un’inedita panoramica di uno degli universi femminili più nascosti della nostra epoca. L’higiab, il tradizionale velo nero che nasconde il volto delle donne saudite, è il simbolo della condizione femminile in Arabia Saudita. Ed è una presenza ingombrante in molti di questi racconti.
La società saudita è rigidamente divisa in due, uno sdoppiamento tra popolazione maschile e popolazione femminile unico al mondo: doppie università, doppie redazioni di giornali, doppi ospedali, doppi ministeri, ma anche doppi, e separati, ingressi negli uffici e nei ristoranti.
La novità è costituita dal ruolo sempre più dinamico che le donne saudite rivestono nella vita professionale del loro paese, creando contraddizioni nell’ordine tradizionale che assegna alla donna una posizione subalterna.

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Il canto perduto

Il romanzo ha per protagonista Sabà, una ragazza saudita. Dai monologhi interiori e dalle allucinazioni che animano il racconto veniamo a conoscenza che Sabà è incinta, una gravidanza resa “sgradita” dal fatto che è nubile. Ma ancora più imbarazzante è l’identità del suo amante, fidanzato della sua migliore amica, Khalida.
Al centro della storia un lancinante conflitto tra il frutto di una passione amorosa e una grande amicizia.
Fa da sfondo Gedda, la città saudita in cui tutti loro vivono, nella quale Sabà si identifica e proietta il proprio vissuto. Una storia intensa, forte, a tratti brutale.

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Gli alberi e l’assassinio di Marzuq

L'incontro casuale in treno di due perfetti sconosciuti. Elyas vende abiti usati, Mansùr è professore di Storia, licenziato dall’Università per le sue idee. Elyas racconta una vita difficile, tra i ricordi laceranti di un amore unico e il crudo ritratto della sua gente.
L’infinita umanità dei due protagonisti davanti alle loro stesse, difficili, scelte, fa sì che nasca fra loro una straordinaria complicità.
Il viaggio è per entrambi occasione d’incontro e forma di sradicamento: il loro mondo li costringe a ricostruirsi una vita altrove, priva di certezze e di affetti. Intanto il treno prosegue e Mansùr racconta, attraverso un originale dialogo con la memoria, gli amori e il viaggio stesso, che lo porterà a misurarsi con altri mondi e con un tragico lutto.

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All’est del Mediterraneo

In un fantomatico paese a est del Mediterraneo, dove i libri sono oggetti incriminati, un fratello e una sorella vivono, su sponde diverse, la prigionia, il silenzio, la rabbia.
La voce maschile e quella femminile si intrecciano in un dialogo di disperata resistenza che alla fine si affida alla scrittura per non morire nelle “prigioni del deserto”.

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Storia di una città

È la storia di Amman negli anni quaranta: città giordana e cosmopolita, musulmana e cristiana, abitata da arabi e circassi, turchi, curdi e armeni.
È la storia dei mutamenti sociali e politici che modificano il volto della città e con esso le abitudini della gente.

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