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Di tutte le lotte

Di tutte le lotte è una raccolta poetica in cui viene proclamata l’importanza della poesia come mezzo per analizzare la realtà e come strumento di lotta. Abdellatif Laâbi, una delle figure più importanti del paesaggio letterario arabo e francofono, unisce aneddoti e frammenti di pensieri personali attraverso una scrittura impregnata di umanità, che riafferma la necessità di combattere per ottenere giustizia, uguaglianza e libertà.

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L’ultima battaglia del capitano Ni’mat

Sono sessantenni panciuti e stanchi quelli che sguazzano nella piscina dell’esclusivo club Maadi, per lo più militari in pensione, generali e alti gradi dell’esercito egiziano. Fra loro c’è il capitano Ni’mat, ex pilota di caccia che ha combattuto nella guerra dei Sei Giorni, quella del 1967 contro Israele che si è conclusa con una pesante sconfitta dell’Egitto e, quindi, sua. A un certo punto il club viene invaso dai giovani, i ragazzi della locale squadra di nuoto venuti ad allenarsi, e i vecchi sono costretti loro malgrado a lasciare la piscina e rifugiarsi al tavolo sotto il pergolato, dove proseguono le loro interminabili chiacchiere. Solo il capitano Ni’mat resta in disparte ad ammirare i corpi lisci e flessuosi dei giovani che guizzano agili nell’acqua azzurra. Poi quell’osservazione diventa contemplazione e il capitano Ni’mat è il primo a sorprendersi del rapimento estatico da cui è travolto e al quale non sa ancora dare un nome.

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Le tribolazioni dell’ultimo Sijilmassi

L’ingegner Adam Sijilmassi è al suo ennesimo viaggio in business class, di ritorno dall’Asia. Mentre sorvola il mare si rende conto che è necessario rallentare e cambiare impostazione alla sua vita. Inizia così un rocambolesco viaggio nell’identità e nella memoria, alla ricerca di un’autenticità che possa rappresentare una sintesi dei suoi diversi modi di essere. Dopo un incontro surreale con un analista che cerca di ricondurre le sue scelte a una forma di esaurimento nervoso, Adam parte alla volta del villaggio natio. Scopre la biblioteca del nonno, testi di letteratura e filosofia dei tempi dell’Andalusia araba e fa della lettura la sua attività principale.

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Lo strano caso dei pantaloni di Dassoukine

Arrivato a Bruxelles per poter trattare sul prezzo del grano europeo di cui il suo Paese ha tanto bisogno, un giovane funzionario marocchino si ritrova impotente quando dalla camera d’albergo spariscono i suoi unici pantaloni. Cosa fare? Dove comprare, all’alba di questo decisivo incontro, pantaloni decenti? E perché si presenterà davanti alla Commissione Europea in variopinti pantaloni da golf ?

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Sul filo della speranza

Qual è il compito dell’Umanità di fronte al disastro? Facendo particolare riferimento alla situazione siriana e ai fenomeni migratori, in questa raccolta il poeta osserva un mondo ferito e sofferente, mostra al lettore la situazione dolorosa in cui versa l’uomo e si propone di continuare a battersi contro le ingiustizie e la barbarie, di continuare a tenere viva la speranza quando tutto sembra perduto. Sul filo della speranza è un canto di lotta e di resistenza, un invito a difendere i nostri fratelli dell’unica razza esistente: quella umana.

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La vecchia signora del riad

È possibile condividere il proprio mondo con qualcuno che viene percepito come completamente estraneo? Questa è la domanda che Fouad Laroui si pone nel raccontare la tragicomica storia di François e Cécile, coppia benestante, progressista e liberale che assecondando un capriccio e inseguendo una imprecisata voglia di libertà lascia di punto in bianco la propria vita parigina per trasferirsi a Marrakesh. Costantemente destabilizzati da cliché e stupore i due “francesi di Francia” riescono, non senza qualche complicazione, a prendere possesso di un riad apparentemente perfetto, una dimora da sogno completamente in linea con le aspettative della coppia. Ed è proprio quando i due sembrano liberi di esplorare la propria idilliaca nuova vita che di nuovo si imbattono nell’inatteso: una silenziosa e coriacea vecchia signora che occupa, senza alcuna intenzione di andarsene, una stanza del loro riad. La convivenza forzata, che costringerà la coppia a confrontarsi con il proprio progressismo di maniera, saprà stimolare il dialogo tra i due mondi?

