Ci sono forse uomini, bambini, pesci, uccelli o cactus capaci di capire il dolore che ci afferra quando il cane amato muore? Come si apra una voragine profonda e non ci sia niente con cui riempirla?.
Yoram Kaniuk
Dopo aver partecipato nel 1948 alla guerra d’Indipendenza, ha vissuto per dieci anni a New York per poi fare ritorno in Israele. Nel 2012, come riportato da Haaretz, la Corte israeliana ha garantito a Yoram Kaniuk il diritto (come da sua richiesta) di essere registrato ufficialmente come “senza religione” piuttosto che “ebreo”, passo che ha reputato necessario nella direzione della separazione fra stato e fede religiosa.
Ha scritto romanzi, racconti e libri per ragazzi. I suoi libri sono tradotti in più di venti lingue. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Adamo risorto
Siamo ad Arad, in Israele, una città nel cuore del deserto del Negev. In questo luogo arido, implacabile, sorge un avveniristico Istituto di riabilitazione e terapia. Tutto è pulito e immensamente confortevole. Ma dietro la perfetta facciata si nascondono innumerevoli tragedie: l'Istituto è un manicomio per reduci della Shoah, ed è stato concepito, finanziato e realizzato da una ricca americana. Ad aiutarla nell'impresa una donna ebrea, votata all'attesa di una nuova Rivelazione, che non può avvenire se non per bocca di uno dei malati di mente. Tutto, follia compresa, ruota attorno ad Adam Stein, ex pagliaccio, ebreo, vissuto in Germania prima della guerra.
Un arabo buono
Questo romanzo è uno dei libri più arditi, audaci e coraggiosi della letteratura israeliana. Yosef, il protagonista del romanzo, è arabo da parte di padre ed ebreo da parte di madre. Nel suo desiderio di appartenenza e nella sua anima sensibile d’artista si rispecchiano la storia e le ambizioni di due popoli irrequieti: un’eredità eccessiva e non sostenibile. In una lunga confessione, Yosef scandaglia la storia della sua famiglia ripercorrendo con commozione sugli amori e i rapporti di amicizia che si sono intessuti nel tempo e che hanno dato vita a quel frutto ibrido e sofferente che egli sente di essere.
Post mortem
Il mondo di "Post mortem" è quello degli ebrei di Tel Aviv, e in particolare quello degli immigrati in fuga dalla Germania fra gli anni Venti e Quaranta del Novecento. Kaniuk, ripercorrendo gli eventi tragici e insieme quotidiani che smembrarono la sua famiglia fino a farla sparire, si tiene lontano da ogni ripiegamento sentimentale. La scomparsa di una così fitta ragnatela di parentele diventa occasione per dissezionare anche il mito della grande famiglia patriarcale della tradizione ebraica e farne il bersaglio della sua pungente scrittura.
Tigerhill
Una mattina una giovane donna si sveglia con il presentimento che il sogno appena fatto contenga qualche realtà. Contemporaneamente un attentato devasta la città e miete tre morti. La protagonista ripensa a tutta la vicenda e ricorda di aver fotografato poco tempo prima un importante scrittore, si convince poi che l'attentato fosse rivolto contro di lei e da quel momento inizia una avventura che la porterà lontano. Un thriller anomalo, dove la soluzione più logica si nasconde nell’irrazionale.