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La felicità araba. Storia della mia famiglia e della rivoluzione siriana

Ibrahim, Mohamed e Shady Hamadi: tre generazioni di una famiglia siriana che ha vissuto sulla pelle i dolori della dittatura. Poi ci sono Abo Imad, Eva Zidan, Rami Jarrah e molti altri ragazzi che hanno raccontato al mondo la grande rivolta siriana, eroi che lottano per la libertà di un paese schiavo della propria infelicità. Nelle pagine di Shady Hamadi si incrociano i racconti di una stagione di lotte e di speranze che l'Occidente, distratto e colpevole, ha guardato troppo poco. Hamadi raccoglie testimonianze di sacrifici, di sofferenza, di dolore ma anche di coraggio e di aspettative portate avanti con orgoglio. Il libro è un manifesto per il popolo siriano che sta vivendo la sua primavera nelle piazze e nella rete. La felicità araba ci racconta quello che per troppo tempo non abbiamo voluto vedere. Prefazione di Dario Fo.

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Anilda Ibrahimi

Nata a Valona (Albania) nel 1972, attualmente vive e lavora a Roma. Dopo aver studiato letteratura a Tirana, ha lavorato nel suo Paese presso testate giornalistiche radiotelevisive e vari quotidiani. Ha soggiornato anche in Svizzera, dove ha vinto il primo premio per la poesia albanese contemporanea (Losanna 1996). Rosso come una sposa (Einaudi, 2008) è il suo primo romanzo, scritto direttamente in italiano.

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Non c’è dolcezza

L'autrice ambienta il suo romanzo in un villaggio della sua madre patria. Il protagonista, Arlind, inizia una vita difficile ancor prima di nascere. Lilla, sua madre, ha fatto un sogno premonitore. Secondo il sogno, la vita che porta in grembo sarà quella di una femmina, la quarta che partorisce. Per tale motivo Lilla promette di darla in adozione a Eleni, sua cognata, la quale non può avere figli. Lilla, invece, darà alla luce un maschio, Arlind. Ma questo fatto non ha alcuna importanza nel piccolo villaggio albanese dove la superstizione regna e dove le promesse non mantenute sono portatrici di disgrazie.

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Il re

Ho lasciato morti dietro di me, i miei compagni di lotta sono in carcere o sepolti in qualche cimitero, mentre io vengo ricevuto ovunque come un re. Come i precedenti romanzi di Kader Abdolah, anche Il re è frutto di una febbrile urgenza di scrivere, di un dovere etico della memoria. Siamo nella Persia a cavallo tra Otto e Novecento, al centro del Grande Gioco tra Russia, Francia e Inghilterra per il dominio asiatico. Ma è anche l’alba della globalizzazione, una brezza incessante spazza via tradizioni millenarie per portare modernità e profondi cambiamenti. Debole, ostinato, vendicativo, più interessato alle duecentotrenta donne del suo harem e alla gatta Sharmin che ai problemi dell’Iran, lo scià Naser non sa intercettare gli snodi cruciali della Storia, ma proprio per questo mantiene il fascino umano del perdente legato a un mondo che scompare.

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Il messaggero

C’era una volta un popolo che viveva in una terra desertica intorno alla Mecca, era diviso, governato da leggi tribali e venerava idoli di pietra, cui sacrificava le sue figlie femmine. Un popolo di seminomadi poveri e ignoranti, guardati dall’alto in basso dai ricchi mercanti ebrei e schiacciato tra grandi imperi – Bisanzio, la Persia, l’Egitto. Tutte civiltà avanzate, ognuna con un suo profeta, che si chiamasse Mosè, Gesù o Zarathustra, e un suo Libro, e soprattutto ognuna con un unico dio. In quella terra inospitale viveva un mercante scaltro, membro di un clan illustre. Era analfabeta, ma visionario e determinato, e dotato di una curiosità e una fantasia inesauribili. Era un poeta. Il suo nome era Muhammad.

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Ritratti e un vecchio sogno

Un viaggio in Sudafrica diventa per Davud, esule iraniano giornalista ad Amsterdam, la rivelazione delle proprie radici più profonde, il recupero del proprio passato, la scoperta di un’affinità di ricerca d’identità, la storia di un innamoramento, forse di una donna, forse di un paese e della sua poesia. Da quando mette piede sulla bruna terra africana, Davud si sente a casa e scopre di essere vissuto da straniero in quell’Olanda che l’ha accolto come rifugiato politico e di cui ha acquisito la lingua, la nazionalità e i costumi.

