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Habel

Spinto a emigrare dal fratello maggiore, Habel lascia il suo paese magrebino per Parigi, la metropoli con il fiume, la cattedrale, i caffè e il suo popolo variegato. Un mondo nuovo, che egli vuole soprattutto capire e di cui vorrebbe far parte.
Tra le esperienze, spesso insidiose, fondamentale è l’incontro con l’amore: due ragazze sorprendenti e un terzo personaggio di cui non si sa se è uomo o donna.
Tuttavia Habel lotta per non farsi annullare nella fiumana indifferente del traffico e delle persone-robot, per mantenere la piena coscienza di sé.
Con un discorso dai toni poetici aderenti a sensazioni e stati d’animo in contrasto con ciò che accade “fuori”, Dib scrive il romanzo di formazione di un emigrato che non vuole integrarsi attraverso il lavoro né tanto meno destare pietà, lasciandoci un’opera di altissima letteratura in cui sugli avvenimenti esterni prevale nettamente l’interiorità.

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L’incendio

A Bni-Boublen, minuscolo villaggio arroccato sulle montagne, la vita segue il ritmo delle stagioni. In pianura si estendono le immense proprietà dei coloni. Omar, il giovane protagonista de La casa grande, di cui l’Autore segue la vita, viene iniziato alla vita rustica grazie a Commandar, una sorta di dio Pan. Il ragazzino imparerà che gli uomini non sono felici. I fellah si riuniscono, discutono tra loro, scelgono d’insorgere contro la loro condizione miserabile e decidono di scioperare. Il Paese è in effervescenza. Una notte, il fuoco divora alcune capanne degli operai agricoli. Gli scioperanti vengono accusati di aver appiccato l’incendio e i loro capi vengono arrestati.
Mohammed Dib reca una testimonianza della disperazione del mondo contadino arabo senza dimenticare di essere uno scrittore per il quale le parole contano e mantengono un senso di libertà che non può essere appannato da nessun evento storico e da nessuna oppressione.

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La casa grande

L'autore situa l'azione del suo romanzo proprio prima della Seconda Guerra Mondiale.
L'ossessione del pane e della fame riempiono Dar-Sbitar, la casa grande, in cui vivono i poveri, una vasta caserma con un patio centrale. La ricerca di cibo, la paura della polizia pronta a irrompere alla ricerca di agitatori, il risveglio delle coscienze, e soprattutto l'intenso modo di sentire del protagonista Omar, bambino costretto a crescere in fretta, permeano con uno stile crudo e poetico quest'opera di Dib valendogli il titolo di "padre fondatore del romanzo algerino contemporaneo". La casa grande è il primo volume della trilogia di Mohammed Dib, chiamata "Algeria".

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Un’estate africana

Mohammed Dib romanziere, poeta e drammaturgo, è una figura di spicco tra i fondatori della letteratura nazionale algerina.
In questa sua nuova opera ci presenta stralci di scene di vita di commercianti, operai, contadini, funzionari, tutti colti nel momento in cui la loro storia personale interferisce con la Storia.

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