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Melanconia araba

Salé, vicino a Rabat. Metà degli anni ’80. Un giovane adolescente, Abdellah, durante l’ora della siesta, è alla ricerca di un suo amico. Un gruppo di ragazzi lo aggredisce, lo insulta, tenta di violentarlo. Sta al gioco. Si sente morire. Scappa. Corre via da una società omofoba che vuole etichettarlo, lui che ha già conosciuto il desiderio omosessuale. Sarà la prima di quattro dolorose cadute in ognuna delle quali Abdellah si sentirà morire, piccole morti interiori, dalle quali ne uscirà più forte e consapevole di prima per correre verso il proprio sogno, diventare un regista. Corre via. È la sua unica forza, il suo unico modo per affrontare la violenza del suo Marocco e il turbinio di alcuni amori sbagliati.

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Hshouma. Manifesto per una liberazione sessuale

Hshouma in Marocco significa "vergogna" e indica tutti i temi tabù che non dovrebbero essere discussi nella società o nella famiglia. Questo il nome scelto dalla femminista marocchina Zainab Fasiki per un progetto artistico che è anche una denuncia dell'oppressione delle donne - non solo nel suo Paese - e una liberatoria lezione di educazione sessuale. Attraverso il disegno e la scrittura, Fasiki ridefinisce i canoni della bellezza, si prende gioco delle ipocrisie della società patriarcale e ne demolisce uno per uno gli stereotipi. Coraggiose e ironiche quanto la loro autrice, le sue donne sfidano pregiudizi e convenzioni, coinvolgendo il lettore nella costruzione di una identità nuova.

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Un anno con i francesi

Quando il piccolo Mehdi Khatib si presenta al liceo Lyautey di Casablanca con due tacchini, tutti capiscono che viene da un altro universo: da Béni-Mellal, nelle montagne del Medio Atlante. Il suo maestro è riuscito a fargli ottenere una borsa di studio per la città. Nel luglio di quell'anno, gli americani hanno camminato sulla Luna e, nel settembre, Mehdi è atterrato tra i francesi. Con lo humour corrosivo che lo contraddistingue, Fouad Laroui racconta lo choc culturale di un giovane marocchino che scopre il mondo dalla visuale dei francesi. Mehdi, che ha passato i suoi primi dieci anni di vita accudito da una madre legata a una cultura ancestrale, è sconvolto dal cambiamento: è attratto da un lusso in cui si sente però fuori posto, da cibi che in realtà non gli piacciono, e fa fatica a non sentirsi un impostore in quel mondo a cui non appartiene.

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Ogni volta che prendo il volo

Un’altra sera al Bar della Cicogna. Stavolta al bancone si piazza un cliente sconosciuto. Occhiali scuri e jellaba pesante a righe, vestito così sembra proprio non c’entrare niente con questo posto e con la spietata siccità marocchina. O forse sì. Fa scivolare un misterioso bigliettino tra le mani di Zina dicendo di sapere dove si trova ‘Aziz. Il bell’‘Aziz in divisa da ufficiale, il pilota che l’ha sposata per poi sparire nel nulla la prima notte di nozze. La notte dell’attentato al re. Sono ormai diciotto anni che Zina lo cerca seguendo piste sbagliate che non hanno mai portato da nessuna parte.

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Il grande salto

Fuggire la povertà, il silenzio e la violenza dei padri, l’assenza totale di una speranza: è questo ciò che cercano di fare Yashin, Hamid, Nabil, Fouad, Khalil e Azzi, sei ragazzini nati e cresciuti a Sidi Moumen, baraccopoli di Casablanca dimenticata da ogni Dio. Un giorno Hamid, il fratello maggiore di Yashin, cade vittima di Abou Zoubeïr, carismatico leader fondamentalista che “conosceva le parole giuste, parole ghiotte che si fissavano nella memoria e, dispiegandosi in essa, fagocitavano i detriti che la intasavano”; è così che la religione giunge a offrire ai sei amici una disciplina, un percorso finalmente tracciato, un’insperata occasione di riscatto sociale, nonostante chiami al martirio.

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È questo l’Islam che fa paura

Si può non temere l’Islam, oggi, dopo le minacce, le parole d’ordine gridate, le stragi? È un timore giustificato? E soprattutto: l’Islam è davvero, per sua natura, violento e antidemocratico come molti lo dipingono sull’onda degli ultimi avvenimenti? La risposta viene da questo libro, in cui Tahar Ben Jelloun dialoga con sua figlia – francese di origini musulmane, come moltissimi nell’Europa odierna.

