Roma Culture Biblioteche di Roma Roman Multietnica

Il declino dell’Occidente

Mariti e mogli chiamati da incontri o avvenimenti inattesi a fare i conti con la propria vita. Persone di mezza età che si vedono protagoniste, con un po’ di nostalgia, di una vita lontana da quella sognata negli anni ’70. Artisti che vengono a patti con i propri bisogni, ma non per questo smettono di sognare.

 

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Un giorno vivrò anch’io. Il genocidio del Rwanda raccontato ai giovani

"Tra gli Hutu e i Tutsi non c'è mai stata differenza. Ma nel 1994 io donna Tutsi mi sono seduta davanti alle rovine della mia casa. Il primo vicino non c'era più, era stato assasinato dagli Hutu. Il secondo sterminato con la sua famiglia. Ho visto la stessa cosa anche per il terzo vicino. Ho scritto questo libro perchè non accada più."

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Le ferite del silenzio. Testimonianze sul genocidio del Rwanda

"Dietro il silenzio delle vittime si nasconde la paura. Dietro i loro sguardi si nasconde la sofferenza quotidiana. Dietro questo silenzio si nasconde il dolore di ogni singola persona. Dietro il silenzio dei carnefici si nasconde la paura, diversa da quella che provano le vittime, poiché dietro il loro silenzio si nasconde il timore per la verità e la giustizia. Ho visto i traumi dei carnefici. Al solo pensiero, ne provo vergogna. Come vittima, non so se ho il diritto di commuovermi per la loro sofferenza, di cui sono gli unici responsabili."

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La morte non mi ha voluta

I massacri del Rwanda del 1994, così vicini nel tempo e così lontani dalla nostra consapevolezza, sono raccontati in questo libro, un'autobiografia, da chi li ha vissuti. Yolande, una donna medico tutsi, vede la sua vita completamente capovolta in poche ore, ma nonostante il massacro del marito, dei figli e di tutta la famiglia, sopravvive per testimoniare. E' la storia di un nuovo genocidio a cui il mondo ha dedicato poche pagine sui giornali.

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Per le strade del Cairo

Nagib Mahfuz presenta Il Cairo, la sua la sua città natale, dove è cresciuto e dalla quale mai si è mai allontanato. Una capitale dal doppio volto, che contrappone aspetti tipici dei villaggi a qualità specifiche di una metropoli. L’immagine della campagna si confonde tra i fumi della modernità, che si svela con i primi bagliori dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il romanzo si snoda tra le strade di due quartieri, Sakakini e Khan al-Khalili. A percorrere quei vicoli è Ahmad, ragazzo riservato e dalle ambizioni letterarie, e la sua famiglia, che per scampare alle bombe decide di trasferirsi dalla zona benestante in cui avevano sempre vissuto al sobborgo storico Khan al-Khalili, che essendo pieno di minareti offriva una speranza di salvezza.

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La rivoluzione dei gelsomini

Gli occhi di tutto l’Occidente sono puntati ora più che mai sul Nordafrica, divetato in un lampo, dal gennaio 2011, il centro del mondo. I paesi del Nord del mondo non si sono mai lasciati scappare possibilità di facili profitti, disposti a tutto e senza scrupoli di coscienza. I loro governanti, pur proclamandosi a favore dell’autodeterminazione dei popoli arabi, non hanno fatto altro che appoggiare nei paesi arabi del Nordafrica capi di stato autoritari e corrotti, che hanno potuto regnare indisturbati sui loro popoli dando solo una parvenza di vita democratica ai loro regimi.Ora qualcosa si è irreparabilmente incrinato, spiega Tahar Ben Jelloun, una rivoluzione del tutto nuova sta prendendo forma.

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Se non fossi egiziano

Un’antologia di racconti rimasti inediti per trentatrè anni, stampati e fatti circolare solo per una ristretta cerchia di amici. E’ solo uno dei tanti casi di censura in Egitto ad opera dell’Ente Nazionale del libro, che ha vietato la pubblicazione del volume giudicandolo “antiegiziano”. Undici sono le storie narrate, undici sono le vite descritte, che si sviluppano come rette parallele. L’unico punto d’intersezione in cui tutti i diversi protagonisti si incagliano è la società egiziana contemporanea, corrotta e servile, spregevole e crudele, che riesce a soffocare ogni velleità di riscatto, che rende afona ogni voce fuori dal coro.

