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Vecchio giardino, vecchio amore

Nell'andirivieni interiore da un vecchio giardino a un vecchio amore, si dispiegano questi ventitré racconti di Tezer Özlü, la "principessa nostalgica della letteratura turca", qui tradotti per la prima volta in italiano. È una prosa brusca, quella di Tezer Özlü, intrisa di lirica, fatta di accostamenti ardui e brucianti, quadri di parole in cui si legge la Turchia tra i primi anni Quaranta e i tardi Ottanta, percorrendo amori e ospedali psichiatrici, immaginazione e realtà, esaltazioni e dolori, memoria e presente.

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Le fredde notti dell’infanzia

Tezer Ozlu (1942 - 1986) è voce acuta delle letteratura turca contemporanea, impegnata all'assegnazione di un posto narrativo al proprio corpo. Tezer, stretta tra abbracci casuali e camicie di forza, riscatta la riscrittura del proprio destino nella ricerca di un amore che raggiunga l'infinito e traghetti la vita verso il futuro, nel calore ritrovato che riscalda le freddi notte dell'infanzia.

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Il sultanato di Erdoğan

Sabato 19 gennaio 2019 alle 18 in via di Santa Cecilia, 1/a GRIOT ospita la presentazione del libro Il sultanato di Erdoğan di Francesco Fravolini (2018, Villaggio Maori Edizioni). Insieme all’autore parteciperà Eugenio Dacrema, esperto di Medioriente, ricercatore presso l’ISPI.

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Nazim Hikmet, le poesie d’amore

Sabato 26 gennaio 2019 dalle ore 18.30 alle 21 in via Merulana, 121 Palazzo Merulana, il Circolo letterario La setta dei Poeti Estinti e dalla Galleria d’arte Medina Roma Arte presentano una serata all’insegna della poesia e delle opere di Nâzım Hikmet, poeta turco che ha lasciato al Novecento alcune tra le più intense liriche d’amore che siano mai state scritte. Prima della lettura sarà possibile visitare la Collezione Cerasi al secondo e terzo piano. La lettura, inoltre, sarà accompagnata da una degustazione di vini, offerta da Casale del Giglio.

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Coricarsi e morire

Chiusa in una stanza al sedicesimo piano di un albergo di Ankara, una donna, Aysel, decide di abbandonarsi alla morte. Un abbandono volontario, consapevole, che la conduce a ripercorrere la propria vita.
Educata secondo gli ideali di civiltà e progresso sui quali le élites repubblicane avevano eretto la neonata nazione turca, Aysel dovrà combattere strenuamente contro i pregiudizi della generazione di padri, che mal comprende la modernità imposta dall’alto, per adeguare sé stessa al modello di ‘donna emancipata’ promosso da Kemal Atatürk.

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Fate le cene non fate le guerre

Ogni mercoledì in via Casilina, 607 Bazar-Taverna Curdo Meticcia presenta l'evento Fate le cene non fate le guerre. Due cucine a confronto quella kurda e quella turca: dall'Anatolia due culture a confronto, differenti eppure molto vicine, dialogano a colpi di cucina. Ogni settimana piatti diversi ed eccezionali preparati dal cuoco turco Evren Kuru si affiancheranno a quelli del cuoco curdo di Bazar Xerip Siyabend. C'è chi interrompe i processi di pace e chi si siede alla stessa tavola non per duellare, neanche per competere, ma per confrontarsi. C'è chi crede che nello scambio risieda non solo il piacere della compagnia ma anche la possibilità di crescere e migliorarsi.

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Non rivedrò più il mondo

Ahmet Altan è stato travolto dall’ondata di arresti che ha seguito, nel 2016, il fallito colpo di stato del 15 luglio contro Erdogan. Da allora è recluso in un carcere nei pressi di Istanbul. L’accusa a suo carico è di aver favoreggiato il golpe tramite «messaggi subliminali». Nel febbraio 2018 il suo processo-farsa si è concluso con un’atroce sentenza: ergastolo senza condizionale. Non rivedrò più il mondo è il messaggio che Altan lancia dalla sua cella: è un testo breve, che contiene molti universi.

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Come la ferita di una spada

Seconda metà dell’Ottocento: nell’Impero ottomano declinante, sconvolto da conflitti etnici e spinte moderniste, la giovanissima Mehpare Hanim, donna di straordinaria bellezza, viene presa in moglie da Sheyh Efendi, uomo religioso e tormentato dai sensi di colpa che il forte richiamo della sensualità gli fa germogliare nel cuore. Gli stessi che, dopo un anno e mezzo, lo spingeranno a ripudiare Mehpare, e a condannarla alla triste nomea di donna-strega, perturbatrice del tradizionale primato maschile.

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Cena turco-siriana di beneficenza

Sabato 1 dicembre 2018 dalle ore 19.30 alle 22.30 in via Urbisaglia, 2 Amal for Education invita alla cena di beneficenza turco-siriana per finanziare i centri educativi e ricreativi per profughi siriani dell'associazione. Durante la serata presentazione dei progetti e mercatino di prodotti e manufatti siriani e turchi. Prenotazione obbligatoria.

