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Cicatrice su tela

La forza immortale dell’arte è il filo conduttore che lega i personaggi di questo romanzo e li mette a nudo, in tutta la loro umanità e solitudine. Un viaggio nell’identità, con i personaggi che vivono grandi turbamenti interiori, che mostrano un volto pubblico, ma hanno dentro di sé mondi diversi che a volte si parlano, altre volte si ignorano. Edward vive in Italia dopo essere fuggito dalla sua terra d’origine, la Siria, insanguinata da anni di guerra.

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Il viaggio di Mariam

Il viaggio di Mariam è una lunga lettera scritta da Sara, una donna cristiana originaria di Maharda, in Siria, alla figlia Mariam, ancora troppo piccola per comprendere l’atrocità di una guerra che sconvolgerà per sempre la sua vita e quella della sua famiglia.
La narrazione prende avvio dalle prime manifestazioni che, nel marzo 2012, attraversano Raqqa, città in cui Sara si è stabilita dopo il matrimonio con Hashem. La violenza delle proteste, duramente represse dalle forze del regime, è ben presto sostituita da una nuova minaccia: quella dello Stato Islamico, che farà di Raqqa la propria capitale.

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Nessuno ha pregato per loro

Una mattina di gennaio del 1907 i due amici Hanna e Zakariyya fanno ritorno al villaggio di Hosh Hanna, vicino ad Aleppo, dopo aver trascorso la notte a divertirsi e gozzovigliare. Le loro case, la loro famiglia, tutto è stato spazzato via da un’alluvione, e ad aspettarli non trovano che il silenzio.

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L’ultimo siriano

All’inizio del 2011 la “primavera araba” esplode in molti paesi del Nordafrica e del Medio Oriente. In Siria la repressione è particolarmente violenta. Il regime in carica, presieduto dal dittatore Bashar al-Assad, non vuole saperne di aprirsi alle richieste di democrazia, giustizia e libertà dei giovani partecipanti alle manifestazioni organizzate a Damasco, Homs, Aleppo e nel resto del paese. Fin da subito fioccano gli arresti, le torture, le uccisioni. Joséphine, Youssef, Khalil, Rashid e altri, un gruppo di giovani impegnati che portano avanti un messaggio di pace e democrazia, vengono perseguitati. Personalmente, Youssef è innamorato a distanza, Rashid studia per diventare medico, Joséphine sogna di diventare avvocatessa dei diritti umani: le loro storie private si intrecciano con il corso di una rivoluzione che ben presto degenera in guerra civile.

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Non c’è mare ad Aleppo

Libro di poesie della giornalista e scrittrice italo-siriana Asmae Dachan, con l’introduzione della professoressa Silvia Moresi. "Con versi impregnati di delicatezza, Asmae Dachan riesce a tratteggiare i sentimenti e le esperienze più tragiche, insegnando a chi legge che soltanto attraverso la memoria si può andare verso il futuro“.

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La Siria promessa

Dallo schermo di un computer la voce del padre scomparso risponde alle riflessioni di Hala. Così, in uno scambio immaginario di email, la nostalgia per la patria perduta rievoca i ricordi di un’intera famiglia. Dopo l’esilio forzato negli anni Sessanta, per il diplomatico Nazem la Francia diventa l’unica casa possibile, di cui presto imparerà ad amare i viali alberati, i colori, le boulangerie e le opportunità che può elargire. E della Siria, la terra natia, sua figlia conosce quasi solo l’immagine restituita dalle pagine della storia.

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Morire è un mestiere difficile

Bulbul ha appena perso il padre, che giace in un ospedale di Damasco. L'ultima promessa che gli ha fatto è stata di seppellirlo accanto alla sorella nel suo paese natale, vicino ad Aleppo. Solo quattrocento chilometri, ma a separare le due città c'è un solco ben più profondo: Damasco infatti è sotto il controllo del regime di Assad, mentre Aleppo è nelle mani dei ribelli. Viaggiare dall'una all'altra con una salma si rivela presto un compito molto arduo, che Bulbul condivide con il fratello Huseyn e la sorella Fatima.