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Un pirata piccolo piccolo

Chi nasce il 29 febbraio vive il tempo in un modo davvero strano: salta da 4 a 8, da 8 a 12, e così via. Hassinu, il protagonista del romanzo, è un impiegato alle poste di Algeri. Ha 40 anni ma non lo sa, perché è nato il 29 febbraio: senza preavviso passa da 36 a 40 anni e si sente in qualche modo scippato della propria vita, come molti della sua generazione cui hanno rubato gli anni migliori. Amara Lakhous racconta una generazione, un paese che ha anticipato, in qualche modo, quello che sta succedendo oggi in tutto il mondo arabo. Hassinu vuole il pane e la libertà, come i giovani arabi di oggi che si stanno ribellando alle dittature.

 

 

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Editore:E/O

Anno:2011

Autore:Amara Lakhous

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Miele e latte sotto la tua lingua. Sensuali latenze dell’eros multietnico

Secondo le statistiche del 2010, in Italia un matrimonio ogni sette coinvolge un partner straniero. Quante siano le unioni di fatto è impossibile quantificare. C’è qualcosa che rende emotivamente più ricca la coppia mista? Dove si cela la magia dell’eros multietnico? L’espatrio è lacerazione. Alienazione. Il tuffo in una cultura estranea frantuma tutti riferimenti abituali, l’identità si sbriciola nel labirinto di nuovi modelli di comportamento. Per trovare l’equilibrio fra due mondi, il migrante ha estremo bisogno di relazioni, di calore e di affetto. 

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Quello che è male ai tuoi occhi

Scoprirsi straniero, scoprirsi solo.
È la desolante condizione in cui piomba Dalla Pozza, primo cittadino e illusorio padrone di un mondo sotto il quale, morto, sprofonda senza redenzione. Fiero dei suoi pregiudizi, egli diventa protagonista di un viaggio iniziato con grandi speranze, ma che lo porterà a un groviglio infernale di carte, divieti e criminalizzazioni. L’Ade in cui discende è un paese intrappolato nelle proprie contraddizioni, carico di menzogne e di dilagante cattiveria. 

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Eredi della sconfitta

Tutto comincia con un vecchio giudice che vive in una dimora cadente di Kalimpong, alle falde dell'Himalaya orientale, col suo misero cuoco senza neppure un nome, e una cagnetta, Brac, che del giudice sembra l'unico amore. Ma questo terzetto in apparenza dimesso diventa, con l'arrivo della nipote del giudice, Sai, l'epicentro di un terremoto narrativo le cui onde si propagano in ogni direzione e raggiungono ogni latitudine: dalla New York degli anni Ottanta, dove il figlio del cuoco lavora in una sfilza di ristoranti mandando al padre notizie sempre più allarmanti sulla sua avventura americana, alla Cambridge d'anteguerra, dove il giudice ha frequentato l'università, all'Unione Sovietica, in cui si è interrotto il sogno astronautico del padre di Sai.

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Cuore africano

Una lunga lettera scritta d'impulso da Ramatoullaje all'amica d'infanzia Aissatou, con la quale la donna afferma con passione il suo diritto ad una vita nuova e intensa, al di là dei condizionamenti imposti dalla società, in una terra che, nel suo processo di modernizzazione, è piena di contraddizioni.
L’autrice, prematuramente scomparsa, ha affidato a questo libro il suo messaggio sul ruolo della donna nel futuro dell’Africa.

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Editore:Sei

Anno:1981

Autore:Mariama Bâ

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Mi brucia il cuore! Viaggio di un hazara in Afganistan, e ritorno

Dell’Afganistan mi mancano gli anni Settanta. Ho nostalgia di una cosa che non ho vissuto..., e poi Hussain racconta invece quello che ha davvero vissuto; non tanto il viaggio per raggiungere l’Occidente, ma quello intrapreso nell’Afganistan del 2008, tra paura, sudore e polvere, per ritrovare dopo sette anni la madre e condurla al sicuro.

