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Notte di Yalda

La Taberna Persiana festeggia quest'anno la Notte di Yalda all'interno della Cappella Orsini, piazza del Biscione, una meravigliosa chiesa sconsacrata nelle immediate vicinanze di piazza Campo de' fiori. La serata si svolgerà giovedì 21 dicembre 2017 alle ore 20 con un concerto e danza di musica tradizionale persiana, a seguire un buffet di cibo tradizionale persiano e infine un dj set di musica persiana a cura del Dj Ali.

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Anche questa è Tehran, credetemi

Sabato 2 dicembre 2017 alle 18 la Libreria Griot, via di Santa Cecilia 1/a, invita alla presentazione della raccolta di racconti Anche questa è Tehran, credetemi a cura di Leila Karami. A discutere del libro assieme alla curatrice ci saranno Luciana Borsatti (Ansa) e Deborah Scolart (Università degli Studi di Roma "Tor Vergata").

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Anche questa è Teheran credetemi!

Martedì 14 novembre 2017 dalle ore 19 alle ore 22 Tuba Bazar, via del Pigneto, 39a, Roma, presentazione Anche questa è Teheran, credetemi! (Schena Editore). L'autrice Leila Karami dialogherà insieme a Marisa Paolucci (scrittrice e giornalista "Nigrizia") e Marina Forti (scrittrice e giornalista "Internazionale"). Questa è una raccolta di quattordici racconti tradotti dal persiano da Leila Karami che li ha selezionati in seguito alla lettura delle opere maggiori delle scrittrici più insigni dell'Iran.

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L’autunno è l’ultima stagione dell’anno

Lunedì 23 ottobre 2017 alle ore 18.30 presso la Libreria Coreander in piazza di San Giovanni in Laterano, 62 e martedì 24 ottobre alle ore 18.30 presso l'Unione delle Donne in Italia (UDI) in via della Penitenza, 3 Nasim Marashi, giovane autrice iraniana, presenterà il suo nuovo romanzo L'autunno è l'ultima stagione dell'anno, edito da Ponte33.

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Concerto di presentazione del disco Via della Seta

Domenica 29 Ottobre 2017 alle ore 21 presso il Teatro Marconi, Pejman Tadayon, musicista e compositore persiano, presenta il suo ultimo disco dedicato alla Via della seta e le città antiche. Durante questo viaggio musicale sul palco si avvicenderanno musicisti indiani, marocchini, iraniani ed italiani e Pejman farà conoscere al pubblico i diversi strumenti provenienti da India, Pakistan, Afghanistan, Iran, Iraq e Nord Africa.

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L’Illuminismo perduto

L’Istituto per l'Oriente C.A. Nallino, via Caroncini 119, presenta venerdì 6 ottobre 2017, alle ore 17, il volume di S. Frederick Starr L’Illuminismo perduto. Presenteranno il volume Michele Bernardini, Roberta Denaro e Claudio Lo Jacono. Il libro racconta la storia affascinante e in gran parte sconosciuta dell'illuminismo medievale nella Grande Asia centrale. La vita movimentata in popolose città organizzate e le sorprendenti creazioni di molte importanti personalità nei piú svariati campi del sapere vengono collocate dall'autore all'interno di un vivace affresco storico del periodo.

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Passaporto all’iraniana

Vuole tornare a Parigi, dove da molti anni ormai vive, l'iraniana protagonista di questo romanzo. Ma deve rinnovare il passaporto, operazione per quale, anche in Iran, come in ogni paese del mondo, sono necessarie delle fotografie. E proprio nell'atelier Ecbatana ha inizio l'epopea di Nahal, costretta dapprima a sottostare alle severe norme islamiche in fatto di ritratti e poi, assistita da un medico legale che baratta organi e che afferma di avere gli agganci giusti, affrontare la folle macchina burocratica dell'Ufficio centrale dei passaporti di Teheran.

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Osso di maiale e mani di lebbroso

Utilizzando la scrittura come una macchina da presa, Mostafa Mastur esplora la quotidianità palpitante di un condominio di Tehran, megalopoli metafisica nella quale si coagulano le contraddizioni irrisolte di un’intera società. Decine di appartamenti di un grattacielo ultramoderno, angusti come celle o risplendenti di uno sfarzo desolante come le vite dei proprietari, costituiscono il fondale di uno spettacolo nel quale il lettore si trasforma in spettatore di un mondo in frantumi, in cui le fondamenta di qualsiasi fede stanno crollando.

