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La civetta cieca

Martedì 14 aprile 2020 alle 18 GRIOT ospita sulla sua pagina facebook la presentazione di La civetta cieca di Sadeq Hedayat, pubblicato da Carbonio Editore. All’incontro virtuale parteciperanno l’iranista e islamologa Anna Vanzan, traduttrice del libro, e lo scrittore Giorgio Fontana.

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Tehran Girl

Elham è l’avvenente segretaria di un uomo d’affari della Repubblica Islamica. È abituata a essere compiacente e carina, a venire considerata solo per il suo aspetto e a ricevere ordini, anche da se stessa. Ma quando il capo le rivela che suo padre, di cui si sono perse le tracce da venticinque anni, è vivo e abita in Svezia, la maschera da bambola crolla e riaffiora la bambina cresciuta in un covo di comunisti durante gli anni della rivoluzione. È stata lei a denunciare la famiglia con le foto che i pasdaran avevano trovato nel suo quaderno? O qualcuno si è servito di lei per far saltare la copertura dei genitori e porre fine alla lotta politica che li stava portando alla rovina?

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La civetta cieca

Pietra miliare della letteratura persiana moderna, La civetta cieca è una storia di discesa agli inferi senza ritorno, un viaggio allucinato eppur consapevole negli abissi della coscienza. Quasi fosse un sonnambulo, la mente ottenebrata da oppio e alcol, Hedayat, nella voce di un miniaturista di portapenne, ripercorre le vicende di un’intera vita, in un fluire di immagini che attraversano il giorno e la notte, l’amore e la morte. Il resoconto lirico e terribile di questo viaggio è un libro senza tempo che appartiene a buon diritto ai capolavori del Novecento.

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I giorni che non ho vissuto

Omid sta per tornare a Tehran dopo lunghi anni passati in Europa e un matrimonio fallito. La notizia del suo rientro porta turbamento nella vita della madre e di Bita, l’amica d’infanzia. Le due donne si rivedono per la prima volta dopo tanto tempo e si confrontano sul terreno di antiche incomprensioni e menzogne. Tra i ricordi riemergono le ferite lasciate dalla guerra, l’amarezza per gli errori compiuti e il rimpianto per le occasioni perdute.

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La scelta di Sudabeh

Sudabeh è una tipica ragazza benestante dell’Iran post Rivoluzione. Vive in una famiglia altolocata che sogna per lei un matrimonio all’altezza del suo status sociale. La ragazza però si batte per un amore impossibile, quello che la lega a un uomo culturalmente e socialmente inferiore. Mentre Sudabeh insiste nella sua passione, la madre interpella la zia, Mahbubeh, che racconta di aver vissuto una storia d’amore simile a quella della nipote. Inizia dunque una seconda narrativa, parallela, che ci riporta nell’atmosfera dell’Iran prima della Rivoluzione, all’epoca dello Shah.

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Suvashun, una storia persiana

Zari è una nobildonna di Shiraz nell'epoca della seconda guerra mondiale. L'amore che prova per il marito e i loro tre figli, la meravigliosa casa in cui vive e l'educazione acquisita in un collegio di missionari inglesi l'hanno resa una donna felice e colta, anche se inerme e passiva di fronte alle numerose ingiustizie che affliggono il suo paese. Infatti, Shiraz è lacerata in quegli anni da numerose forze avverse che vogliono sfruttarne la ricchezza e la posizione strategica, soprattutto dagli occidentali che spadroneggiano in casa d'altri.

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Io sono confine

Questa ricerca etnografica condotta da un antropologo iraniano sulla natura non solo fisica ma anche immaginaria dei confini prende le mosse da un'esperienza di migrazione illegale vissuta in prima persona. Così l'auto-narrazione si coniuga alla scrittura etnografica in un'indagine a tutto campo sull'attuale regime delle frontiere e sui concetti chiave di cittadinanza, Stato-nazione, diritti, disuguaglianza. Nell'investigare quel «feticismo dei confini» che contrassegna la nostra epoca, Khosravi si muove nel tempo e nello spazio, mettendo insieme le riflessioni sul tema di autori come Kafka, Benjamin e Arendt con l'analisi dei flussi migratori in atto, o meglio dei suoi protagonisti clandestini, trafficanti di esseri umani compresi.

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Nelle stanze della soffitta

Chi sono e cosa mi porto dietro del mio passato? Questi sono gli interrogativi che accompagnano la protagonista di questa storia, una studentessa iraniana che si trasferisce a Parigi per iscriversi a Medicina, ma che finisce per cambiare i propri progetti e lavorare, quasi per caso, in un obitorio musulmano. La città si rivela una fonte inesauribile di scoperte, a partire dalla soffitta in cui la ragazza vive insieme ad altri inquilini provenienti da tutto il mondo.

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A Tehran le lumache fanno rumore

In una frenetica Tehran contemporanea, tra le sue strade e i suoi ingorghi, i destini di tre donne diverse si intrecciano di nuovo nel tentativo di superare l’assenza dell’uomo che le univa. Khosrou manca da casa dai tempi della guerra Iran-Iraq, ma la madre non si è ancora arresa alla sua scomparsa e ne mantiene intatta la stanza. La sorella Shirin, timida e introversa, si costruisce un mondo parallelo fatto di cinema nazionale e internazionale. Tra i suoi film preferiti compare anche La stanza del figlio di Nanni Moretti, in cui la ragazza rivede la tragica storia della propria famiglia.

