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Leggere Lolita a Teheran

Quando uno dei suoi studenti più islamizzati le contesta il diritto di tenere un corso sul Grande Gatsby – equiparato al Grande Satana –, Azar Nafisi decide di allestire un processo davanti all’intera classe, e di assumere in prima persona il patrocinio del romanzo. Una tecnica certo poco ortodossa, che tuttavia non stupirà più di tanto il lettore di questo sconvolgente racconto autobiografico. Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende – e qui descritte con la precisione di un testimone partecipe e sgomento –, Azar Nafisi ha infatti dovuto cimentarsi in un’impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell’Occidente: la sua letteratura.

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La Repubblica dell’Immaginazione

Celebre per il seminario clandestino nel quale, durante il governo degli ayatollah, insegnava alle sue migliori allieve dell'Università di Teheran i grandi autori di lingua inglese, Azar Nafisi, oggi cittadina americana, ci parla del valore inestimabile della letteratura in una società che sembra concedere tutte le libertà: anche qui, infatti, ha bisogno di essere difesa, diffusa e studiata strenuamente, quale vero antidoto alla pigrizia dell’intelletto.

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Bibi e la voce verde

Bibi è triste, perché papà e mamma hanno venduto la casa dove è sempre vissuta e dove abitavano i suoi sogni. Nella casa nuova tutti si occupano del fratellino appena nato e lei si sente sola. Non saprebbe come fare, se un bruco trovato per caso non diventasse il suo migliore amico, e non le insegnasse che la nostra casa, le nostre idee, i nostri sogni possiamo portarli sempre con noi, anche se sono lontani. La prima favola di Azar Nafisi.

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La signora melograno

L’infanzia nell’Iran prima della Rivoluzione, l’esilio a Parigi, i ritorni in una Tehran diversa ma ancora piena di incanti: la scrittura di Goli Taraghi si alimenta di ricordi e le sue storie nascono dall’avventura della lontananza. Donne, uomini, ragazzi, spesso spaesati ma non sconfitti, si addentrano in avventure mai banali, raccontate con una cifra inconfondibile, fatta di osservazione acuta, impazienza e tenerezza. A Tehran, a Parigi o negli aeroporti che conducono i personaggi da un esilio all’altro, piccole e grandi peripezie si inanellano secondo un ritmo che sottolinea, nell’infinità dei dettagli, quelli che condensano il mistero di vite intere.

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Un nome da torero

Nel pieno della Seconda guerra mondiale, una collezione di antiche monete d'oro sottratta dalla Gestapo al suo legittimo proprietario, scompare. A rubarla sono stati due soldati tedeschi, che sognavano la libertà lontano dal loro paese. Cinquant'anni dopo, in una Berlino ormai liberata dal Muro, un ex guerrigliero cileno riceve da una compagnia di assicurazioni l’incarico di ritrovare il tesoro là dove uno dei due complici lo ha sepolto: nella Terra del Fuoco.

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Tango del vecchio marinaio

Il capitano Lander, discendente di uno dei marinai ammutinati del Bounty, si è lasciato alle spalle un passato difficile e da tempo ha scelto di vivere sulla terraferma in una baracca in riva al mare. Qui costruisce modellini di navi gloriose e intreccia la sua solitaria esistenza con quella di una giovane ballerina di tango, aspirante suicida. Finché un giorno non riceve la visita di Sampedro, un vecchio amico con cui ha condiviso l’amore per una bella infermiera dagli occhi verdi e la persecuzione da parte del regime: alcuni fili del loro comune passato stanno per riannodarsi e per i tre sono in arrivo sconvolgenti rivelazioni…

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Ultimo quarto di luna

"A me non piace l'idea di dormire in una stanza dalla quale non si vedono le stelle." Così inizia Ultimo quarto di luna. A raccontare è una donna di novant'anni, una evenchi, appartenente al popolo delle renne che si muoveva lungo il fiume Argun, agli estremi confini settentrionali della Cina. Per secoli la sua gente era vissuta a contatto con la natura, con la sua bellezza e la sua crudeltà. La vita era semplice: gli uomini cacciavano, le donne accudivano i figli e le renne, e conciavano pelli che commerciavano con i rari russi che capitavano dalle loro parti. Ma con l'invasione giapponese della Manciuria, gli evenchi vengono stanati dalle loro foreste, sono costretti a combattere, a scegliere da che parte stare. E dopo la guerra entrano a far parte della nuova repubblica popolare cinese che li incoraggia a trasferirsi nelle città. Alcuni si integrano, altri si trovano emarginati in una società che non capiscono. Intanto le loro foreste vengono abbattute. Chi sceglie di tornare alla foresta ormai si sente senza radici, senza identità, tranne la narratrice che sa di dover tornare, adesso che è alla fina, là dove la sua storia ha avuto inizio.