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Particelle

Mammone, debole, opportunista. Attento al rispetto delle norme sociali per amore del quieto vivere ma pronto a irridere gli eccessi di ossequio religioso o la mistificazione ingenua della democrazia, giudicata nient’altro che un nuovo conformismo. Ossessionato in egual misura dal sesso e da una nevrosi esistenziale che le sue avventure extraconiugali ampliano fino alla paranoia, il protagonista di questo romanzo di Soheila Beski fluttua tra le norme, i divieti, le consuetudini e gli accomodamenti della società iraniana di oggi cogliendo con cinismo le opportunità che la sua condizione di maschio gli offre.

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Quell’angolino tranquillo a sinistra

Caratterizzati da una lingua che tiene conto dell’estrazione popolare di molti dei personaggi narrati e punteggiata da vocaboli in dezfuli e dall’arabo locale, i racconti che un giovanissimo Rabbi ha messo insieme in questa raccolta sono effettivamente una passeggiata in una realtà di provincia apparentemente lontana dalla scintillante capitale Tehran. In essi, amore, amicizia, solitudine, desiderio di realizzarsi, rapporti genitori-figli, disincanto giovanile emergono ancora una volta come il tema principale della società iraniana di oggi.

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Le cose che non ho detto

Innamorarsi a Teheran, Guardare i Fratelli Marx a Teheran, Leggere Lolita a Teheran... Così iniziava una lista di cose segrete che Azar Nafisi aveva stilato nel suo diario e che si rimproverava di aver taciuto a tutti. Molte delle altre, a tanti anni di distanza, ha deciso di raccontarle in questo libro. Che è un magnifico ritratto del padre, sindaco di Teheran all’epoca dello scià, e della madre, fra le prime donne entrate al Parlamento iraniano. E la storia dei tradimenti di lui, del mondo fantastico in cui lei a poco a poco trasforma la realtà insopportabile che la circonda, e della forzata, dolorosa connivenza dell’autrice con il padre.

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Leggere Lolita a Teheran

Quando uno dei suoi studenti più islamizzati le contesta il diritto di tenere un corso sul Grande Gatsby – equiparato al Grande Satana –, Azar Nafisi decide di allestire un processo davanti all’intera classe, e di assumere in prima persona il patrocinio del romanzo. Una tecnica certo poco ortodossa, che tuttavia non stupirà più di tanto il lettore di questo sconvolgente racconto autobiografico. Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende – e qui descritte con la precisione di un testimone partecipe e sgomento –, Azar Nafisi ha infatti dovuto cimentarsi in un’impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell’Occidente: la sua letteratura.

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La Repubblica dell’Immaginazione

Celebre per il seminario clandestino nel quale, durante il governo degli ayatollah, insegnava alle sue migliori allieve dell'Università di Teheran i grandi autori di lingua inglese, Azar Nafisi, oggi cittadina americana, ci parla del valore inestimabile della letteratura in una società che sembra concedere tutte le libertà: anche qui, infatti, ha bisogno di essere difesa, diffusa e studiata strenuamente, quale vero antidoto alla pigrizia dell’intelletto.

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Bibi e la voce verde

Bibi è triste, perché papà e mamma hanno venduto la casa dove è sempre vissuta e dove abitavano i suoi sogni. Nella casa nuova tutti si occupano del fratellino appena nato e lei si sente sola. Non saprebbe come fare, se un bruco trovato per caso non diventasse il suo migliore amico, e non le insegnasse che la nostra casa, le nostre idee, i nostri sogni possiamo portarli sempre con noi, anche se sono lontani. La prima favola di Azar Nafisi.

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La signora melograno

L’infanzia nell’Iran prima della Rivoluzione, l’esilio a Parigi, i ritorni in una Tehran diversa ma ancora piena di incanti: la scrittura di Goli Taraghi si alimenta di ricordi e le sue storie nascono dall’avventura della lontananza. Donne, uomini, ragazzi, spesso spaesati ma non sconfitti, si addentrano in avventure mai banali, raccontate con una cifra inconfondibile, fatta di osservazione acuta, impazienza e tenerezza. A Tehran, a Parigi o negli aeroporti che conducono i personaggi da un esilio all’altro, piccole e grandi peripezie si inanellano secondo un ritmo che sottolinea, nell’infinità dei dettagli, quelli che condensano il mistero di vite intere.

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