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Diciannove donne

Diciannove storie dedicate alle protagoniste silenti della rivoluzione siriana. Presenti numerosissime sul campo, spesso in prima fila, le donne siriane hanno dovuto combattere non solo il Regime, l’Isis e i ribelli islamici ma l’intera società patriarcale. «In questo libro le donne non pretendono di possedere la verità» scrive Samar Yazbek accingendosi a lasciare la parola alla voce e allo sguardo delle sue testimoni. Le storie da lei raccolte dall’inizio della guerra civile siriana nel 2011 sono di donne provenienti da famiglie della classe media, mogli, studentesse universitarie, insegnanti, giornaliste. Quasi tutte per sfuggire alla persecuzione e alla morte sono uscite dalla Siria e si trovano ora nei paesi confinanti o in Europa. Consapevoli che non faranno mai ritorno in patria vivono immerse in una forte nostalgia e in una grande costernazione per la perdita di umanità e per le tragiche condizioni in cui versa oggi il loro paese, diviso e abbandonato anche dalla comunità internazionale.

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Il silenzio del mare

Un romanzo che attinge alla drammatica realtà della guerra in Siria. Due fratelli, Fadi e Ryma, si uniscono al movimento pacifista che nasce segretamente nei campus universitari e che coinvolge giovani e lavoratori. Iniziano un impegno attivo per la difesa dei diritti umani, sognando che la Siria riacquisti la libertà e si affranchi dall’oppressione della dittatura. Siamo nel 2011 e il loro sogno svanisce in breve. Scoperti e minacciati dal regime, sono costretti a fuggire dalla repressione che presto si trasforma in una feroce guerra, a cui si aggiunge l’orrore del terrorismo.

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La ragazza di Homs

Leila è una ragazza piena di vitalità e coraggio, libera e ribelle. Ma libertà e ribellione non sono qualità apprezzate nel Paese in cui è nata e che ama con tutta se stessa, la Siria. Costretta a rifugiarsi in Libano, Leila abbandona Homs, la sua città, dicendo addio ai bombardamenti ma anche agli amici, alle strade, alle musiche, alle abitudini, alla felicità. Ed è nel campo profughi di Beirut che la vita di Leila incrocia quella di Gianni, giovane fotografo italiano impreparato alla guerra, che si offrità di andare in Siria per ritrovare il fidanzato della ragazza, Bilal, e permettere ai due di riunirsi. La vita, per chi è costretto a migrare, sembra però offrire solo nuove fughe e difficoltà.

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Il profumo della cannella

Quando la giovane Hanan viene data in sposa a un ricco ma anziano cugino di Damasco non pensa che gli uomini, per lei, possano diventare l'immagine dell'autorità e del potere e non esseri umani capaci di amare. Fuori dal matrimonio, i piaceri di Hanan assumono sembianze femminili e parlano un linguaggio diverso, morbido e avvolgente. Neppure le passioni, però, riescono a liberare quella che è destinata a diventare un'agiata signora siriana schiacciata dal peso dei pregiudizi.

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Lo specchio del mio segreto

C'è stato un tempo, nella vita di Leila e di Said, in cui l'amore era più importante dell'odio, e la passione, vibrante, sembrava tanto forte da poter sconfiggere un rancore vecchio di secoli. Perché di questa materia sono fatte le famiglie Leila e di Said: inimicizia, avversione e disprezzo. Sentimenti che affondano le radici nella religione e nella politica. Ragioni ultime di una persecuzione che Leila ha pagato con il carcere e Said con la più assoluta freddezza. Questo è successo quando la ragion di Stato ha bussato alla porta dei due amanti, dividendoli. Leila, fedele alle sue origini, viene imprigionata, ma non smette di credere alla religione dei suoi padri e all'idea della reincarnazione.