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Andante al chiaro di luna

Le protagoniste assolute dei racconti di Chi Zijian sono le donne: fresche e giovani contadine, misteriose e affascinanti danzatrici, amanti appassionate e mogli devote. Ognuna di loro deve fare i conti con la nuova realtà economica e sociale della Cina moderna, ognuna di loro incarna, a suo modo, gli aspetti più veri e dolorosi della femminilità: l'emancipazione da una condizione di inferiorità, la necessità di vivere appieno la passione amorosa, il bisogno di strappare quel velo di ipocrisia e violenza che tutto avvolge e soffoca.

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Mao. La storia sconosciuta

Il saggio Mao. La storia sconosciuta, scritto da Jung Chang e Jon Halliday dopo dieci anni di ricerche, è ricco di rivelazioni che tra l'altro smontano il mito della Lunga Marcia, e mostra un Mao sconosciuto: completamente privo di idealismo, ottenne il potere grazie ai suoi complessi rapporti con Stalin, che datavano dagli anni '20, e a una serie di complotti, avvelenamenti e ricatti. Ma dopo aver conquistato la Cina nel 1949, il suo scopo segreto era diventato la conquista del mondo, e per inseguire questo sogno Mao arrivò a causare la morte di 38 milioni di persone nella più grande carestia registrata nella storia. In tutto, più di 70 milioni di persone persero la vita sotto il governo di Mao, e questo in tempo di pace.                               

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L’Istituto per la Regolazione degli Orologi

L'Istituto per la Regolazione degli Orologi, come tutti i grandi romanzi, è un libro che contiene un mondo. E lo si può percorrere in direzioni diverse trovando sempre qualcosa di nuovo. Intanto è il piú bel libro su Istanbul, raccontata dal primo Novecento durante l'Impero Ottomano, con il fascino dei grandi e antichi palazzi abitati da personaggi quantomeno stravaganti, fino alla modernizzazione degli anni Quaranta e Cinquanta. Poi è una satira degli «enti inutili», della burocrazia metafisica, della cialtroneria indissolubilmente intrecciata alla grande saggezza.

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Serenità

Ambientato nel 1939 a Istanbul, nell'imminenza di un nuovo conflitto mondiale, Serenità è la storia di un gruppo di personaggi alla ricerca di un'identità, individuale e collettiva, in un mondo fortemente in bilico fra tradizione e modernizzazione, fra Oriente e Occidente, fra un passato di splendori e le ansie per un futuro incerto. Soprattutto è la storia di Mümtaz, giovane intellettuale che si rifugia nella letteratura e nella musica di un tempo che sta scomparendo; l'incontro con l'affascinante e complicata Nuran lo porterà invece a vivere una rinascita sensuale e mentale.

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Sull’ansa del fiume

Attratto da un richiamo fatale nel cuore dell'Africa, il giovane Salim, indiano di fede musulmana, lascia la costa orientale del continente per rilevare da un amico di famiglia un eccentrico bazar in riva a un fiume punteggiato dalle «isole scure» dei giacinti e circondato da un paesaggio primordiale di foreste, torrenti nascosti e impervi, canali infestati da zanzare e solcati da chiatte, buganvillee rigogliose, tramonti velati di nuvole lungo le rapide. Qui cercherà di contribuire, con pochi sodali, all'evoluzione di una società travolta da recenti tumulti. E in un primo momento la comunità dell'«ansa del fiume» – così come l'intero paese – sembrerà avviarsi a un promettente progresso.

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Uno zero

Waldo, celebre regista con una vita vorticosa e una carriera di successi e premi alle spalle, per nulla rassegnato alla mortificazione di dover passare la vecchiaia da recluso in casa, è intossicato dal sospetto che la devota moglie Zee, ancora bellissima e molto più giovane di lui, abbia un amante, Eddie: un giornalista cinematografico più sveglio che competente, un parassita annidatosi nelle loro esistenze con il pretesto di rendersi utile. Diventato voyeur della propria dimora e della propria quotidianità, l'udito amplificato da un apparecchio e teso a interpretare qualunque fruscio, Waldo accumula con pazienza le prove del tradimento e medita una vendetta squisita.