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La bastarda di Istanbul

Fino all'11 novembre 2018 il Teatro Sala Umberto, via della Mercede 50, presenta La Bastarda di Istanbul, dall’omonimo romanzo di Elif Shafak, con Serra Yilmaz. Un'affascinante saga familiare multietnica, popolata da meravigliosi personaggi femminili, da storie brucianti e da segreti indicibili che legano Istanbul all'America e la
Turchia all'Armenia

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Neppure il silenzio è più tuo

Nell’agosto 2016, proprio a seguito della sua attività di scrittrice, Aslı Erdoğan è stata arrestata e ha trascorso 136 giorni nella prigione di Bakırköy. Il suo unico delitto: aver osato rivendicare dalle colonne di un giornale pro-curdo la libertà di opinione e di denuncia degli orrori del governo. Neppure il silenzio è più tuo raccoglie alcune delle sue pagine più belle nelle quali la scrittrice e giornalista diventa emblema della resistenza femminile e grida gli ideali che animano la propria lotta intellettuale e assoluta. Nella speranza che quest’opera possa davvero sgretolare il silenzio, almeno là dove le sue parole hanno ancora diritto di cittadinanza.

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Pace e amore

Lo Yunus Emre Enstitüsü - Centro Culturale Turco presenta sabato 29 settembre alle ore 18 l'evento Pace e amore presso le Sale espositive della Grande Moschea di Roma, viale della Moschea 85.

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Tra la Siria e la Turchia: esperienze educative di confine

Lunedì 24 settembre 2018 dalle ore 18:30 alle 20:00 presso ART Theatre Biobistrò in via Giacinto Carini 72 si terrà l'ncontro con l’associazione Amal for Education, impegnata al confine turco-siriano in un progetto scolastico dedicato ai piccoli rifugiati in fuga dalla Siria. Maggiori informazioni: http://bit.ly/2MKOHNv. La serata fa parte del progetto MIGRAZIONI & NARRAZIONI: un mese di incontri sulla migrazione, all’insegna dell’azione e della partecipazione: progetti artistici e culturali che nascono dall’esperienza viva di donne e uomini in viaggio, dal loro incontro con i paesi d’accoglienza, dai loro racconti di vita quotidiana.

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La casa sul Bosforo

Una Istanbul da fiaba quella narrata da Pinar Selek attraverso i ricordi della sua infanzia e giovinezza nella Casa sul Bosforo. Nell’arco di vent’anni, seguiamo l’intreccio amoroso di due coppie, quella della studentessa rivoluzionaria Elif e del musicista Hasan, e quella di Sema in cerca di se stessa e di Salih l’apprendista falegname. Ma il personaggio principale è il quartiere di Yedikule, carico di storia, di tradizioni, che conserva la sua autenticità nonostante lo scorrere del tempo. Tutti i personaggi che gravitano intorno ai quattro eroi principali sono vivi, tangibili, di tutti conosciamo l’origine, la vita quotidiana, il mestiere, le minuzie. E tuttavia è una fiaba non priva di ombre, il libro comincia con la denuncia del colpo di Stato del 1980 e descrive personaggi assetati di libertà e giustizia sociale, tentati dal terrorismo o spinti all’esilio.

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La maschera della verità

Aprile 2015. Sono trascorsi cento anni dal genocidio armeno. Una pagina nera della storia turca, da sempre controversa, da sempre considerata un tabù. Un rimosso che Pinar Selek condanna con questo racconto personale e impegnato, introducendolo nella trama dei ricordi, intessuto di osservazioni, testimonianze, incontri. Con lei, impariamo dall’interno cosa significhi crescere e costruirsi declamando a scuola slogan che proclamano la superiorità nazionale, studiano in manuali lacunosi o menzogneri; vivendo accanto a compagni timorosi e silenziosi, in una città dove i nomi armeni sono stati cancellati dalle insegne.

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Tre figlie di Eva

Peri ha trentacinque anni, tre figli, un marito e una vita agiata nella città dov'è nata, Istanbul. Si sta recando a una cena lussuosa quando le viene rubata la borsa. Lei reagisce, i ladri scappano e dalla borsa cade una vecchia polaroid in cui compaiono quattro volti: un uomo e tre giovani ragazze a Oxford. Una è Shirin, bellissima iraniana, atea e volitiva; la seconda è Mona, americana di origini egiziane, osservante, fondatrice di un gruppo di musulmane femministe e poi Peri, cresciuta osservando il laico secolarismo del padre e la devota religiosità islamica della madre, incapace di prendere posizione sia nella disputa famigliare sia nel suo stesso conflitto interiore.

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Le quattro donne di Istanbul

Dopo l'ascesa al potere di Hitler, Gerhard Schliemann, la moglie Elsa e i loro due figli, Peter e Susy, abbandonano la Germania per sfuggire alle persecuzioni naziste. Si rifugiano dapprima a Zurigo e poi, quando Gerhard riceve un'offerta dal Dipartimento di Medicina dell'Università di Istanbul, in Turchia. Mentre Susy e Gerhard sono affascinati dalla cultura turca e provano a integrarsi, Elsa e Peter sono invece fortemente ancorati alle origini tedesche. Nella città musulmana le nuove usanze avranno impatti fortissimi sulle loro vite, fino a ridisegnare i loro concetti di patria e appartenenza. In questa potente saga familiare, la Kulin racconta le sfide e le difficoltà di una vita in esilio, le ardue scelte di chi è costretto ad abbracciare un futuro incerto con una valigia piena di speranze.

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