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L’ablazione

Un matematico di rilievo internazionale, sui 60 anni ma molto vitale, scopre un giorno di avere un tumore alla prostata. Deve sottoporsi, dunque, a un intervento di asportazione. Solo così il rischio tumorale sarà contenuto. Al matematico, però, non interessa tanto del tumore in sé e del rischio che esso comporta ma del cambiamento che l'intervento comporterà per la sua vita: non potrà più avere una vita sessuale, perché non potrà più avere erezioni. L'uomo si prepara all'intervento con un'ultima, scatenata, notte di sesso, con una prostituta d'alto bordo.

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La rivoluzione dei gelsomini

Gli occhi di tutto l’Occidente sono puntati ora più che mai sul Nordafrica, divetato in un lampo, dal gennaio 2011, il centro del mondo. I paesi del Nord del mondo non si sono mai lasciati scappare possibilità di facili profitti, disposti a tutto e senza scrupoli di coscienza. I loro governanti, pur proclamandosi a favore dell’autodeterminazione dei popoli arabi, non hanno fatto altro che appoggiare nei paesi arabi del Nordafrica capi di stato autoritari e corrotti, che hanno potuto regnare indisturbati sui loro popoli dando solo una parvenza di vita democratica ai loro regimi.Ora qualcosa si è irreparabilmente incrinato, spiega Tahar Ben Jelloun, una rivoluzione del tutto nuova sta prendendo forma.

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L’uomo che amava troppo le donne

Il Capitano (soprannome del protagonista) è un artista di successo, una vera celebrità, ma ora è accudito giorno e notte da due infermiere e da Imane, fisioterapista, che risveglia in lui il desiderio erotico. La sua vita oltre che dall'arte è stata segnata dalla passione per le donne, una passione che non si è contenuta neanche dopo il controverso matrimonio. La famiglia di lui, alto-borghese, non ha mai accettato la moglie, Amina, proveniente da una tribù marocchina di montagna; nonostante il trasferimento a Parigi, del resto, la donna non ha mai perso alcuni tratti tradizionalisti e arretrati della sua cultura e i litigi col marito sono diventati sempre più frequenti.

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La traversata dei sensi

Zobida, il cui nome "profuma di burro gustoso e si scioglie sulle labbra come zucchero", è una vedova un po' avanti negli anni, pressoché analfabeta, ma grande esperta di faccende d'amore. A lei ricorrono le donne del villaggio come a una saggia consigliera - anche un po' fattucchiera e maga - per ricevere aiuto e suggerimenti. Leila è una ragazza bella e sensuale, inizialmente ingenua e inesperta, che ha gettato su di sé e sulla famiglia il sospetto di una grave colpa. Durante la prima notte di nozze non è riuscita a consumare il matrimonio, facendo fare una pessima figura alla virilità del marito. La colpa, si dice, è della madre, che ha fatto sigillare la figlia per preservarne la verginità e che si è dimenticata di sciogliere l'incantesimo prima di morire.

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Editore:Einaudi

Anno:2009

Autore:Nedjma

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Come un’estate che non tornerà più

L’atmosfera unica del Cairo rivive nei ricordi di Barrada, che ha conosciuto la città negli anni Cinquanta, da studente, in un’epoca di grande effervescenza intellettuale e letteraria.
Schegge di memoria, immagini e personaggi, tra i quali spicca il nobel Nagib Mahfuz, si susseguono in una suggestiva testimonianza autobiografica.
Sullo sfondo, il brusio incessante delle strade del Cairo, la caratteristica parlata egiziana, il silenzio carico di significato dei maestosi monumenti faraonici.

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La mandorla

L'educazione sentimentale e sessuale di una donna marocchina, in un mondo di uomini incapaci di amare.
La mandorla rappresenta un caso letterario unico. Si tratta di una «narrazione intima», ed è insieme un romanzo e la testimonianza di una storia vera.
L'autrice ha deciso di rompere un antico tabú, di violare la regola del silenzio sulla vita matrimoniale e sessuale delle donne arabe. Ne è nato un racconto erotico coinvolgente che è anche un coraggioso atto politico.

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Editore:Einaudi

Anno:2006

Autore:Nedjma

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L’uovo del gallo

Il gallo fa l'uovo una volta sola: va presa al volo l'occasione irripetibile. L'occasione di vivere, come si può, arrangiandosi ed aiutandosi, anche quando ci si scontra, con umana simpatia.
Un condominio di cinque piani a Casablanca, con i suoi diversi abitanti, una realtà sempre difficile, non certo quella della borghesia francesizzata o dei corrotti e ricchi sauditi.
La scelta di riproporre lo stesso mondo visto da tante angolature, di fornire in prima persona i diversi punti di vista, dà calore e grande umanità al quadro.

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