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La casa della moschea

Da secoli la famiglia di Aga Jan, ricco mercante di tappeti e capo del bazar, ha legato i suoi destini alla moschea di Senjan, nel cuore della Persia. La dimora adiacente alla moschea è pervasa da miti e antiche tradizioni, immagine armoniosa di una società che sta per essere attraversata dagli sconvolgimenti del presente, come fa presagire la massa di formiche che invade il cortile della casa nell'incipit del romanzo. Il piccolo centro religioso di Senjan rischia di rimanere lontano sia dalla modernizzazione filo-occidentale imposta dallo scià che dall'intransigente reazione oscurantista che si prepara nella roccaforte degli ayatollah di Qom.

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Calila e Dimna

Dalla scoperta delle Mille e una notte, il mondo esotico di un millenario oriente in cui si mescolano tradizioni indiane, persiane e arabe, con i suoi scià e visir, eremiti e bramini, fanciulle belle come la luna e mariti gelosi, servi infidi e improvvidi mercanti, animali parlanti a specchio di umani vizi e virtù, è per noi sinonimo di fiaba, parte inscindibile del nostro immaginario fantastico. È a questa stessa tradizione che appartiene Calila e Dimna, “uno dei sei o sette antichi libri persiani più importanti, la nostra prosa più bella”, dice Kader Abdolah che l’ha voluto rielaborare nel suo olandese icastico e poetico, per offrirlo in moderna versione, filtrata dalla sua sensibilità di scrittore esule, come un “antico gioiello” donato ai lettori occidentali.

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Scrittura cuneiforme

Ismail, esule politico iraniano rifugiato in Olanda, riceve un giorno un misterioso taccuino, scritto in strani caratteri incomprensibili. È il quaderno che suo padre Aga Akbar, riparatore di tappeti sordomuto e analfabeta, portava sempre con sé. Peregrinando tra le montagne innevate al confine tra Iran e Urss, nei villaggi dove si tessevano tappeti volanti e i santi aspettavano il Messia leggendo libri in fondo ai pozzi, Aga Akbar registrava i suoi pensieri nell’unica scrittura che conosceva, i caratteri cuneiformi copiati da un’iscrizione rupestre. Ismail, che di suo padre era stato “la bocca e le orecchie”, si pone il compito di tradurlo, per perdonarsi di averlo abbandonato e riconciliarsi con il proprio destino.

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Il viaggio delle bottiglie vuote

Bolfazl è un esule iraniano che ha trovato rifugio in Olanda. Nonostante le difficoltà che deve affrontare in questa nuova esistenza, vive il suo stato di esule con grande forza d'animo, sensibilità, desiderio di comprendere e volontà di integrarsi. Nel suo cammino è aiutato dal vicino di casa René, un ex artista, sposato e con una figlia, che scopre di essere omosessuale. L'emarginazione cui è sottoposto René è identica a quella provata da Bolfazl.

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Norberto Silva Itza

Norberto Silva Itza nasce in Uruguay, studia Pedagogia e Psicologia e contemporaneamente frequenta la Scuola di Belle Arti e di Teatro. Intorno agli anni '70 lascia l'Uruguay, viaggia in Cile e in seguito si stabilisce in Perù lavorando nel settore del riscatto e della valorizzazione culturale in diverse comunità indigene e contadine. Negli anni '80 viene in Italia per motivi di lavoro e nell' 1981 vi si stabilisce. Fonda insieme ad altri professionisti l'Istituto di Bioenergetica di Torino, opera come trainer nella Scuola Gestaltica Internazionale. Oggi realizza corsi sulla creatività come forma di conoscenza in Inghilterra,Scozia, Irlanda, Belgio, Germania e Italia. Sono a sua firma due titoli della Collana Amerinda della Nemapress: Cantos para no quedarse solo - Canti per non rimanere solo (2005) e Dos lugares para no vivir exiliado - Due luoghi per non vivere esiliato (2005). Norberto Silva Itza è stato inoltre uno dei Fondatori dell'Associazione G.R.E.C.A.M. (Gruppo di Ricerca su Espressione e Creatività Attraverso il Movimento).

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La veste strappata

Gli otto racconti di Nahid Tabatabai spaziano dal frammento alla narrazione ampia che esplora in tre storie di donne un unico evento. Comune a tutti è la capacità di cogliere la soggettività dei sentimenti all'interno di un quadro sociale di cui non si ignorano le violente contraddizioni. L'immagine metaforica della "veste strappata" suggerisce dolorosamente la nuda realtà che affiora attraverso lo squarcio aperto da un momento, un evento che disvela una verità nascosta, spesso ignorata dagli stessi protagonisti.