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Ultimi dispacci di vita palestinese in Israele

Qualche tempo fa Ha’aretz, il quotidiano progressista israeliano, ha affidato una rubrica a Sayed Kashua, l’autore di Due in uno e di Arabi danzanti, lasciandogli piena libertà nella scelta dei temi trattati. Grazie a un irresistibile connubio tra gli aspetti piú intimi e personali della vita dell’autore e la situazione storica e politica di Israele, la rubrica è diventata in breve un appuntamento imperdibile per i lettori di Ha’aretz. Kashua ne ha raccolto in volume gli scritti piú significativi, creando una delle sue opere piú riuscite.

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Due in uno

Beit Safafa è il quartiere più ricco di Gerusalemme est. Prediletto dagli arabi israeliani provenienti dal nord, il quartiere ha prezzi di case, carne e altri generi di prima necessità così alti che nelle panetterie vi sono due tariffari, uno per i locali e un altro per gli immigrati. A Beit Safafa vive l'avvocato protagonista di queste pagine, un giovane procuratore con una promettente carriera da principe del foro gerosolimitano davanti a sé. Vive in una villetta, due piani con salotto spazioso, cucina ultramoderna e due ampie stanze da letto.

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Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro

Hisham Matar ha diciannove anni quando suo padre Jaballa, fiero oppositore del regime di Muammar Gheddafi, viene sequestrato nel suo appartamento del Cairo, rinchiuso nella famigerata prigione libica di Abu Salim e fatto sparire per sempre. Ventidue anni piú tardi il figlio Hisham, che non ha mai smesso di cercarlo, può approfittare dello sprazzo di speranza aperto dalla rivoluzione del febbraio 2011 per fare finalmente ritorno nella terra della sua infanzia felice. Quel viaggio verso un presente ormai sconosciuto non è che lo spunto per un itinerario storico e affettivo ben piú vasto.

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Anatomia di una scomparsa

"Ci sono volte in cui l'assenza di mio padre mi pesa sul petto come se ci stesse seduto sopra un bambino". Così il narratore di questa storia, Nuri el-Alfi, avvia il suo ricordo, e il bambino lì evocato è anche il se stesso di tanti anni prima, un Nuri quattordicenne lasciato a contemplare l'assenza del padre, Kamal Pasha, quando questi viene strappato al suo letto dalla lunga mano del potere di uno stato mediorientale in cui si riconosce l'Iraq degli anni Settanta, per non farvi mai più ritorno.

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Nessuno al mondo

In una terra dominata dagli uomini, una ragazza viene costretta al matrimonio all'età di quindici anni dai maschi di famiglia. Siamo nella Libia di Gheddafi. Dal matrimonio combinato nasce Suleiman, e la madre da quel momento è soltanto Um Suleiman. Una giovanissima madre lasciata troppo sola dal marito, sempre lontano da casa per misteriosi affari. Nell'estate del 1979 l'equilibrio del mondo di Suleiman riceve un colpo definitivo.

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Come un uccello in volo

Vincitore in patria del premio Golshiri e del premio Yalda, Come un uccello in volo è un romanzo diverso e sorprendente, lontano dai clichés sull’universo femminile mediorientale a cui siamo abituati. L’Iran di oggi rivelato in una minuta quotidianità sconosciuta al lettore occidentale. Lontano dalla descrizione stereotipata del modello femminile cui la letteratura mainstream sul Medio Oriente ci ha abituato, Come un uccello in volo ci accompagna nel viaggio interiore di una giovane donna alla ricerca della propria identità nell’Iran contemporaneo. Casalinga e madre riluttante, la protagonista – che ha in comune con l’autrice numerosi tratti biografici – si rivela nella sua complessa umanità attraverso la scoperta e la tentata ridefinizione del proprio ruolo di madre, moglie e figlia.

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Probabilmente mi sono persa

Un viaggio dentro di sé alla ricerca di un’amica perduta e di un passato troppo a lungo negato, chiusa in macchina nella Tehran caotica e pulsante di oggi. Sara Salar porta il lettore nelle strade di una megalopoli soffocata dal traffico e ricoperta di cartelloni pubblicitari inneggianti ad un consumismo pacchiano da cui la protagonista, una giovane donna sposata e con un figlio, è respinta e attratta insieme. Così come è combattuta tra la repulsione e l’attrazione per il socio del marito che la corteggia pressante, approfittando della sua incapacità di sottrarsi fino in fondo alle lusinghe di una mondanità vuota e superficiale e di uno smarrimento che la isola anche dagli affetti più cari.

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