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Nowruz 1399

"Anche se i rami dell’albero soffrono per la lontananza l’uno dall'altro, le loro radici si stringono e non si lasciano mai" (Hushang Ebtenaj, poeta contemporaneo persiano).
Il 20 marzo, si festeggia il Nowruz, il Nuovo Anno per iraniani, curdi e altri popoli, che entrano nel 1399. Nowruz (anche detto Norouz, Nawruz, Norooz, Norouz) significa “nuovo giorno”; nella tradizione, nella cultura e nella mentalità persiana, da quattromila questo giorno  rappresenta la vittoria sull’inverno e su tutto ciò di cui l’inverno può essere il simbolo: una vittoria che nessuna circostanza storica è mai riuscita ad oscurare.
La Taberna Persiana, manda per l'occasione un saluto e un augurio in questo momento così particolare per tutti (all'interno il testo completo).

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Musica persiana con il Maestro Kayhan Kalhor e Behnam Samani

L’Associazione Culturale Italo Iraniana Alefba in collaborazione con l’Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l'Oriente ISMEO presenta un imperdibile concerto di Kayhan Kalhor, celeberrimo musicista persiano e il maestro di kamancheh e setar che si esibirà insieme a Behnam Samani, un grande percussionista iraniano. Appuntamento domenica 9 febbraio 2020 alle ore 19 il Teatro Greco, in via Ruggero Leoncavallo 10.

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IO SONO Confine. L’inatteso a Roma Est

Mercoledì 11 dicembre 2019 alle ore 16 si tiene al MACRO Asilo, via Nizza 138, la presentazione del libro di Sharham Khosravi, IO SONO Confine. Alle ore 18 si prosegue con il workshop Atlante dell'inatteso a Roma Est, in cui le realtà artistiche coinvolte nel progetto omonimo discutono con Sharham Khosravi ed il pubblico le esplorazioni realizzate a Roma est durante la Scuola di Urbanesimo Nomade.

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L’Arca della salvezza

L’Associazione Culturale Imam Mahdi presenta sabato 28 settembre 2019, dalle ore 17 alle ore 20,  mostra L’Arca della Salvezza dell’artista iraniano Hassan Roholamin, che, dopo Parigi e Berlino, esporrà a Roma delle sue opere inedite dedicate a
"Islam e Cristianesimo: la Passione di Ashura".

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Operazione Peace Dreaming – Orizzonti dall’Iran

Lunedì 23, mercoledì 25 e giovedì 26 settembre 2019 sempre alle ore 18, Palazzo Merulana, via Merulana 121, ospita una rassegna cinematografica di giovani documentaristi iraniani sulla Guerra Iran-Iraq (1980-1988). "Spesso si parla della guerra con una facilità disarmante, ma è possibile che da questo fiume di parole possano nascere delle idee, degli spunti, delle immagini che ci aiutino a  trovare la chiave per una pace duratura? Da questa semplice, forse ingenua, ma essenziale domanda, nasce il percorso della rassegna Orizzonti dall’Iran, attraverso l’opera di alcuni dei più interessanti tra i giovani documentaristi iraniani. Si può notare come gran parte degli autori, al racconto immediato del conflitto, preferiscano la via indiretta di trattare la guerra attraverso la narrazione della pace che la segue. L’orrore non si esaurisce con la fine delle ostilità, ma rimane per sempre impresso nella carne e nell’anima delle persone e dei luoghi che lo hanno subito". Il programma all'interno.

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Notti di poesia persiana alla Sapienza

Giovedì 18 luglio 2019 dalle 18 alle 21.30 presso il Pratone della Sapienza Università di Roma in Piazzale Aldo Moro, 5, Danesh, Associazione degli studenti di persiano della Sapienza e Alefba, Associazione culturale Italo-iraniana organizzano in collaborazione con Sapienza in Movimento una serata immersa nella cultura persiana con poesia e musica. Con l’occasione verrà presentata la raccolta di poesie della grande scrittrice iraniana del ‘900 Forugh Farrokhzād È solo la voce che resta a cura di Faezeh Mardani (con testo persiano a fronte), RiccardoCondò Editore. Accompagnamento musicale di Ali Ghassemieh (violino e voce) e Shahriyar Mohammadi (tar). Per finire aperitivo con specialità persiane.

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Felicetta Ferraro. Una vita per l’Iran

Venerdì 12 luglio 2019 ore 16.45 presso Palazzo Baleani, corso Vittorio Emanuele II, 244 si tiene l'incontro Felicetta Ferraro. Una vita per l'Iran. Intervengono: Akbar Gholi, Alberto Bradanini, Carlo Cereti, Lisa Chiari, Bianca MAria Filippini, Mohsen Javadi, Ali Asghar Muhammadkhani, Roberto Ruta, Riccardo Sessa, Roberto Toscano, Adriano Rossi, Modera Abolhassan Hatami.

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Ritornerai a Isfahan

Shamim Shamse, affermato professore di letteratura persiana dell’Università di Tehran, si sta affacciando alla soglia dei quarant’anni quando il passato riemerge con prepotenza nella sua vita. Una studentessa polacca, Eliza, si presenta nel suo studio senza preavviso dicendo di essere la figlia di Adri, la ragazza che Shamim aveva amato da giovane e che gli aveva spezzato il cuore con una partenza tanto inspiegabile quanto definitiva. Adesso, ventitré anni dopo, Eliza è arrivata da Varsavia carica di notizie e determinata a far luce sul vissuto di sua madre e della nonna, Barbara, che durante la Seconda guerra mondiale aveva trovato rifugio nella città di Isfahan dopo essere approdata in Iran insieme ad altre migliaia di profughi polacchi reduci dai gulag sovietici.

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