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A quarant’anni

La crisi di una quarantenne iraniana che rimpiange le occasioni mancate di una gioventù all'ombra della rivoluzione khomeinista. Un romanzo "borghese", costruito attorno alle vicende Alaleh, quarantenne iraniana che divide la sua vita tra il lavoro in una grande compagnia della capitale, e una famiglia affettuosa e complice. Una vita scossa dall'irruzione di un vecchio amore, che riporta la protagonista agli anni della sua gioventù, a rimpianti e sogni consumati sullo sfondo della rivoluzione guidata da Khomeini, che avrebbe cambiato il volto dell'Iran per i decenni a venire.

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Alì fuori dalla legge. Migrazione, biopolitica e stato d’eccezione in Italia

Sabato 14 aprile, alle 18.30, la libreria Griot presenta il libro Alì fuori dalla legge. Migrazione, biopolitica e stato d’eccezione in Italia. Assieme all’autore, Andrea Ravenda, sarà presente anche Gianluca Gatta, antropologo esperto di migrazioni. Il libro è l'esito di una ricerca sul campo condotta in Puglia all'interno di due Centri di permanenza temporanea, oggi Centri di identificazione ed espulsione.

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Yan Lianke e Bijian Zarmandili alla Fiera Più libri Più liberi

Edizioni Nottetempo sarà presente alla Fiera Più libri Più liberi - Palazzo dei Congressi, Piazzale Kennedy 1, con due importanti scrittori: sabato 10 dicembre alle ore 17 (Sala Rubino) con la presentazione del libro Il sogno del villaggio dei Ding dello scrittore cinese Yan Lianke. Intervengono insieme all’autore Ginevra Bompiani e Renata Pisu. Domenica 11 dicembre alle ore 17 (Sala Smeraldo) con il libro I demoni del deserto dello scrittore iraniano Bijan Zarmandili. Interviene insieme all’autore Antonia Arslan. Letture di Paola Pitagora.

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Amalgam vol 2

Con una miscela di stile illustrativo e umorismo, Maya Zankoul continua la cronaca delle sue avventure giornaliere in tutto il Libano nel secondo volume di Amalgam. Ciò che è iniziato come blog di una giovane ragazza si è trasformato in un vero e proprio libro popolato da personaggi che raccontano elezioni, religione, inquinairresistibilimento, globalizzazione, tecnologia, imprenditoria, scontri generazionali, chirurgia plastica, social networks, immigrazione, ovvero un mondo che, in fin dei conti, non è poi così diverso dal nostro.

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Amalgam vol 1

Dal Libano con humor e sarcasmo un fumetto divertente e autobiografico che racconta la vita dalle parti di Beirut di una ventitreenne audace che parla liberamente di corruzione, maschilismo e disparità sociali. Il libro è nato da un blog tra i più seguiti nel mondo arabo, che Maya Zankoul ha creato come sfogo ai problemi che i libanesi devono affrontare ogni giorno, con l'impressione di essere costantemente vittime del sistema. Un diario quotidiano a fumetti che dà uno spaccato stravagante e molto realistico del Libano di oggi.

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Nottetempo al salone dell’editoria sociale

All'interno del Salone dell'editoria sociale, Porta Futuro, via Galvani 108, la Casa editrice Nottetempo presenta sabato 29 ottobre alle ore 12.15 presso la Sala B 'Vita di un libro impegnato: Lettura e incontro intorno a Il sogno del villaggio dei Ding' di Yan Lianke. Intervengono: Ginevra Bompiani (nottetempo), Miriam Castorina (sinologa) e Marco Wong (Associna Roma). Letture di Silvana Mariniello. Sarà presente anche un banchetto informativo di Roma Multietnica - Ufficio intercultura delle Biblioteche di Roma Capitale. Martedì 1° novembre alle ore 14.30, Sala A, lettura e incontro intorno a Non restare muti di Alice Walker.

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Serata d’autore con lo scrittore Pavel Vilikovský

L'Istituto Slovacco a Roma, in collaborazione con l'Ambasciata della Repubblica Slovacca in Italia, il Centro di Informazione Letteraria di Bratislava e la Biblioteca Europea, via Savoia 13/15, presso cui si svolgerà l'evento, organizzano giovedì 27 ottobre alle ore 18 una serata d’autore con lo scrittore slovacco Pavel Vilikovský. Verrà presentato in questa occasione il libro Il Cavallo per le Scale.

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Agente Sacrificabile

La nona edizione del Pre.mio Biblioteche di Roma entra nel vivo: lunedì 3 ottobre alle ore 19 alla Biblioteca Rispoli, piazza Grazioli 4, verrà presentato Agente Sacrificabile di Filippo Colizza, Mondadori, la prima opera in gara nella categoria “esordienti”, una delle grandi novità della nona edizione.

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