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Passaggi in Siria

Un reportage autobiografico sulla crisi siriana, tra coloro che ogni giorno lottano per la semplice sopravvivenza. Un racconto di lutti e speranze emotivamente intenso e commovente. All’inizio delle rivolte, nel marzo 2011, Yazbek, giornalista e scrittrice affermata, regista e sceneggiatrice per il cinema e la tv, sceglie di scendere in piazza per difendere la libertà di espressione, regolarmente negata dai regimi autoritari che si sono succeduti nel suo paese. Denuncia i crimini perpetrati da Bashar al-Assad, rivendica maggiori diritti per le donne e l’abolizione della censura.

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Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città

Aleppo ha una storia antichissima, oltre cinque millenni di umanità hanno percorso le sue strade e le hanno anche distrutte. E' l'8 marzo 1963 e un nuovo colpo di Stato militare porta al potere il partito Baath, anticamera del regime di Hafez al-Asad. Quello stesso giorno nasce la voce narrante di questo romanzo che percorre la storia della città e del paese fino agli anni Duemila, una storia che, come quella della sua famiglia, si trasforma in tragedia.

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Le mie poesie più belle

La poesia è la patria delle cose che si ribellano a loro stesse, e delle forme che rifuggono la propria forma. Così Nizar Qabbani, poeta siriano, considerato tra i più importanti poeti del mondo arabo moderno, apre questa raccolta di poesie, per la prima volta tradotte in italiano. Una raccolta speciale perché frutto di una selezione compiuta dallo stesso Qabbani. Le mie poesie più belle raccoglie, infatti, i componimenti che il poeta definì le sue poesie-chiave, quelle che lasciano dietro di loro domande... fiamme... fuoco... e fumo.

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La voce della notte

Da molti anni il cocchiere Salim viaggia ogni giorno per le strade di Damasco. In nessun luogo si sanno raccontare storie come in questa città e Salim è indiscutibilmente il suo narratore più famoso. Un uomo mingherlino, ma con una voce profonda e incantatrice capace di trascinare gli ascoltatori nel mare più azzurro e lontano, nei deserti sconfinati, nella foresta più intricata. I suoi clienti adorano essere cullati dal dolce suono delle sue fiabe, mentre percorrono le strade piene di magia, sapori e profumi della città.

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L’amante di Damasco

Damasco, 1957. La città è ancora avvolta nel grigio mantello dell'alba, quando la diceria comincia a serpeggiare fra gli intricati vicoli del centro storico: Nura, la moglie del calligrafo Hamid Farsi, è scappata. È fuggita con il suo giovane amante Salman, che lavora come apprendista nella bottega del marito. Il loro è un amore impossibile e pericoloso. Non solo perché lei è sposata ma soprattutto perché a dividerli è la religione: lei è musulmana, lui è cristiano. Eppure non sarà questo a fermarli.

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Arriva nuda la libertà

«Come restare vivi senza parlare di voi, vittime della lotta per la libertà in Siria? Come può la poesia giustificare la propria esistenza e testimoniare la propria nobiltà se non si unisce alle lotte dell'umanità?». Il grido di dolore e di partecipazione della poetessa franco-siriana al dramma del suo popolo.

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L’autunno, qui, è magico e immenso

Golan Haji attraverso le sue poesie riesce con analogie, similitudini, ellissi prodigiose e urticanti paradossi a descrivere la guerra, la bellezza, il sangue e l’amore. Della guerra le punte delle lance che trasformano il corpo della terra in contundente. Della bellezza lo sguardo di bambino che lievita nella poesia di luoghi magici e il desiderio nascosto dietro la spalla e sotto le ciglia. Dell'orrore, violenze e paure, gli effetti collaterali, l'abbandono e il sudario di silenzio che tutto ricopre.

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