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Il mio nome è Regina

Marie Reine ha nove anni quando con un colpo di stato, il terzo in tre anni, Thomas Sankara prende il potere in Alto Volta, l'attuale Burkina-Faso. Suo padre, Andre Toe, è un importante funzionario del Ministero degli Esteri, legato a filo doppio al vecchio regime. Per questo sarà vittima degli eccessi della Rivoluzione, spogliato dei suoi beni e della sua dignità.

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Il racconto di Nadia

Nadia racconta con rammarico la vita della madre cattolica vissuta all'ombra di un marito musulmano di dodici anni più vecchio di lei, e della sua seconda giovane moglie. Su quel volo diretto in Portogallo Nadia apre il suo cuore a Elisa, descrivendo passo a passo la storia della sua vita, del Mozambico coloniale e del Mozambico indipendente, dei suoi quindici fratelli e delle sue due mamme.

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La Panchina. Ovvero, ha senso emigrare?

Sensibile, schivo e pur tenace, indifeso e pur deciso, con la speranza in un futuro migliore, con alle spalle un viaggio difficile, Kilap approda nell'Isola, con tanti sogni da realizzare. Solo, ma con una moltitudine di pensieri, una giostra di idee che si affollano nella sua mente.
Pensieri, angosce, idee, dubbi, speranze alimentano la sua voce di immigrato che ha bisogno di raccontare, di raccontarsi. Il racconto di Kilap Gueye è la testimonianza dell'esigenza di riempire un vuoto, un'assenza, ma anche di superare le barriere con l'altro, di comunicare, di raggiungere la liberazione personale senza rinunciare alla propria cultura, senza abdicare al proprio sentire.

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Editore:Aipsa

Anno:2008

Autore:Kilap Gueye

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Verrà domani e avrà i tuoi occhi. Frammenti di vita migrante dall’universo del lavoro in Italia

C’è il buttafuori senegalese che canta l’amore e la lontananza che uccide i rapporti, “l’eterna attesa di mogli e mariti, di figli e figlie”. C’è la prostituta dell'Est intrappolata nel cortocircuito della propria vita e c’è la badante ecuadoriana che proprio non ci sta a farsi mettere i piedi in testa. C’è lo scrittore del Burkina Faso ingannato da un editore senza scrupoli e c’è la bambina rom con le dita sporche di inchiostro che non si cancellerà. C’è l’ingegnere disoccupato che chiede l’elemosina. Risucchiati nell’inferno della burocrazia che cataloga e marchia, divide e sancisce loro, gli stranieri ordinari, “testimoni di due mondi, vagabondi tra le culture”. Sono loro i protagonisti di questi frammenti di vita, spaccato di una società che senza immigrati è condannata al declino, scorci di esistenze raccontati con originalità da scrittori migranti e italiani.

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La donna perfetta

Altro che solide tradizioni, altro che miti intramontabili, valori inossidabili: anche in India le cose stanno andando a catafascio. Bambocci viziati che fanno i bulli con i camerieri e spadroneggiano su genitori decotti. Mogli che truccano impeccabilmente le carte, e dietro corsi e corsi di aggiornamento nascondono... 

 

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Garam Masala

Garam Masala è una miscela di spezie indiane. Ogni spezia ha una fragranza particolare che mescolandosi alle altre dà vita a un intenso aroma. Così come, nel loro insieme, le gustose storie di queste pagine ci introducono tra le mura domestiche di un' India variegata facendoci assaporare un intero universo culturale.
Un gruppo di donne, al ritmo di coltelli e mortai, si confidano episodi di vita.

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Miral

Miral è una bambina, quando tra le mura bianche della città di Gerusalemme le vicende dello scontro tra israeliani e palestinesi cominciano a scandire la sua vita: la morte tragica della madre, il coinvolgimento della zia in un attentato terroristico, la decisione del padre di affidarla all’accoglienza del collegio di Hind Husseini. Sarà questa donna, capace di porsi con ostinata pazienza al servizio del suo popolo, a insegnarle l’ardore della lotta politica e il coraggio di sperare nella libertà, ma anche la saggezza e la pazienza.

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